p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 24 Marzo 2019 – Lc 15, 1-3.11-32

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Chi รจ Dio per noi รจ domanda fondamentale per potere accogliere un vangelo come quello di oggi. รˆ importante pure che ci domandiamo dove si volge il nostro sguardo quando guardiamo gli avvenimenti della vita e che cosa cerchiamo col nostro sguardo. Non da meno รจ importante che ci possiamo chiedere cosa e come ascoltiamo quando prestiamo il nostro orecchio a qualcuno.

Di fronte agli avvenimenti della vita, volenti o nolenti, anche noi pensiamo come i Giudei: coloro che muoiono in disgrazia sono gente maledetta. Se uno si ammala รจ perchรฉ ne ha combinate nella sua vita. La disgrazia noi la rifiutiamo come condanna quando capita a noi e ci diciamo: ma che male ho fatto nella mia vita per meritarmi tutto questo?

Ritorna la domanda: ma chi รจ Dio per noi? Dio รจ il giudice giusto che tramite Pilato ci ammazza sullโ€™altare dei sacrifici? Oppure Dio per noi รจ Colui che fa crollare la torre godendo di orfani e vedove di quei diciotto che ci hanno lasciato la vita sotto quella torre maledetta, probabilmente mal costruita?

Chi รจ Dio per noi? รˆ quel tale che pianta il fico nella sua vigna e che poi, siccome non trova frutti su di esso, viene e decide di ordinare il taglio del fico stesso?

A ben guardare, non in teoria ma in pratica, noi crediamo e pensiamo che questo sia il nostro Dio. Dunque un Dio da tenere buono con le nostre preghiere, un Dio da tenere buono con i nostri sacrifici piรน o meno convinti. Ma il nostro Dio non sa che farsene di tutte queste cose, nรฉ di preghiere nรฉ di sacrifici, al nostro Dio interessa essere Padre e Madre e potere avere figli che vivano da fratelli.

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Ma noi, con quello che pensiamo e crediamo di Dio, con quello che facciamo gli uni contro gli altri, noi neghiamo la sua Paternitร  e Maternitร , lo uccidiamo nella sua stessa identitร .

Ma allora chi รจ questo Dio? Il nostro Padre รจ il Vignaiolo che si prende cura del fico. รˆ il vignaiolo che vive la pazienza che non รจ โ€œci vuole pazienza, che ci vuoi mai fareโ€! Vive la sapienza che รจ la virtรน del futuro, รจ la concretezza della virtรน della speranza. ย Una virtรน che si concretizza con il prendersi cura della vita. I risultati sono nemici sia della speranza come della fede. La mania di misurare quanto facciamo รจ lโ€™esatto opposto della caritร .

Dunque Dio รจ il vignaiolo che si prende cura del fico, delle situazioni sporche e delle situazioni drammatiche. Pilato e i costruttori della torre รจ gente di morte, Dio Vignaiolo si getta nella mischia di questa situazione drammatica e comincia a zappare intorno al fico sterile della nostra esistenza. Non teme la morte che Lui non vuole, si gioca nella vita curandosi di ciรฒ che la morte provoca. Si prende cura delle vedove e dei figli dei diciotto morti sotto la torre di Siloe; prende per le orecchie i governanti che dicono maledetti coloro che attraversano il mare condannandoli ai campi di concentramento della Libia. Non ci toglie la libertร  ma si prende cura di noi e ci ricorda che tutto ciรฒ che sale prima o poi scende e cade, compresi i nostri governanti che fanno il bello e il brutto solo perchรฉ hanno ricevuto dei voti, non cercando il bene della vita e il bello della vita. Non governano, sfruttano il consenso per i propri interessi provocando crolli di torri di Siloe e naufragi in mare.

Dio รจ Vignaiolo che si prende cura della vita, del nostro fico sterile. Questo รจ quanto fa il nostro Dio, questo รจ quanto siamo chiamati a fare noi. Dio non cโ€™entra con morti e disgrazie e neppure le permette. Dio non puรฒ intervenire in un certo modo nella vita degli uomini: dovrebbe togliere loro la libertร  e uccidere lโ€™unica cosa bella che possiamo essere: amore! Senza libertร  non cโ€™รจ amore: farebbe morire la nostra identitร . Ma Dio si prende cura del cuore sterile di ognuno di noi, si sporca le mani con noi, perchรฉ, a forza di massaggi cardiaci, il nostro cuore ritorni a battere, ritrovi la via della vita, della libertร , che รจ via di amore.

Tale vita ha una concretizzazione per noi e per Dio: quello di prenderci cura sporcandoci le mani. Guardiamo il suo volto di Vignaiolo Padre e rispecchiamoci nel suo volto ritrovando in Lui i tratti della nostra identitร . Ritroviamo la via della bellezza del prenderci cura della vita, anche laddove le cose sono drammatiche e difficili. Diventeremo gente di speranza armata di pazienza vitale che non molla di fronte a qualsiasi difficoltร , perchรฉ questo รจ il bello della vita. Naturalmente: liberi da ogni bisogno di risultato. Il fico puรฒ ancora rimanere sterile, ma sterili non possiamo rimanere noi non prendendoci cura della vita!

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

Vangelo del giorno:

Lc 13, 1-9
Dal Vangelo secondoย Luca

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesรน il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesรน disse loro: ยซCredete che quei Galilei fossero piรน peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollรฒ la torre di Sรฌloe e le uccise, credete che fossero piรน colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modoยป.
Diceva anche questa parabola: ยซUn tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovรฒ. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tร glialo dunque! Perchรฉ deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finchรฉ gli avrรฒ zappato attorno e avrรฒ messo il concime. Vedremo se porterร  frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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