p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 16 Giugno 2022

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Lโ€™ipocrita si serve di tutto: delle cose, della preghiera, di Dio, del fratello, per apparire. Lโ€™ipocrisia piรน profonda, piรน devastante, รจ quella che nasce dal volere apparire davanti a Lui. Il volere apparire รจ la negazione della capacitร  di relazione col fratello e con Dio.

In questi capitoli di Matteo ritroviamo Gesรน che ci parla continuamente della relazione vera con noi stessi, con il fratello e con Dio.

La preghiera รจ relazione e alla relazione รจ finalizzata. La preghiera non sono le chiacchiere. Non sono le parole moltiplicate per dire piรน preghiere. Non sono formule ripetute in un luogo per ottenere indulgenze, non me ne vogliano i fratelli francescani, cosรฌ prodighi alle indulgenze a seconda dei luoghi dove si recitano certe preghiere. La preghiera non puรฒ essere finalizzata allo stancare la divinitร  per estorcere ciรฒ che vogliamo: รจ lโ€™adolescente che prende per sfinimento il genitore. Ma questa non รจ ancora relazione matura.ย 

La preghiera non puรฒ neppure essere un bla-bla che non comunica niente se non la paura di comunicare. Lo vediamo continuamente quando cerchiamo di metterci in relazione con persone che parlano continuamente pensando che loro stiano comunicando. Ciรฒ che maggiormente pervade questo incontro รจ una sensazione di fumo e di vuoto.

La preghiera non รจ neppure una vuota ricerca di sรฉ dove noi ci accartocciamo su noi stessi con una sorta di autoerotismo che ci fa vibrare di sensazioni bellissime, sia che diciamo preghiere sia che diciamo โ€œOhmโ€: ma tutto ciรฒ non ha nulla a che vedere con la preghiera.

La preghiera รจ relazione. La relazione coinvolge tutta la nostra esistenza. La relazione non puรฒ infatti essere settoriale: o sei in relazione o non sei. In questi capitoli del vangelo di Matteo, Gesรน continuamente ci riporta a riflettere sulla nostra relazione con le cose, coi fratelli e con Dio.

La preghiera non puรฒ essere finalizzata alla ricerca del proprio io: saremmo degli ermafroditi. Anche se approdiamo a cose belle e a esperienze esaltanti, la preghiera cosรฌ intesa, puรฒ diventare distruttrice nei confronti del nostro io. Perchรฉ la preghiera, e attraverso di essa il proprio io, o si apre allโ€™altro/Altro, o non รจ. La persona diventa tale solo in relazione, diversamente rimane un individuo ben isolato come รจ isolata una campana senza batacchio: per quanto si agiti il suo suono non raggiungerร  mai nessuno.ย  Lโ€™io infatti รจ relazione che nellโ€™amore si realizza.ย  La preghiera รจ dialogo e alteritร , non รจ un monologo e โ€œin-seitร โ€, non รจ un parlarsi addosso per compiacersi.

La preghiera pagana รจ finalizzata a compiacere Dio per tenerselo buono: altro che Padre.

La preghiera del โ€œPadre Nostroโ€ altro non รจ se non un inno alla vera relazione con Dio Padre e col prossimo mio fratello.ย  Oggi siamo chiamati a scoprire la novitร  della preghiera del โ€œPadre Nostroโ€ che non si chiude su di sรฉ ma si apre a Dio e al fratello contemporaneamente. Il โ€œPadre Nostroโ€ ci mostra come il credere di aprirci a Dio dimentichi del fratello, sia una pia illusione nella quale noi ci perdiamo. Quando ci perdiamo in queste pie illusioni, noi facciamo diventare le nostre chiese, le nostre persone, spelonche di ladri e non piรน casa di preghiera, spelonche di ladri dove speriamo di potere ottenere sempre piรน favori da un dio minore che fa preferenze come qualsiasi altro potente di questo mondo.

Rivolgermi a Lui con la fiducia del figlio, non interessa cosa dico interessa, se sono in relazione. รˆ la sostanza della preghiera diventare rugiada sulle frizioni della nostra esistenza e sulle nostre relazioni troppo spesso falsate dalle nostre incapacitร  a relazionarci.

AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM