p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 30 Novembre 2019

La chiamata dei primi quattro discepoli, fra cui Andrea di cui oggi festeggiamo il nome, ci mostra come il Regno si realizza. Semplicemente seguendo. Il Regno basato su Gesù Parola, non è una chiacchiera più o meno piena o più o meno vuota: il Regno è camminare.

Il vero miracolo di Gesù è quello di invitarci a camminare e riuscire a far sì che noi ci mettiamo e rimettiamo in cammino. Camminare seguendo Lui che cammina in mezzo a noi. Camminando, dopo che ci ha chiamati, noi realizziamo quello che siamo diventando figli. Camminano dietro a Lui noi diventiamo ciò che siamo.

Noi che camminiamo su tante vie siamo chiamati a seguirlo per non errare in varie vie ma per scorgere la nostra via, quella che è vera per noi. Non è importante che noi sbagliamo o non sbagliamo le vie, importante è che continuiamo a scorgere la sua Luce che ci conduce a raddrizzare il tiro. Non c’è età che tenga, al riguardo. Così, camminando, non facendo altro, camminando dietro a Lui e con Lui, noi nasciamo a vita nuova.

È nel camminare che nasce la fede dietro a Lui. Camminando insieme noi scopriamo un rapporto personale mai colto. È un rapporto di prassi, di azione, più che di teoria. Se facciamo lo stesso cammino noi giungiamo allo stesso fine. Anche se stiamo andando lontani da Gerusalemme col volto triste, noi ad un certo punto, se Lui cammina con noi, ci sentiamo ardere il cuore e corriamo verso il fine vero. Quando? Non importa. Ciò che importa è che noi non subiamo il cammino intrapreso, anche se sbagliato, ma lo viviamo. Se lo viviamo in modo vero presto o tardi si aprirà una Luce. Non è Luce di risultati e di successi, è Luce che illumina chi sono e cosa sto vivendo in ordine all’incontro con Lui.

Noi siamo chiamati, per questo lo seguiamo. Non seguiamo un uomo o una donna: maledetto l’uomo che segue l’uomo, ci dice la Bibbia. Noi seguiamo Lui. Noi rispondiamo ad una proposta di verità, che magari passa tramite una persona ma che o va oltre o diventa dipendenza. Noi dobbiamo andare oltre. Seguire Lui significa imparare a lasciare. Il genitore o impara a lasciare andare oppure il figlio non cresce più come figlio che può camminare. Così il figlio diventa tale se lascia il genitore prima e il proprio figlio poi. Questa è una delle realtà che noi facciamo fatica a vivere, ma è realtà vitale per vivere bene e in modo vero.

È bello e buono vedere Gesù. Cosa fa Gesù? Cammina e mentre cammina chiama. Chiama gli apostoli che non dicono niente. La loro risposta non è una parola, la loro risposta a questa proposta di chiamata è una risposta di vita: si incamminano! La loro risposta non è un contratto, non è burocrazia, non è rispondere in modo esatto a delle domande. La loro risposta è la loro vita.

Risposta è semplice e chiara: lasciare per seguire. Lasciano le reti, vitali per loro fino a quel momento, e seguono camminando. Erano marinai e pescatori, diventano camminatori in mezzo agli uomini. Uomini che avvicinano nel cammino e camminando.

L’incontro con il Signore che ti dice il nome è centrale per scoprire chi sei. Questo Signore ti dice il nome grazie ad un’altra persona che è già stata chiamata e che sta già camminando. Dire il nome, chiamare per nome, dice la verità di quello che sei, di quello che sono. Il mio nome chiamato diventa la mia missione, diventa il senso della mia vita, diventa il cammino di oggi e il cammino futuro. Fino a quando? Fino a quando il nostro cuore arderà di vita, allora sarà il tempo per raddrizzare il tiro, per tornare a Gerusalemme, probabilmente per ritornare alla Gerusalemme del cielo.

Chiamati per nome, per seguire Lui che cammina in mezzo a noi per far giungere a noi il Regno semplicemente incontrando i malati, cioè noi, e facendoci guarire. Forse non è tutto bello e chiaro in questo incontro, ma la guarigione rimane centrale. Guarigione dal non senso, guarigione dalle paralisi che non ci permettono più di camminare, guarigione dalle nostre cecità, guarigione dal nostro bloccarci sulle nostre virtù e sulle nostre conquiste non vedendo più il povero Lazzaro che muore alla nostra porta di casa.

Il popolo, cioè noi, camminava nelle tenebre e vide una grande luce, dicono i versetti precedenti al vangelo di oggi. La luce è udire la sua voce, la luce è vederlo, la luce è seguirlo, la luce è cammino di ogni giorno. Così ci lasciamo chiamare, così lasciamo che la sua chiamata giunga a noi e noi la udiamo, lasciando le nostre reti e riprendendo a camminare oggi, non domani.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI


Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 4, 18-22 In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Parola del Signore

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