p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 25 Novembre 2023

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Ciรฒ che distingue un cristiano dagli altri uomini non รจ una morale eroica, ma la certezza di essere unito a Cristo e di essere destinato a passare dalla morte alla vita, come lui vi รจ passato. I sadducei, erano contrari alla risurrezione, affermavano che non esisteva e tentavano, attraverso il brano di questโ€™oggi, di ridicolizzarla. I sadducei appartenevano allโ€™aristocrazia sacerdotale, il sommo sacerdote era sempre un sadduceo, ed erano una classe di ricchi possidenti. Erano gente con in piedi per terra, che negavano ogni fantasia sullโ€™al di lร . Erano gente concreta, che non correva dietro a sogni, Erano gente tradizionalista, legata al potere romano.

Questa gente, รจ simbolo di gran parte di noi oggi: su di loro la risurrezione, elemento essenziale del nostro credere, non faceva presa; su di noi la risurrezione, non ha incidenza pratica sul nostro modo di vivere. Se ne avesse non saremmo cosรฌ impegnati a competere a tutti i costi, su tutto e su tutti, ma vivremmo una vita di ringraziamento godendo dei doni di cui Dio riempie la nostra vita. Ci verrebbe piรน spontaneo il dono piuttosto che lโ€™accumulo, la condivisione piuttosto che la separazione della proprietร  privata. Questo atteggiamento si manifesta anche nella storiella che hanno inventato ad hoc per deridere chi crede nella risurrezione.

Mi fermo su un particolare: la donna! Per come ne parlano, la donna era oggetto di possesso del marito, acquistata con regolare contratto dietro scambio di beni. La donna era un oggetto che ci si passava di fratello in fratello, per ottenere una discendenza.

Dietro questo atteggiamento troviamo lโ€™atteggiamento del ricco possidente sadduceo: il prendere e lโ€™accumulare, in vista del godere, che non verrร  mai perchรฉ non ne avremo piรน tempo, come simbolo di potere, lโ€™unica cosa che ha valore in questa vita. Potere religioso (sacerdoti), potere economico (ricchi possidenti), potere politico (alleanza coi romani).

Noi vediamo che il โ€œprendereโ€ non genera vita, ma morte sterile. La feconditร  viene dal dare. Il possesso e il dono esprimono rispettivamente egoismo e amore, e stanno tra loro come morte e vita.

Il nostro mondo attuale รจ sotto il segno del prendere e del morire. Lo sposarsi e il generare sono solo una protesta impotente contro la morte: piรน vivi si generano, piรน crescono i mortali. La donna viene usata solo per questo scopo, per il resto รจ un pacco postale. La conclusione รจ sotto i nostri occhi: morte e sterilitร !

Il futuro, รจ sotto il segno del dono e della vita: non ci si sposa piรน perchรฉ non si puรฒ piรน morire. La grossolanitร  con cui a volte pensiamo alla vita futura come una semplice proiezione dellโ€™oggi, non fa giustizia al dono di Dio. La vita futura non รจ una presa in giro: per cui recuperiamo quello che abbiamo perso e lo recuperiamo per sempre. Alcuni rabbini pensavano che la donna nella risurrezione, siccome la cosa piรน bella che poteva fare era generare, avrebbe messo al mondo un figlio al giorno. Fantasia bacata che pensa che nella ripetizione ossessiva di certi gesti che ci danno piacere, noi possiamo trovare felicitร . Questo รจ un atteggiamento tipicamente da drogato o da avvinazzato.

Il matrimonio dร  la vita a chi poi muore. La risurrezione invece dร  a chi รจ morto una vita nuova, ormai libera dalla morte e dalla generazione. Il matrimonio cristiano non รจ conservazione della specie, ma testimonianza dellโ€™amore e della feconditร  di Dio. รˆ segno transitorio di quello che sarร  per sempre.

Dunque la risurrezione non รจ un morire per ritornare alla vita precedente: sarebbe una presa in giro. Non รจ una continuazione migliorata di questa vita.

Sarร  vita nuova in Dio e nel suo amore. Come sarร ? Nessuno lo sa!

FONTE
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