Non riusciamo ancora a capire che al Signore non interessa la giustezza morale, ma ben altro. O meglio, non abbiamo ancora capito che lโunica giustezza che il Signore vuole รจ: โvoglio lโamore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio piรน degli olocaustiโ, ci dice il profeta Osea (6,6).
Ma noi no, continuiamo con la tiritera dei sacrifici, che possono avere un loro senso, dimentichi di cosa veramente il Signore chiede a noi e di che cosa veramente รจ bene per la nostra vita.
Si ripete quanto diceva santโAmbrogio che cito a memoria: che cosa ho guadagnato io con le mie virtรน sbandierate ai quattroventi? Di dire a Dio che non ho bisogno di Lui, che sono autosufficiente, allontanandomi in questo modo da Lui! Che cosa ho ottenuto col mio peccato consegnato nelle mani di Dio? Di potere entrare nel cuore di Dio e godere del suo perdono.
Amore io voglio e noi, come il fariseo al tempio, continuiamo a protestare il nostro desiderio di ben altro. Ciรฒ che รจ peggio รจ che lo facciamo proprio grazie alla preghiera. Come il fariseo al tempio, noi ringraziamo Dio ma non per lodare Lui e per entrare in comunione con Lui, quanto invece per lodare noi stessi dividendoci dagli altri e, di conseguenza, da Dio. Davanti al trono di chi ha detto โIo Sonoโ noi godiamo del โio-non-sonoโ oppure del โsono-ioโ! Questo รจ il vero peccato semplicemente perchรฉ questa รจ una preghiera satanica, รจ una preghiera del nulla.
Lโumiltร non รจ cosa per anime pie, รจ cosa fondamentale per la nostra umanitร . La mancanza di umiltร รจ satanica separazione dai fratelli e dal Padre. In tale preghiera noi usiamo Dio per creare il mio io. Questo รจ il peccato allo stato puro. Tutti gli altri sono bazzecole al confronto. Colui che si accusa, il pubblicano, รจ una bazzecola. Chi si sente superiore allโaltro mentre prega รจ lontano da Dio che si รจ fatto piรน piccolo di tutti.
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Tutto ciรฒ che il fariseo dice degli altri, lui non si accorge, ma altro non รจ che unโaccusa a se stesso.
Non sono come gli altri, ladri, dice lui: coloro che si appropriano di ciรฒ che รจ altrui. ร proprio quello che fa il giusto che si appropria dei doni di Dio e del proprio io.
Gli altri sono ingiusti perchรฉ non fanno la volontร di Dio. Ma รจ proprio lui giusto che ne trasgredisce il comandamento non facendo la sua volontร di un cuore di amore.
Gli altri sono adulteri perchรฉ non vanno col loro amore. Ma รจ proprio ciรฒ che fa il giusto che si prostituisce allโidolo del proprio io invece di amare Dio!
Il fariseo che accusa โquesto pubblicanoโ per giustificare se stesso, non si accorge di essere davanti allo specchio. In lui ha descritto il proprio peccato.
Capita proprio questo: quando preghiamo, quando facciamo allโamore con Dio, esce tutto il nostro fariseismo se non abbiamo un cuore buono e umile. La preghiera รจ lo specchio della veritร : ci fa vedere, a ben vedere, che abbiamo tutto il male di cui accusiamo gli altri.
Allora o cerchiamo di giustificarci oppure cominciamo a rinsavire, grazie ad una preghiera vera, smettendo di accusare e invocando la misericordia.
Non cโรจ preghiera senza umiltร ; non cโรจ umiltร senza scoperta del proprio peccato; anche del peccato piรน tremendo, lโunico vero peccato: quello del giusto!
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
Vangelo del giorno:
Lc 18, 9-14
Dal Vangelo secondoย Luca
In quel tempo, Gesรน disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
ยซDue uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava cosรฌ tra sรฉ: “O Dio, ti ringrazio perchรฉ non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adรนlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietร di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornรฒ a casa sua giustificato, perchรฉ chiunque si esalta sarร umiliato, chi invece si umilia sarร esaltatoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
