p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 23 Ottobre 2022

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Un gioco di specchi

Come la strega di Biancaneve, tutti noi abbiamo un angolo segreto della nostra casa interiore dove custodiamo uno specchio magico al quale chiediamo ogni giorno di rassicurarci: vorremmo continuare a vivere nellโ€™inganno di essere i piรน belli del Reame, e confidiamo in uno specchio che ci possa confermare nellโ€™idea che abbiamo di noi stessi.

Gli altri, infatti, con i loro limiti e le loro imperfezioni ci infastidiscono, ci irritano. Con i loro giudizi, vengono a turbare lโ€™immagine che tanto faticosamente stiamo costruendo di noi stessi. Improvvisamente ci rendiamo conto che lo specchio, che custodiamo tanto gelosamente in quellโ€™angolo della nostra casa interiore, non รจ lโ€™unico. Gli altri, spesso senza volerlo, ci fanno continuamente da specchio e passandoci davanti riflettono il nostro volto, mostrandoci quello che non ci piace di noi stessi o quello di cui manchiamo.

Se gli altri ci irritano, infatti, non รจ un caso: in genere quello che non amiamo negli altri evoca qualcosa in noi. Gli altri ci danno fastidio o perchรฉ vediamo in loro qualcosa che anche noi siamo, ma che non vogliamo ammettere di essere, o perchรฉ hanno qualcosa che non abbiamo, ma che noi vorremmo avere. Quando ti senti infastidito, chiediti sempre cosa stai dicendo a te stesso.

La paura dellโ€™imperfezione

Il fariseo di questo testo del Vangelo non sopporta per esempio la sua imperfezione. Non vuole neanche sentirne parlare. Ha paura di sbagliare. E nel profondo sa di poterlo fare. Sa quanta energia sta impegnando per non vedere il suo limite. Per questo motivo sposta la sua imperfezione sugli altri.

Come noi, anche il fariseo si illude che, spostando lโ€™imperfezione sugli altri, la allontanerร  da se stesso. La consegna agli altri, pensando che cosรฌ se ne potrร  liberare. Ricordati:ย quello che stai consegnando agli altri, รจ proprio quello che ti appartiene!

Lo specchio della preghiera

Quella preghiera che nei versetti precedenti era il luogo del grido della vedova verso il giudice iniquo, qui diventa il luogo in cui venir fuori per quello che siamo:ย dimmi come preghi, e ti dirรฒ chi sei!ย Prova ad ascoltare come preghi e capirai tante cose di te.

Il fariseo usa per esempio la preghiera proprio come lo specchio magico della strega di Biancaneve: usa la preghiera per essere confermato nellโ€™immagine positiva di se stesso. Anche coloro che non pregano, usano comunque il loro dialogo interiore come luogo di conferma e di approvazione.

Esagerazioni

Nella sua preghiera o nel suo dialogo interiore il fariseo esagera quei comportamenti che lo confermano nella sua idea di perfezione, illudendosi cosรฌ di allontanare e di non vedere il proprio limite: il fariseo dice di digiunare due volte alla settimana, mentre il libro del Levitico (al cap.16) chiedeva di digiunare solo una volta lโ€™anno, nel giorno dellโ€™espiazione; il fariseo dice di pagare la decima su tutto ciรฒ che possiede, mentre la legge mosaica chiedeva di pagare la decima solo su ciรฒ che si produce.

Potrebbe sembrare semplicemente unโ€™esagerazione del bene, ma cosa spinge il fariseo a questa esagerazione? Ogni volta che siamo di fronte a dei comportamenti eccessivi รจ bene chiedersi cosa vi sia dietro. Molto probabilmente il fariseo non si fida degli altri, pensa che tutti siano pubblicani, che tutti siano imperfetti: egli digiuna infatti anche per chi, secondo lui, non lo fa; paga la decima anche su quello che compra perchรฉ non si fida di chi gli vende le cose, cioรจ di chi dovrebbe aver pagato la decima, ma che secondo lui, nella sua ossessione, potrebbe non averlo fatto. Riempiendo i vuoti imperfetti degli altri, il fariseo cerca di confermarsi nella propria idea di perfezione.

Unโ€™immagine distorta di Dio

Nella sua preghiera il fariseo sta davanti a Dio come davanti a un giudice, ma un giudice che rappresenta una visione distorta di Dio, perchรฉ non รจ neanche il giudice di cui parla il libro del Siracide: lรฌ almeno si tratta di un giudice che non fa preferenze di persone (Sir 35,15). Il fariseo invece รจ colui che cerca disperatamente di racimolare qualche bonus o qualcheย punto paradisoย per guadagnarsi il favore di un Dio che emette sentenze. Se Dio รจ giudice, lo รจ nel modo in cui Paolo lo riconosce alla fine della sua vita, quando arriva a consegnare se stesso, cosรฌ comโ€™รจ arrivato a quel punto della sua vita, sapendo che Dio lo accoglierร  come giudice giusto (2Tm 4,8).ย 

Questione di pronomi

Chi รจ ossessionato dalla propria immagine, metterร  al centro della propria preghiera o dei propri pensieri soltanto il proprio Io: questo รจ lโ€™unico pronome che ricorre nella preghiera del fariseo. Nella sua immaginazione cโ€™รจ spazio solo per se stesso. Il suo Io รจ talmente ingombrante che arriva perfino a mettersi al posto di Dio: usa per se stesso il nome di Dio,ย Io sono. Quando cerchi solo te stesso, ben presto esproprierai anche Dio dalla tua vita.

Al contrario, il pubblicano non ha paura di vedere il suo limite e la sua imperfezione. Si riconosce peccatore. Ma soprattutto si mette davanti allo sguardo di un altro. Nella sua preghiera si rivolge a un Tu:ย abbi pietร  di me!ย Certo, il pubblicano non saprebbe dove nascondersi, perchรฉ la sua imperfezione รจ palese: lavora per i pagani e tocca il denaro. รˆ evidentemente impuro, limitato, schiavo di se stesso. Ma paradossalmente, proprio perchรฉ รจ cosรฌ evidente, non ha bisogno di consegnare ad altri la sua imperfezione. Il fariseo, invece, deve difendere unโ€™immagine: non puรฒ ammettere nรฉ agli altri nรฉ a se stesso di essere nel profondo un peccatore.

Riconciliazione

Ecco cosa vuol dire dunque andarsene riconciliati oppure no: il pubblicano รจ riconciliato con il suo limite, con la sua imperfezione e con il suo peccato. Proprio perchรฉ lo riconosce, puรฒ veramente consegnarlo ed esserne liberato. Ha scoperto che ยซil Signore รจ vicino a chi ha il cuore spezzatoยป (Sal 33,19)

Il fariseo non se ne va riconciliato perchรฉ non si รจ guardato dentro, non ha riconosciuto ciรฒ che veramente si porta dentro, proietta sugli altri ma non si libera dal suo peso, continua a portare con sรฉ la fatica di dover vivere nascondendo ciรฒ che รจ veramente. La vita del fariseo รจ una vita non riconciliata. Isolato nel suo Io, il fariseo non troverร  mai nessuno con cui condividere la sua paura di non essere perfetto.

Leggersi dentro

  • Cosa ti infastidisce di piรน negli altri?
  • Quali sono gli aspetti di te che fai piรน fatica ad accogliere?

per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I.
Fonte