p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 28 Settembre 2025

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Lโ€™inferno di tutti i giorni

Libri, film e racconti si sono sbizzarriti nel tentativo di proporre una rappresentazione dellโ€™inferno. รˆ certamente uno degli argomenti su cui lโ€™intelletto incontra grandi ostacoli nel tentativo di cercare spiegazioni o immagini adeguate. Eppure, tante volte, nel linguaggio comune, affermiamo che una situazione รจ infernale. Ne facciamo esperienza. Sentiamo che รจ cosรฌ.

Una delle definizioni piรน immediate e toccanti dellโ€™inferno, la troviamo nel Diario di un curato di campagna, di G. Bernanos: ยซLโ€™Inferno, signora, รจ non amare piรนยป. In quel romanzo si racconta la storia di un giovane prete che si ritrova in una parrocchia in cui sperimenta una grande ostilitร  da parte della gente e si trova nel mezzo delle beghe familiari dei conti del luogo. Mentre il giovane curato parla dellโ€™inferno alla contessa, sta dando sfogo in realtร  allโ€™inferno che lui stesso vive. Il giovane curato รจ un alcolizzato per tara familiare. Il suo inferno, quello che si porta dentro, รจ lโ€™isolamento profondo dal mondo, quellโ€™impossibilitร  di comunicare ciรฒ che ti porti dentro, lโ€™impossibilitร  di confessare il bisogno di essere amato.

Una grande distanza

Il testo del Vangelo di Luca ci presenta, non a caso, lโ€™inferno come un abisso, una grande distanza. E il Vangelo sembra voler suggerire che quella distanza la scaviamo durante la vita, siamo noi stessi che ci costruiamo lโ€™inferno della solitudine.

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Dove sto sbagliando?

Il ricco epulone รจ lโ€™ennesimo personaggio, dopo i figli del padre misericordioso e lโ€™amministratore scaltro, che si mette a cercare in modo sbagliato il senso della vita. Ancora una volta il Vangelo torna a metterci in guardia contro quella tentazione sottile di sfamare solo noi stessi. Il ricco epulone divora la vita e la trattiene per sรฉ. Siamo tutti esposti a quella voce che continuamente ci esorta a pensare prima di tutto a noi stessi: pensa prima a te! Salvati! Perfino Cristo, sulla croce, sente quella stessa tentazione.

Preoccupazioni

Il ricco epulone non ha nome. รˆ giร  nellโ€™inferno, perchรฉ se non hai un nome non puoi essere chiamato: il ricco vive giร  nel suo isolamento. Neanche Dio ha un nome per lui.

Nel linguaggio evangelico, la ricchezza รจ il contrario del dono: se sei ricco vuol dire che non hai donato. Il ricco epulone รจ uno stile di vita: si vestiva e si dava a lauti banchetti. Nel Vangelo di Matteo, al contrario, Gesรน invita a non preoccuparsi di quello che indosserete e di quello che mangerete.

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Vestirsi e mangiare sono le nostre grandi preoccupazioni: preoccuparsi per il vestito vuol dire preoccuparsi dellโ€™immagine che devo dare agli altri, vuol dire preoccuparsi del giudizio che gli altri hanno su di me. Per questo ogni giorno ci affatichiamo nel cercare la maschera giusta per compiacere il mondo senza mostrare mai il nostro vero volto. Siamo preoccupati di cosa mangeremo, perchรฉ non ci fidiamo degli altri e pensiamo sempre di dover andare a caccia per conquistarci le nostre prede.

Il ricco epulone รจ proprio il contrario dellโ€™immagine di Cristo: se il ricco si veste, Cristo si spoglia della sua uguaglianza con Dio, se il ricco si dava a lauti banchetti, Cristo dona il suo corpo come cibo.

รˆ dunque la preoccupazione per se stessi che pian piano scava lโ€™abisso che ci separa dagli altri e da Dio.

Mancanza o attaccamenti

A differenza del ricco epulone, Lazzaro, il cui nome significa โ€œDio aiutaโ€, รจ colui che vive la beatitudine della mancanza. Lazzaro desiderava sfamarsi: la sua fame lo spinge a non smettere di desiderare. Lazzaro cerca, รจ aperto alla vita. E infatti Dio ha per lui un nome. Lazzaro non รจ isolato perchรฉ non รจ sazio, ha inevitabilmente bisogno di un altro, non basta a se stesso.

Al contrario, quella stessa terra a cui si รจ attaccato, diventa per il ricco la sua tomba: fu sepolto. Quella terra, a cui si รจ attaccato gelosamente, gli cade addosso. Lโ€™inferno ce lo costruiamo durante la vita quando ci chiudiamo dentro le nostre torri dโ€™avorio, quando ci attacchiamo alle nostre sicurezze, ai nostri ruoli, quando ci difendiamo dietro quellโ€™immagine diventata ormai una gabbia.

Una nuova occasione

Come lโ€™amministratore disonesto era chiamato improvvisamente dalla vita a rendere conto, cosรฌ anche per il ricco epulone cโ€™รจ un momento in cui vede: la vita ci offre sempre generosamente lโ€™occasione di vedere dove siamo.

Vedere รจ il verbo della responsabilitร  perchรฉ ci permette di ri-decidere della nostra vita. Come sto cercando di dare senso alla mia vita? Prendendo e trattenendo per me oppure ho ancora il coraggio di chiedere da mangiare?

Come per il ricco epulone, cosรฌ anche per noi, solo Mosรจ e i profeti possono risvegliarci dai nostri stordimenti: Mosรจ e i profeti indicano la Parola di Dio nel suo insieme. Fin dal mattino la Parola ci scuote e ci distoglie da quella quotidiana preoccupazione di cercare lโ€™abito giusto o di chiuderci da soli nei depositi delle nostre sicurezze.

Leggersi dentro

  • Che cosa potrebbe portarti ad allontanarti da Dio e dagli altri?
  • Che cosa stai costruendo con la tua vita?

Per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I. – Fonte

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