Il Padre ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perchรฉ chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita. La differenza sta nella pretesa che non puรฒ pretendere e non puรฒ essere maschera dellโamore non amante. Dio Padre non ha mandato il Figlio per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di Lui.
Il figlio nellโantichitร , era la cosa piรน preziosa che una persona potesse avere. Il figlio era il futuro. Senza un figlio, e dunque una discendenza, il proprio nome si sarebbe spento, non vi sarebbe stato un domani degno di questo nome. La perdita di un figlio era la perdita piรน grande che uno potesse soffrire. Anche oggi รจ cosรฌ ma รจ piรน legato al dispiacere di avere perso qualcosa di nostro e se dobbiamo dare qualcosa noi diamo la nostra vita di genitori piuttosto che quella del figlio. Ai tempi di Gesรน e nellโantichitร no. Se volevi fare del male a qualcuno non uccidevi lui ma il figlio. Se volevi dare qualcosa di prezioso allโaltro davi la vita del figlio che era piรน preziosa della propria perchรฉ al figlio apparteneva il domani e dunque la possibilitร di vivere ancora nella propria discendenza.
Cosรฌ รจ per Dio Padre: ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito. Non รจ uno scambio favorevole al Padre, come noi moderni siamo tentati di pensare. Ha dato ciรฒ che di piรน prezioso aveva ma anche ciรฒ di piรน prezioso che il Padre stesso era ed รจ.
ร Gesรน il testimone del Padre, Colui che donando se stesso dona la vita al mondo. Non รจ cosa del Padre potere fare questo. Sappiamo che da sempre Dio ama il mondo anche se il mondo lo rifiuta. Lโamore del Padre รจ libero e senza riserve e a noi tale amore giunge grazie alla testimonianza, cioรจ alla vita del Figlio.
Questo รจ il centro del vangelo di Giovanni: โNoi abbiamo riconosciuto e creduto allโamore che Dio ha per noiโ. Infatti, ci dice Giovanni nella sua prima lettera, Dio รจ amore! Questa รจ la rivelazione e questa รจ la testimonianza che corregge ogni depravazione del pensiero su Dio e dellโimmagine deturpata di Dio che noi abbiamo. Credere รจ lasciarci amare e, di conseguenza, illuminare! ร bello riconoscere che noi non siamo la luce ma possiamo essere illuminati dalla Luce. ร bello riconoscere il nostro buio senza falsi scandalismi e senza necessitร di volere salvare il salvabile ben apparendo. ร bello venire alla luce, sbocciare alla vita e illuminare anche gli altri, essere anche noi dono per evitare che si spengano.
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Perchรฉ il Padre ha mandato il Figlio? Perchรฉ il Figlio รจ il Suo dono per il mondo. ร un dono che raggiunge ogni uomo nella sua vita concreta e che diventa vita in coloro che lo ricevono, perchรฉ solo nel Figlio, che ama come รจ amato noi possiamo riconoscerci come figli; solo in Lui ritroviamo la nostra vera identitร di figli. Questa non รจ cosa da poco perchรฉ la conseguenza di questa scoperta di identitร รจ la scoperta della fraternitร .
La salvezza รจ credere in Cristo crocifisso, concretezza e profonditร dellโamore piรน grande che consiste nel donare la propria vita. In Lui รจ la Parola, la Luce, la Vita. Divenendo carne narra lโamore del Padre, cosa inenarrabile se non vissuta, se non incarnata.
Ed รจ proprio qui il mistero o se preferiamo il segreto: accogliere Lui significa salvarci, significa giungere alla pienezza di sรฉ, perchรฉ accogliamo la nostra vera identitร di figli e di fratelli; rifiutare Lui significa perderci perchรฉ non scopriamo nรฉ tantomeno diventiamo ciรฒ che siamo e ciรฒ che siamo chiamati ad essere. Con la Croce, con il dono in croce, Gesรน sdemonizza lโimmagine diabolica che lโuomo ha di Dio e di se stesso.
La croce di Gesรน รจ il flagello con cui Gesรน stesso purifica il tempio della nostra esistenza da tutto quel mercanteggiare che non porta da nessuna parte.
Dio ha creato tutto per la vita, se cosรฌ non fosse che Padre sarebbe? Nelle sue creature non vi รจ veleno di morte se non quello che siamo bravi a procurarci.
Se tutto ciรฒ รจ vero allora nellโabbandono del Figlio sulla croce non esiste piรน nessun abbandono, nessuno รจ piรน abbandonato: in ogni perduto per le varie vicissitudini della vita, il Padre vede il Figlio che da ogni perdizione ci ha liberati col dono di se stesso, dono appassionato del Padre in Lui, dono avvolto dallโabbraccio dello Spirito Santo.
Cosรฌ possiamo accorgerci di essere chiamati a vedere bene e male come parte integrante della nostra realtร dove siamo chiamati a vivere in libertร la realtร evangelica, che non รจ negazione o nascondimento del male, ma realismo vitale. Cosรฌ sappiamo che possiamo essere chiamati a vivere con libertร quel bene che non รจ mai apparenza o salvezza del salvabile, ma vita vitale che ci salva e ci dona vita, cosรฌ comโรจ. Liberi di amare perchรฉ amati.
ร lโamore di Dio che ha a che fare con la qualitร dei nostri legami dove comprendiamo il nucleo della vita non perchรฉ nominiamo il nome di Dio invano, ma perchรฉ lasciamo che la vita ci chiami anche in ogni momento anche piccolo, della nostra esistenza. Lรฌ possiamo cogliere e scoprire che le cose carnali sono il criterio delle cose spirituali e viceversa: sono parti della stessa dinamica di vita e di libertร .
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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