p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 2 Luglio 2023

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Aprire

Per quanto cerchiamo talvolta di rimanere da soli, prima o poi cโ€™รจ sempre qualcuno che viene a bussare alla nostra vita! A volte per chiedere aiuto, a volte per il piacere di stare insieme, a volte anche solo per disturbarci o per rovinarci la giornata, a volte per condividere una parola. Ci ritroviamo cosรฌ davanti allโ€™alternativa tra il fare finta di non esserci e lo scomodarci ad aprire. In fondo, se ci facciamo caso, viviamo tutte le nostre giornate nella decisione tra queste possibilitร . A volte siamo contenti e senza esitare apriamo il nostro cuore, altre volte indugiamo, altre volte ancora ci sbarriamo dentro provando a non respirare per essere piรน credibili nel nostro silenzio.

Lo sconosciuto

Come nel racconto del Secondo libro dei Re, che leggiamo questa domenica, passa prima o poi nella nostra vita uno sconosciuto, una presenza che ci interpella. Potrebbe essere qualcuno che, anche senza volerlo, con la sua incursione ci fa pensare o ci indica qualcosa di importante per la nostra vita. Potrebbe essere per esempio un amico che ci incoraggia ad affrontare le difficoltร  e ci aiuta a ยซinnalzare la fronteยป (Sal 89,18), potrebbe essere qualcuno che ci dร  speranza, a volte รจ semplicemente qualcuno che soffre e che, con la sua testimonianza, ci aiuta a stare nelle nostre fatiche.

Costruire uno spazio

Sono presenze profetiche che attraversano il nostro cammino, proprio come il profeta che attraversa la vita di questa donna illustre del testo del Secondo libro dei Re: Eliseo passa varie volte nella vita di questa donna e con la sua presenza la induce a interrogarsi. รˆ una donna a cui manca il futuro, perchรฉ non ha un figlio e il marito รจ anziano: la vita sembra inesorabilmente orientata verso la fine, tutto sembra dileguarsi nel nulla. Sebbene non preveda alcun guadagno dal suo gesto, questa donna si apre allโ€™accoglienza: รจ da quel gesto che nasce il suo futuro. Chiede al marito di costruire uno spazio per il profeta. Accogliere significa infatti sempre anche perdere qualcosa. Forse รจ proprio questo che rende difficile lโ€™accoglienza: ci chiede di fare spazio, di perdere un poโ€™ il controllo, siamo chiamati a rinunciare a qualcosa per generare vita. Anche la mamma deve rinunciare a tenere il figlio nel suo grembo per farlo nascere e per continuare a vivere.

Perdere

Ogni giorno siamo chiamati a perdere qualcosa per poter vivere: ci viene chiesto a volte di perdere il nostro tempo per ascoltare qualcuno, ci viene chiesto di farci da parte per lasciare spazio a qualcun altro, ci viene chiesto di scomodarci per andare incontro ai bisogni e alle esigenze che ci vengono posti davanti. Talvolta ci illudiamo di poter evitare questa accoglienza, ma in realtร  se non accogliamo, moriamo! Non accogliere vuol dire chiudersi dentro, sbarrarsi dentro se stessi. Il grembo rimane vuoto e senza vita se non si รจ disposti ad accogliere. Per riprendere le parole di Paolo nella Lettera ai Romani, potremmo dire che accogliere รจ veramente ยซcamminare in una vita nuovaยป (Rm 6,7).

Unโ€™altra logica

Anche Gesรน nel Vangelo ci propone di riflettere su questa alternativa rovesciata tra il perdere e il trovare: sebbene siamo sempre affannati nel tentativo di conquistare e possedere, in realtร  la vita fiorisce solo laddove si รจ disposti a perdere. In questo contesto possiamo comprendere meglio anche le parole di Gesรน che invitano a prendere la propria croce (Mt 10,38): possiamo capire il valore dellโ€™accoglienza e la disponibilitร  a perdere solo se assumiamo ogni giorno la logica del Vangelo, cioรจ la croce, come criterio delle nostre scelte. Si accoglie per amore, si accoglie quando si scopre che lโ€™unico modo per generare รจ perdere qualcosa di noi. Si puรฒ assumere la logica del Vangelo come criterio delle nostre scelte solo se siamo disposti a mettere un poโ€™ da parte i nostri ragionamenti e le nostre precomprensioni, il che vuol dire perdere un poโ€™ dellโ€™ipertrofia del nostro io. Solo perdendo, si puรฒ seguire veramente Gesรน: seguire vuol dire mettersi dietro, guardare dove mette i piedi Gesรน. Vuol dire quindi lasciarsi portare anche dove non avremmo pensato di andare!

Semplicitร 

Lโ€™accoglienza spaventa, ma in realtร  comincia dai piccoli gesti, comincia da un bicchiere dโ€™acqua fresca. Purtroppo abbiamo caricato la parola accoglienza di tanta ideologia, lโ€™abbiamo sovraccaricata di ragionamenti politici e finanziari, fino a perdere il valore primitivo di un gesto semplicemente umano che custodisce lโ€™essenza di quello che siamo: esseri in relazione. Siamo chiamati per vocazione a essere scomodati, anche quando sentiamo lโ€™altro come straniero nel nostro mondo (E. Lรฉvinas). In realtร  รจ proprio colui che ci interpella e ci scomoda a renderci capaci di generare.

Leggersi dentro

– Ti lasci scomodare o vivi chiuso dentro?

– Cosa sei disposto a perdere per seguire di piรน Gesรน?

per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I.
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