p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 24 Ottobre 2023

Commento al brano del Vangelo di: โœ Lc 12,35-38

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Lโ€™uomo diventa ciรฒ che attende: se attende morte produce morte, se attende vita produce vita. Lโ€™esistenza cristiana รจ attesa di colui che deve tornare: lo sposo! Il discepolo non ha qui la sua patria. La casa della sua nostalgia รจ altrove.

Dobbiamo sapere che il momento del ritorno del Signore sarร  la notte, figura della morte personale.

Lโ€™attesa: il tempo dellโ€™attesa non รจ vuoto: รจ il tempo della salvezza in cui la comunitร  รจ chiamata a testimoniare il suo Signore. La storia รจ luogo di decisione e di conversione, di vigilanza e di fedeltร  alla Parola, di liberazione dal lievito dei farisei e accoglienza del lievito del regno: รจ un tenere accesa davanti al mondo la luce del Signore.

Il vangelo di oggi ci presenta alcuni atteggiamenti per essere testimoni luminosi che non nascondono la luce ricevuta sotto il letto, ma la mettono sul lucerniere non per farsi vedere ma โ€œperchรฉ faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Cosรฌ risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perchรฉ vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che รจ nei cieliโ€ (Mt 5, 15-16).

Essere pronti significa non essere eternamente in ritardo, non si puรฒ fare aspettare Colui che viene e che bussa: bisogna essere con lโ€™udito attento a cogliere il toc toc di colui che bussa. Le faccende di ogni giorno non devono distrarci portando via dal nostro cuore la Parola seminata. Devono essere il luogo dove la Parola seminata porta frutto, dellโ€™attesa e dellโ€™ascolto, dellโ€™attenzione, dellโ€™essere pronti: non distratti.

Distratto รจ colui che si perde dietro le cose che fa, dimenticandosi del perchรฉ le fa, รจ colui che non si ricorda piรน la meta che si รจ prefissato, รจ colui che si dimentica di essere in attesa di Colui che viene.

Con la cintura ai fianchi e le lucerne accese: รจ la tenuta di lavoro, di servizio e di viaggio, prescritta nellโ€™Esodo per la cena Pasquale. Lโ€™atteggiamento corretto con cui attendere il Signore che deve venire non รจ quello di guardare il cielo, ma di testimoniarlo sulla terra. Questo diventa essere luce. รˆ vita stessa del discepolo che, accesa della luce del suo Signore, illumina gli altri. E illumina gli altri perchรฉ ha la cintura ai fianchi: questa รจ lโ€™identitร  del discepolo che serve in umiltร  come il suo Signore: questa รจ essere lucerna ardente. Ciรฒ che il discepolo รจ dentro, luce, appare fuori.

Per essere pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne attese non possiamo essere figli del lievito dei farisei, attenti con cupidigia a far sรฌ che la paura della morte sia scacciata con le ricchezze: noi vogliamo che la morte venga, siamo in attesa della stessa, perchรฉ con essa viene lโ€™Atteso, lโ€™Amato, il nostro Servo, la nostra Luce.

Aspettano: solo se noi lo aspettiamo il padrone torna dalle nozze dellโ€™Agnello: senza il nostro desiderarlo non puรฒ venire. Viene e bussa, se qualcuno gli apre lui entrerร  e cenerร  con lui, ma se nessuno apre sarร  costretto a passare oltre. Il Signore si invita a cena nella nostra casa, viene a fare eucaristia con noi; lui si invita a casa nostra per offrirci il suo banchetto. In questo modo noi possiamo aprirgli subito: se siamo in attesa con la cintura ai fianchi e le lampade ardenti possiamo andare incontro allo sposo che viene. Apriamo subito, appena arriva e bussa: non perchรฉ siamo persone di fretta ma perchรฉ siamo persone in ansia della sua venuta, siamo persone che attendono lโ€™incontro con lo Sposo.

Beati semplicemente perchรฉ discepoli โ€œche ascoltano la parola di Dio e la osservanoโ€ (Lc 11, 28) e sono in tal modo svegli e pronti ad aprire; beati perchรฉ aprendo la porta il Signore entra, ci fa mettere a tavola e passa a servirci. Lui che รจ il primo dei servi passa a servirci illuminandoci col suo essere servo: โ€œchi vuole essere grande tra voi si farร  vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarร  il servo di tutti. Il Figlio dellโ€™uomo infatti non รจ venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiโ€ (Mc 10, 43-45).

โ€œBeati loroโ€ se ci troverร  cosรฌ perchรฉ potremo partecipare al banchetto della vita che lui ha imbandito per noi. Il banchetto della vita รจ la vita stessa del Padre che ci viene donata con la creazione stessa, con i beni: vita che รจ condivisione, non accumulo; solidarietร  non accaparramento; porte aperte non blindatura. Credo che se avessimo coraggio di lasciare che ognuno su questa terra possa condividere le bontร  della creazione metร  dei problemi non ci sarebbero. Senzโ€™altro ci sarebbero meno guerre e meno terrorismo.

Le bombe fanno crescere le divisioni e lโ€™odio, la bontร  cura i cuori e converte perchรฉ รจ luce del Signore che viene e che serve.

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