Viene il Signore, la Luce vera che illumina ogni uomo, e ci invita a venire a Lui. Viene la Luce che illumina la legge e ci invita a venire a lei. Viene la Luce che illumina il cammino dellโessere figli del Padre, perchรฉ piccoli, e ci invita a venire a lei. Viene la Luce, quella vera, che ci fa conoscere il Padre e ci invita a venire nella Trinitร .
Venire: chiede un movimento, un movimento del cuore, innanzitutto; un movimento di interesse senza il quale il piede non si muove
La luce che viene ci mostra come la Legge, pur vera, non puรฒ dare la vita: la Legge ci fa vedere il cammino, le cose giuste, non ci rende capaci di amarle. ร per questo che Gesรน chiama la Legge giogo che affatica e opprime. Sia che noi siamo osservanti della Legge, sia che noi la trasgrediamo, siamo comunque schiavi della stessa. Certo lโapparenza รจ salva se noi non la trasgrediamo, ma il cuore rimane comunque traditore dellโAmore. Certo nessuno potrร venirci a dire nulla, se noi siamo osservanti delle norme della chiesa e del codice penale: ma ciรฒ non significa che noi saremo amanti del Signore Gesรน e che noi conosceremo il Padre.
La Luce che viene nel mondo, รจ una luce che senza alcun pudore e ritegno mette in evidenza il nostro adulterio nei confronti di Dio e di come questo adulterio, che noi dipingiamo come amore nei suoi confronti, diventi ogni giorno sempre piรน pesante e insopportabile. Lโessere cristiani come osservanti di norme รจ solo un peso che non serve alla salvezza.
La salvezza ci รจ stata donata dalla Luce che viene nel mondo, non รจ una conquista nostra. Qui si rivela giร il primo tradimento: credere di potere fare a meno di Dio salvandoci con le nostre buone azioni e con la rettitudine del nostro agire. Sembriamo delle vecchie incartapecorite che pensano di fare arrapare ancora qualcuno. Ne consegue che noi non siamo capaci di sentirci amati e di lasciarci amare. ร vero: corriamo molto meno rischi. Ma la domanda รจ unโaltra: la vita che viviamo vale la pena di essere vissuta in questo modo? Non รจ un peso inutile?
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La Legge data a Mosรจ รจ per la vita, ma non dร la Vita: โIn lui (Gesรน) era la vita e la vita era la luce degli uominiโ (Gv 1, 4). La Legge รจ solo un pesante fardello che ordina, denuncia, giudica e condanna ciรฒ che รจ contro di essa. Lโamore, invece, รจ pieno compimento della Legge: dร quella giustizia superiore che introduce nel regno. Lโunico dovere che noi abbiamo รจ quello di vivere il piacere di essere figli e fratelli.
La grazia, il giogo leggero dellโamore di Cristo, non abolisce il nostro agire, lo rende possibile. La grazia ci mette in piedi perchรฉ noi possiamo camminare, ci mette nelle condizioni di farlo, ci insegna a farlo, ci dร la spinta affettiva per farlo. Il Padre aspetta che noi gli corriamo incontro per accoglierci nelle sue braccia. A noi spetta lโultima mossa, senza la quale tutto il resto risulta vano. Ed รจ una mossa che puรฒ nascere solo dal desiderio di questo abbraccio.
Allโetica di norme e divieti succede quella della libertร , alla legge subentra il Vangelo.
Un botanico puรฒ fare una descrizione minuziosa delle leggi che governano lo sbocciare di un fiore. Tale minuziosa spiegazione non farร mai sbocciare nulla. La legge รจ questo botanico. Non esiste nessuna legge in grado di prescrivere e far eseguire ciรฒ che una madre per amore fa per il figlio.
Lโamore รจ libertร perchรฉ da esso germina tutto, non perchรฉ trasgredisce la legge. Chi ama รจ suddito non piรน della legge ma dellโamore, unico sovrano, legge a se stesso: questo รจ un giogo dolce e leggero. Il giogo dellโamore รจ lโunico che non opprime, anzi, che solleva, che ristora chi รจ stanco, che dร riposo a chi รจ affaticato, che puรฒ dare liberazione a chi รจ oppresso, anche perchรฉ lโamore o รจ scelto o non รจ.
Lโinvito del vangelo di oggi, รจ un invito a passare senza paura dalla lettera che uccide allo Spirito che dร vita, dalla legge alla libertร (2Cor 3, 1-18), dalla fatica al riposo. Lโinvito รจ quello di correre il rischio della libertร , di abbandonare le nostre false sicurezze, di incamminarci senza nรฉ bastone nรฉ bisaccia nรฉ sandali, ma con la fiducia in colui che ci chiama a venire a lui che viene.
Cosรฌ saremo โcapaciโ di essere discepoli del Signore che non brontola perchรฉ la gente che lo segue รจ stanca ed oppressa; cosรฌ non ci accontenteremo di prendercela con chi giร non ce la fa di suo perchรฉ รจ colpa sua. Non ci accontenteremo di questo ma avremo il coraggio di uno scatto di amore, che poi รจ scatto di fede, per cogliere la fatica dellโaltro e scegliere di portare con lui quel peso perchรฉ noi con lui possiamo ritornare a scegliere di โvenireโ dietro al Signore per potere scegliere il giogo dellโamore, quel giogo dolce e leggero.
Che la grazia del Signore ci accompagni con leggerezza nei passi delicati della nostra giornata.
AUTORE: p. Giovanni Nicoliย
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