p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 14 Giugno 2019 – Mt 5, 27-32

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Gesรน continua il suo discorso, meglio la sua testimonianza, riguardante la giustizia, quella vera. La giustizia non รจ questione di leggi da conoscere e da applicare, รจ questione di cuore e di cuore che si concretizza nella relazione.

La giustizia conosciuta e magari anche applicata รจ normalmente mezzo di possesso e di potere, non mezzo di bene e di crescita. Troppo spesso la giustizia รจ divenuta mezzo per giustiziare, per compiere ogni genere di sopruso, per distruggere interi imperi, per togliere allโ€™altro ogni dignitร . Il male sa bene questo e utilizza la legge con pletore di avvocati e giudici per potere dominare il mondo a modo suo. Legge che รจ alla mercรฉ di gruppi economici sempre piรน potenti e sempre piรน destinati a creare morte e distruzione in nome del mercato e della libera concorrenza che รจ solo cosa che puรฒ ritornare ad interesse di chi della libera concorrenza รจ padrone.

Ciรฒ che Gesรน vuole non รจ una guerra di religione o di nuovi o vecchi comandamenti o una guerra fra potenze economiche, quello che Gesรน vuole รจ focalizzare il bene delle persone a partire dalla vita stessa.

Ciรฒ che fa la differenza รจ la relazione vissuta come possesso e la relazione vissuta come appartenenza, appartenenza reciproca. Lโ€™adulterare un rapporto di appartenenza reciproca tocca anche lโ€™ambito sessuale, ma tocca soprattutto lโ€™ambito affettivo. Per chi vivo e per cosa vivo, รจ la domanda da porre al nostro cuore, prima ancora che alla nostra mente. Infatti se il nostro cuore รจ cuore padronale, noi leggeremo tutto a partire da questa dinamica da padroni. Anche il cuore puรฒ essere strumento di possesso e non di appartenenza. Educare il cuore allโ€™appartenenza e quindi alla reciprocitร , significa educare il cuore al dono e non al prendere. Un cuore che si muove e che si modula sullโ€™amore del Padre, รจ cuore che si lascia animare dallโ€™amore di Dio, un Dio Padre che ci appartiene e al quale apparteniamo come figli, non come schiavi figli di possesso.

Lโ€™appartenenza, un cuore dedicato ad essa, crea relazione e reciprocitร  fra i figli ma anche fra uomo e donna. Lโ€™uomo che non accetta il proprio limite, non accetta neppure di essere uomo o donna, maschio o femmina. Lโ€™essere maschio o femmina significa manifestare ed evidenziare la propria limitatezza. Lโ€™uomo senza la donna e viceversa รจ monco, รจ limitato, manca di una parte. Per essere a immagine di Dio, figli di Dio, cโ€™รจ bisogno di un lui e di una lei che si appartengano, non che si possiedano. Con tutti i limiti del caso o passiamo di lรฌ o la fraternitร  e il vivere con, risulterร  sempre cosa impossibile. Il problema da cui scaturisce il bene e il male รจ la accettazione o non accettazione di sรฉ, come essere limitato che ha bisogno dellโ€™altro ma che esprime tale desiderio come dono di reciprocitร  e di appartenenza, non certo di possesso e di prevaricazione.

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Gesรน dunque, lo ripetiamo, non รจ interessato ad imporre una legge piรน dura di quella del decalogo. Lui va alla radice del male che รจ lโ€™incapacitร  di un rapporto fedele a noi stessi e allโ€™altro. Focalizzando il fatto che questa incapacitร  non รจ una imbranataggine di azione, quanto invece unโ€™incapacitร  che si radica nel nostro cuore e che chiede attenzione e cura proprio a questo nostro cuore, centro di ogni desiderio di bene o di male.

Il rapporto di coppia evidenzia lโ€™importanza, la bellezza e la fragilitร  del rapporto di alteritร , di cui la nostra umanitร  ne ha cosรฌ bisogno. In questa alteritร  troviamo radicato lโ€™amore di Dio e il suo rapporto con noi. La bellezza di tale rapporto si evidenzia anche nella sua fragilitร . Non รจ questione di potenza o di sicurezza, รจ questione di umanitร  dove, anche nel rapporto con Dio, si manifesta la nostra libertร  e fragilitร . Ma รจ lรฌ il bello del vivere e del giocarci.

Cosรฌ per ogni differenza, differenza che di per sรฉ diventa accettazione e non rivalitร , diventa dono e dunque feconditร . Senza tale fragilitร  vissuta come dono e come via di relazione, rimane solo il possesso, la mancanza di feconditร . A ben vedere anche nella nostra continua ricerca di vita che si perde nei campi delle nostre conquiste e dei nostri possessi, noi ricerchiamo lโ€™altro. Ma รจ un altro che non puรฒ essere di possesso e di sicurezza, ma di relazione, di reciprocitร , di appartenenza e, dunque, di amore che umanizza e rende liberi.

Senza questa prospettiva noi uccidiamo il prossimo se non nel corpo senzโ€™altro nello spirito e nella sua umanitร . Cosรฌ la diversitร  diventa problema anzichรฉ colore di vita. Cosรฌ la sessualitร  diventa via di possesso e non di dono e di feconditร : perdiamo in tal modo il bello della vita.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.

Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha giร  commesso adulterio.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5, 27-32


In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซAvete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha giร  commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti รจ motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geรจnna. E se la tua mano destra ti รจ motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geรจnna.
Fu pure detto: โ€œChi ripudia la propria moglie, le dia lโ€™atto del ripudioโ€. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone allโ€™adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterioยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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