Gesรน continua il suo discorso, meglio la sua testimonianza, riguardante la giustizia, quella vera. La giustizia non รจ questione di leggi da conoscere e da applicare, รจ questione di cuore e di cuore che si concretizza nella relazione.
La giustizia conosciuta e magari anche applicata รจ normalmente mezzo di possesso e di potere, non mezzo di bene e di crescita. Troppo spesso la giustizia รจ divenuta mezzo per giustiziare, per compiere ogni genere di sopruso, per distruggere interi imperi, per togliere allโaltro ogni dignitร . Il male sa bene questo e utilizza la legge con pletore di avvocati e giudici per potere dominare il mondo a modo suo. Legge che รจ alla mercรฉ di gruppi economici sempre piรน potenti e sempre piรน destinati a creare morte e distruzione in nome del mercato e della libera concorrenza che รจ solo cosa che puรฒ ritornare ad interesse di chi della libera concorrenza รจ padrone.
Ciรฒ che Gesรน vuole non รจ una guerra di religione o di nuovi o vecchi comandamenti o una guerra fra potenze economiche, quello che Gesรน vuole รจ focalizzare il bene delle persone a partire dalla vita stessa.
Ciรฒ che fa la differenza รจ la relazione vissuta come possesso e la relazione vissuta come appartenenza, appartenenza reciproca. Lโadulterare un rapporto di appartenenza reciproca tocca anche lโambito sessuale, ma tocca soprattutto lโambito affettivo. Per chi vivo e per cosa vivo, รจ la domanda da porre al nostro cuore, prima ancora che alla nostra mente. Infatti se il nostro cuore รจ cuore padronale, noi leggeremo tutto a partire da questa dinamica da padroni. Anche il cuore puรฒ essere strumento di possesso e non di appartenenza. Educare il cuore allโappartenenza e quindi alla reciprocitร , significa educare il cuore al dono e non al prendere. Un cuore che si muove e che si modula sullโamore del Padre, รจ cuore che si lascia animare dallโamore di Dio, un Dio Padre che ci appartiene e al quale apparteniamo come figli, non come schiavi figli di possesso.
Lโappartenenza, un cuore dedicato ad essa, crea relazione e reciprocitร fra i figli ma anche fra uomo e donna. Lโuomo che non accetta il proprio limite, non accetta neppure di essere uomo o donna, maschio o femmina. Lโessere maschio o femmina significa manifestare ed evidenziare la propria limitatezza. Lโuomo senza la donna e viceversa รจ monco, รจ limitato, manca di una parte. Per essere a immagine di Dio, figli di Dio, cโรจ bisogno di un lui e di una lei che si appartengano, non che si possiedano. Con tutti i limiti del caso o passiamo di lรฌ o la fraternitร e il vivere con, risulterร sempre cosa impossibile. Il problema da cui scaturisce il bene e il male รจ la accettazione o non accettazione di sรฉ, come essere limitato che ha bisogno dellโaltro ma che esprime tale desiderio come dono di reciprocitร e di appartenenza, non certo di possesso e di prevaricazione.
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Gesรน dunque, lo ripetiamo, non รจ interessato ad imporre una legge piรน dura di quella del decalogo. Lui va alla radice del male che รจ lโincapacitร di un rapporto fedele a noi stessi e allโaltro. Focalizzando il fatto che questa incapacitร non รจ una imbranataggine di azione, quanto invece unโincapacitร che si radica nel nostro cuore e che chiede attenzione e cura proprio a questo nostro cuore, centro di ogni desiderio di bene o di male.
Il rapporto di coppia evidenzia lโimportanza, la bellezza e la fragilitร del rapporto di alteritร , di cui la nostra umanitร ne ha cosรฌ bisogno. In questa alteritร troviamo radicato lโamore di Dio e il suo rapporto con noi. La bellezza di tale rapporto si evidenzia anche nella sua fragilitร . Non รจ questione di potenza o di sicurezza, รจ questione di umanitร dove, anche nel rapporto con Dio, si manifesta la nostra libertร e fragilitร . Ma รจ lรฌ il bello del vivere e del giocarci.
Cosรฌ per ogni differenza, differenza che di per sรฉ diventa accettazione e non rivalitร , diventa dono e dunque feconditร . Senza tale fragilitร vissuta come dono e come via di relazione, rimane solo il possesso, la mancanza di feconditร . A ben vedere anche nella nostra continua ricerca di vita che si perde nei campi delle nostre conquiste e dei nostri possessi, noi ricerchiamo lโaltro. Ma รจ un altro che non puรฒ essere di possesso e di sicurezza, ma di relazione, di reciprocitร , di appartenenza e, dunque, di amore che umanizza e rende liberi.
Senza questa prospettiva noi uccidiamo il prossimo se non nel corpo senzโaltro nello spirito e nella sua umanitร . Cosรฌ la diversitร diventa problema anzichรฉ colore di vita. Cosรฌ la sessualitร diventa via di possesso e non di dono e di feconditร : perdiamo in tal modo il bello della vita.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.
Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha giร commesso adulterio.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5, 27-32
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซAvete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha giร commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti รจ motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geรจnna. E se la tua mano destra ti รจ motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geรจnna.
Fu pure detto: โChi ripudia la propria moglie, le dia lโatto del ripudioโ. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone allโadulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterioยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
