Gesรน si trova in casa di Zaccheo. ร circondato da un brontolio continuo: buon segno. Buon segno che i tradizionalisti brontolino contro Papa Francesco, vuol dire che รจ sulla buona strada. Non la strada del potere ma la strada del dono di sรฉ, la strada del Cristo. Andrร a finir male? Probabilmente sรฌ, ma sarร seme gettato sotto terra che morendo per lโumanitร , germoglierร portando frutti di bene e non di male come avverrร per i suoi uccisori, preti e vescovi in primis.
Tutti brontolano mentre Zaccheo, il grande peccatore, รจ contento. Sono i peccatori, no i giusti o i santi che sono contenti della presenza del Signore e del suo stare a mangiare con i malati e non con i sani, coloro che si ritengono tali. Tutti brontolano perchรฉ Gesรน รจ andato a mangiare in casa di un peccatore. Tutti: non solo i farisei ma anche i suoi discepoli che tentavano di zittire il cieco che chiedeva vista e luce. Tutti brontolano, anche i preti che non vivono il loro servizio ma si servono del loro essere preti per servirsi della gente. Pensano bene loro: dove vai a cacciarti che stiamo andando a Gerusalemme, loro che a Gerusalemme non volevano andarci. Per tutti questi, Gesรน, in casa di Zaccheo, racconta la parabola delle monete dโoro. Lo inizia in casa di Zaccheo, questo racconto, e lo termina fuori.
Sappiamo che in attesa del ritorno del Signore noi siamo chiamati a fare fruttare i suoi doni donandoli a nostra volta. Siamo chiamati ad essere coscienti di ciรฒ che siamo come Zaccheo, per diventare come lui Zaccheo in seconda versione abbandonando il Zaccheo prima versione.
Luca ci pone una domanda che รจ propria di lui e della sua generazione: come mai il Signore che aveva detto che sarebbe tornato, non torna? Luca e la sua generazione, come noi, non avevano visto il Signore. il Signore aveva detto che sarebbe tornato presto, ma nessuno lโha visto e nessuno prevede, se non รจ scemo, che torni presto. Come mai questa domanda e come mai non torna?
Semplicemente perchรฉ il Signore torna con i nostri piedi che vanno verso di Lui. La storia รจ roba nostra, รจ vita a noi donata e a noi affidata dal Signore Gesรน. Noi, chiamati ad essere suoi testimoni, vale a dire niente di eccezionale ma tutto di quotidiano e di umano, dovremmo essere coscienti che il Regno รจ in noi e in mezzo a noi. Non interessa quando avverrร la fine, ci interessa che il fine sia celebrato dalla nostra vita ogni giorno.
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Il problema non รจ quando viene, ma รจ quando noi decidiamo di testimoniarlo. Non stare a guardare per aria, a guardare il cielo, perchรฉ il cielo si รจ incarnato, รจ qui sulla terra. Lโinvito รจ chiaro: camminiamo, camminate.
Cosรฌ come Zaccheo ha realizzato il Regno di Dio, anche noi siamo chiamati a realizzarlo. ร tempo di prenderci sul serio e di fare sul serio. Basta collusioni col potere per schiacciare il prossimo, viviamo la semplicitร della vita e la vita crescerร in noi e in mezzo a noi.
Non possiamo nascondere la moneta dโoro della nostra vita nel fazzoletto o sotto terra, non possiamo giocare a fare i Pinocchio, รจ tempo che ci prendiamo sul serio come figli. I figli che uccidono i nemici e si siedono a tavola con gli amici. Quei nemici che sono il male in noi, quegli amici che sono il bene in noi. Quei nemici che รจ il lievito dei farisei, quegli amici che รจ il lievito del vangelo, la misericordia di Dio Madre. Lievito Madre che noi sappiamo diventare generativo nel Figlio che dona la sua vita in croce perchรจ noi ciechi possiamo essere illuminati e ritornare a vedere oltre i nostri paraocchi, oltre il nostro buon senso del quale non se ne puรฒ piรน.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19, 11-28
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In quel tempo, Gesรน disse una parabola, perchรฉ era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento allโaltro.
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Disse dunque: ยซUn uomo di nobile famiglia partรฌ per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnรฒ loro dieci monete dโoro, dicendo: โFatele fruttare fino al mio ritornoโ. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: โNon vogliamo che costui venga a regnare su di noiโ. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornรฒ e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
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Si presentรฒ il primo e disse: โSignore, la tua moneta dโoro ne ha fruttate dieciโ. Gli disse: โBene, servo buono! Poichรฉ ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci cittร โ.
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Poi si presentรฒ il secondo e disse: โSignore, la tua moneta dโoro ne ha fruttate cinqueโ. Anche a questo disse: โTu pure sarai a capo di cinque cittร โ.
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Venne poi anche un altro e disse: โSignore, ecco la tua moneta dโoro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminatoโ. Gli rispose: โDalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perchรฉ allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno lโavrei riscosso con gli interessiโ. Disse poi ai presenti: โToglietegli la moneta dโoro e datela a colui che ne ha dieciโ. Gli risposero: โSignore, ne ha giร dieci!โ. โIo vi dico: A chi ha, sarร dato; invece a chi non ha, sarร tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a meโยป.
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Dette queste cose, Gesรน camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Parola del Signore
