p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 12 ottobre 2025

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โ€œE gli altri nove dove sono?โ€.

I nove lebbrosi di casa, secondo lโ€™ortodossia ebraica, non erano tornati indietro a ringraziareโ€! Avevano fatto una lunga strada per venire a chiedere grazie su grazie, ma non fecero un passo per ritornare a rendere grazie. Lโ€™unico a fare ritorno fu il samaritano che per gli ebrei ortodossi era lโ€™eretico, lo scomunicato, lo straniero.

โ€œNon si รจ trovato chi tornasse a render gloria a Dio, allโ€™infuori di questo straniero?โ€. Forse anche noi chiediamo grazie nella nostra vita, ma forse mai ci siamo fermati un istante a dire grazie!

Perchรฉ?

La vita del malato di lebbra รจ cosa dura oggi e ancor piรน nel passato, ai tempi di Gesรน. Lโ€™improvvisa guarigione doveva suscitare una gioia straripante, doveva provocare lacrime di contentezza. Eppure quei nove si dimenticarono di render grazie! Perchรฉ?

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Nel vangelo di oggi รจ lo straniero che rende grazie e gloria. Quelli di casa, gli abitudinari, coloro che vanno sempre a pregare, si dimenticano.

Ogni mattina noi aprendo gli occhi vediamo la luce, vediamo gli altri, vediamo i colori. Forse facciamo questo senza provare alcun sentimento particolare che ci spinga a congiungere le mani rendendo grazie con la preghiera del mattino. Cosรฌ, assuefatti, ci mettiamo a correre dietro alle nostre faccende.  Ma chi ha recuperato la vista, no: vedendo i colori si commuove!

Proviamo a cogliere quanta gioia di vivere ci ruba lโ€™abitudine! Quanta gloria sottrae a Dio e alla vita il nostro dare tutto per scontato.

Esiste anche lโ€™abitudine religiosa: i nove ebrei erano fedeli abitudinari del tempio di Gerusalemme, forse proprio per questo non tornano da Gesรน.

Nessuno rende grazia e gloria per lโ€™incontro con Dio se รจ un abitudinario di Dio. A volte sono beati gli atei a meno che anche loro siano degli abitudinari dellโ€™ateismo! I sommi sacerdoti e i farisei non poterono riconoscere il Figlio di Dio in Gesรน morente sulla croce: lโ€™unico che lo riconobbe fu il centurione romano, il pagano!

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Non possiamo non cogliere il fatto che la stessa esistenza ci fu data mentre noi non esistevamo. Ci fu data mentre ciascuno di noi era estraneo ad essa: straniero verso la sua esistenza!

Nessun nostro merito puรฒ darci il diritto di reclamare lโ€™esistenza come ci appartenesse, perchรฉ lโ€™esistenza si dischiude dal nulla. Tra lโ€™esistenza e il nulla cโ€™รจ solo Dio che crea gratuitamente!

Chi ignora il nulla, ignora Dio. Chi non rende grazie e gloria per il nulla della sua origine, nemmeno lo rende per Dio che lo crea dal nulla.

Chi non รจ familiare con il nulla, non sente il bisogno di ringraziare.

Ci sono due tipi di cammino religioso: uno in cui lโ€™uomo cerca di rivestirsi di meriti, di titoli, di diritti; lโ€™altro in cui lโ€™uomo si purifica e si spoglia di tutto.

Il rendere grazie e il rendere gloria dal cuore รจ solo di chi si spoglia e scopre la sua origine dal nulla.

โ€œAlzati e vaโ€™; la tua fede ti ha salvato!โ€. Cristo proferisce queste parole con il cuore pieno di riconoscenza. Lo rivela il fatto che Cristo non si arroga il diritto di trattenere per sรฉ coloro che aveva guarito. Riconosce che la guarigione fu grazie alla fede del lebbroso stesso. Cristo si sente come straniero, non padrone del prodigio compiuto.

รˆ stata la fede del lebbroso a concedergli di fare il miracolo. Non si vanta per questo, non sente alcun diritto, รจ libero da ogni ricerca di vantaggio per sรฉ.

Essere Cristo รจ come il vangelo annuncia: svolgere la funzione del sale. Il sale si scioglie risvegliando il sapore di ogni cosa. Il sale scompare e non se ne avverte piรน il sapore. Ma grazie a lui si risvegliano i sapori originali di ogni alimento in cui il sale si รจ sciolto. Cosรฌ Cristo guida il discepolo a essere se stesso e a manifestarlo. Poi si ritira e ritorna al Padre per rendere grazie e gloria.

Con un passo in avanti possiamo cogliere come nel vangelo esempi di fede sono riferiti a persone estranee allโ€™ambito religioso. Pensiamo anche al Samaritano che soccorre colui che era stato assalito dai briganti, cosa evitata dal sacerdote e levita. Eppure รจ solo uno contro nove a fermarsi al ringraziamento e al riconoscimento. Una persona estranea alla religione dimostra fede. Forse siamo chiamati a cogliere la persona di religione e la persona di fede che tante volte gioca in noi e attorno a noi.

Credenti nella Legge e in Mosรจ, sono nove, e uno รจ il non credente, straniero, uno senza legge che vive ai margini della societร , uno straniero, un palestinese e non ebreo, uno che non conviene avere amico, non puรฒ dare nulla, anzichรฉ uno che arricchisce e tiene aperta la strada degli occidentali in un territorio arabo o turco o semplicemente medio orientale.

I dieci avevano gridato a Gesรน: โ€œabbi pietร  di noiโ€, evidenziando lโ€™urgenza di un dolore che non fa distinzione: tutti uguali, tutti fratelli nella disgrazia. Tutti insieme anche nel seguire il cammino prescritto seguendo la legge.  Gesรน non dice: vi ho guariti. Dice: seguite il cammino prescritto: seguite la legge. Non dice: ecco vi ho guariti. E tutti vanno e andando si risanano. E qui finisce il cammino comune. Da qui inizia la fede: ognuno รจ solo a questo punto: non si conta sulle stampelle delle credenze.

Forse la meta di questo incontro non รจ la guarigione: i dieci sono tutti risanati, ma questo non รจ il terreno della fede. La fede รจ cosa di sempre, non di qualche attimo. Se pensiamo che la meta del nostro cammino รจ la guarigione, noi pensiamo di sapere giร  tutto. Il credente crede di sapere di essere dalla parte giusta, di sapere quale รจ la volontร  di Dio, crede di sapere come si fa a guarire. Questo credere di sapere impedisce di dischiudersi alla fede. Il non credente non sa dove appoggiarsi pur avendo gli stessi bisogni e la stessa malattia. Vuole guarire anche lui, ma non si aspetta nulla. Quando giunge la guarigione esplode lo stupore di chi riceve un dono immeritato: โ€œUno di loro, vedendosi guarito, tornรฒ indietro!โ€: qui comincia la fede.

Solo lo straniero torna indietro a rendere gloria: e allora solo allora Gesรน parla di fede. Non quando chiedevano la guarigione, non quando furono sanati, non quando vanno al tempio, ma quando torna uno da solo, straniero senza patria e senza credo, a rendere grazie del dono gratuito. โ€œAlzati e vaโ€™, la tua fede ti ha salvato!โ€: allora la fede lo salva. Per nove non vi รจ che il compenso pattuito, per uno รจ la meraviglia che fa risorgere a nuova vita.

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