p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 14 Febbraio 2021

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Distanziamento

Lโ€™espressione piรน ricorrente in questo periodo di pandemia รจ sicuramente lโ€™invito a rispettare la cosiddetta โ€œdistanza socialeโ€, ma, come ha giustamente osservato lโ€™Accademia della Crusca, sarebbe meglio parlare di un distanziamento fisico: la distanza non puรฒ essere sociale, anzi, la distanza interrompe la socialitร . Oggi sappiamo che questo sacrificio รจ necessario per la nostra sopravvivenza, ma stiamo anche imparando che questa distanza, che consiste in una permanente diffidenza nellโ€™altro, visto come possibile pericolo, deve essere urgentemente superata e non puรฒ diventare la cifra della nostra convivenza.

Tenere a distanza รจ un atteggiamento che presuppone la paura di trovarsi di fronte a un rischio: lโ€™altro รจ allontanato, espulso, relegato in un luogo dal quale non potrร  farmi del male. Purtroppo queste dinamiche che oggi viviamo in maniera consapevole e motivata, sono le dinamiche serpeggianti da sempre nella vita sociale: alcuni, che non sono ritenuti allโ€™altezza di starci accanto, alcuni che con la loro presenza potrebbero offuscare lโ€™immagine di bellezza che abbiamo di noi stessi, alcuni che con le loro parole mettono in crisi lโ€™idea illusoria nella quale ci rispecchiamo, vengono tenuti a distanza. Sono gli emarginati, i senza fissa dimora, ma anche coloro che hanno opinioni politiche diverse dalla cultura dominante, sono gli anziani e i malati che ci rimandano la veritร  di una vita che non รจ fatta solo di copertine patinate e di fisici scolpiti. Quando non vogliamo accettare quel fascio di luce che ci svela la realtร , diventiamo ciclopici e guardiamo da una sola parte.

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Escludere

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Questa dinamica รจ antica e possiamo considerarla anche alla base dellโ€™esperienza del lebbroso di cui ci parla non solo il testo del Vangelo di questa domenica, ma anche molti altri luoghi della Bibbia. Il lebbroso รจ lโ€™escluso, quello che fa paura e che rappresenta un pericolo. Molti di noi, ne sono certo, almeno qualche volta nella vita, si sono sentiti come lebbrosi: allontanati, come se facessero paura, inadeguati a stare con gli altri. Il lebbroso รจ costretto a stare lontano perchรฉ gli altri gli hanno messo unโ€™etichetta addosso. Sebbene sia unโ€™immagine dura, รจ significativo ricordare che la vita del lebbroso รจ una vita che realmente va a pezzi. E questo ci ricorda quella espressione che a volte ripetiamo a noi stessi, quando appunto sentiamo che la nostra vita cade a pezzi, quando quello che abbiamo costruito si sfalda.

Disperazione

Il lebbroso รจ un uomo senza speranza, perchรฉ รจ in una condizione che non potrร  mai trovare una soluzione. Nella cultura ebraica, infatti, ogni contatto con la morte (come toccare un cadavere o anche calpestare la terra di un cimitero) rendeva impuri, impedendo cosรฌ di poter celebrare il culto. Occorreva purificarsi per essere riammessi alla possibilitร  di accedere alle pratiche rituali. Ma per un lebbroso questo non รจ mai possibile, perchรฉ il lebbroso si porta la morte addosso, non se ne puรฒ mai liberare e, di conseguenza, rimane impuro in modo permanente. Solo un intervento di Dio puรฒ salvarlo. รˆ proprio lโ€™immagine di quelle nostre situazioni disperate, dalle quali ci rendiamo conto che solo un intervento divino puรฒ tirarci fuori.

Amabilitร 

Quando vivi da escluso, quando ti fanno credere a lungo che non vai bene per come sei, alla fine te ne convinci. Ti persuadi che non sei amabile e che per te non cโ€™รจ via dโ€™uscita. Forse ti convinci che persino Dio con te non voglia avere a che fare. Quando questo lebbroso incontra Gesรน non pretende nessun miracolo. Chiede a Gesรน se vuole, se per caso, cioรจ, cโ€™รจ spazio anche per lui nella misericordia di Dio. E Gesรน sottolinea con la sua risposta che quella guarigione non รจ casuale, ma รจ lโ€™espressione di un preciso desiderio di Dio: lo voglio!

Contagiati

Come ogni guaritore ferito, per citare la celebre opera di Nouwen, รจ impossibile entrare nella malattia dellโ€™altro senza rimanere segnati. Se vogliamo aiutare qualcuno, dobbiamo essere disposti a lasciarci ferire. Proprio a causa di quellโ€™incontro, infatti, Gesรน non puรฒ piรน entrare pubblicamente nella cittร , perchรฉ immediatamente lโ€™opinione pubblica si erige a baluardo della difesa dellโ€™incolumitร  della popolazione: avendo avuto contatti con un lebbroso, Gesรน รจ considerato anchโ€™egli potenzialmente lebbroso. Per stare accanto agli esclusi, Gesรน accetta di essere escluso! Ma, paradossalmente, proprio quella condizione di esclusione, costringendo Gesรน ad abitare luoghi solitari perchรฉ non voluto dentro la cittร , fa sรฌ che egli si trovi nella condizione ideale per essere incontrato dagli esclusi, quelli cioรจ che abitano i luoghi dei diseredati e di coloro che non sono voluti perchรฉ considerati pericolosi.

รˆ una buona notizia per tutti noi che ci sentiamo lebbrosi, per tutti noi che siamo costretti a tenerci lontani, per tutti noi che siamo stati allontanati, perchรฉ provvidenzialmente ci ritroviamo in una condizione privilegiata per incontrare il Signore e lasciarci guarire.

Leggersi dentro

  • Come reagisci quando ti senti escluso?
  • Da quali malattie vuoi chiedere al Signore di guarirti?

P. Gaetano Piccolo S.I.
Fonte


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