p. Fernando Armellini – Commento al Vangelo del 30 Agosto 2020

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 30 Agosto 2020.
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โ€œNei giorni dellโ€™angosciaโ€ (Sal 77,3) invochiamo il Signore, perchรฉ siamo convinti che รจ lui che โ€œdona a tutti la vita, il respiro e ogni cosaโ€ (At 17,25). Ricorriamo ai santi, visitiamo santuari, baciamo reliquie, facciamo noveneโ€ฆ sempre per avere vita.

Le folle cercavano Gesรน, โ€œlo volevano trattenere perchรฉ non se nโ€™andasse via da loroโ€ (Lc 4,42), lo toccavano, โ€œperchรฉ da lui usciva una forza che sanava tuttiโ€ (Lc 6,19). Si avvicinavano a lui per ottenere la vita. โ€œIo sono venuto โ€“ aveva dichiarato โ€“ perchรฉ abbiano la vita e lโ€™abbiano in abbondanzaโ€ (Gv 10,10).

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Eppure nella sua proposta cโ€™รจ qualcosa di paradossale, anzi, di assurdo. Per raggiungere la vita รจ necessario perderla: โ€œIo offro la mia vita e cosรฌ la riprendo di nuovo; nessuno me la toglie, ma la offro da me stessoโ€ (Gv 10,17-18) e giustifica la sua scelta paragonandosi al seme: โ€œSe il chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto fruttoโ€ (Gv 12,24).

Ci vuole davvero molta fede per convincersi che, per avere la vita, si debba โ€œdisprezzarla fino a morireโ€ (Ap 12,11). Strana, sconcertante logica! Ad Abramo Dio assicura una posteritร  numerosa come le stelle del cieloโ€ฆ e gli chiede in sacrificio il figlio Isacco che dovrebbe realizzare la promessa. Una prova cosรฌ puรฒ essere affrontata solo da chi crede fermamente, come Abramo.

Gesรน promette al discepolo di introdurlo nella vita: โ€œChi segue me avrร  la luce della vitaโ€ฆ non vedrร  mai la morteโ€ฆ non farร  mai lโ€™esperienza della morteโ€ (Gv 8,12.51-52)โ€ฆ e si avvia verso la croce, si immerge nelle acque della morte.

Ma โ€œriemergerร โ€, nel giorno di Pasqua. Beati coloro che avranno il coraggio di seguirlo: a loro verrร  dato in cibo โ€œlโ€™albero della vitaโ€ (Ap 2,7), staranno per sempre con lui (1 Ts 4,17) e vedranno Dio cosรฌ comโ€™egli รจ (1 Gv 3,2).

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œSignore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eternaโ€.

Prima Lettura (Ger 20,7-9)

7 Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto forza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno;
ognuno si fa beffe di me.
8 Quando parlo, devo gridare,
devo proclamare: โ€œViolenza! Oppressione!โ€.
Cosรฌ la parola del Signore รจ diventata per me
motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno.
9 Mi dicevo: โ€œNon penserรฒ piรน a lui,
non parlerรฒ piรน in suo nome!โ€.
Ma nel mio cuore cโ€™era come un fuoco ardente,
chiuso nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.

โ€œFidati del Signore ed egli interverrร , farร  brillare come il sole la tua giustiziaโ€ (Sal 37,6). รˆ quanto suggerisce al suo discepolo un vecchio saggio che, al termine di una vita integra, รจ convinto che Dio lo abbia colmato di favori e benedizioni per la sua rettitudine.

โ€œDio รจ buono con i giusti, con gli uomini dal cuore puro!โ€ (Sal 73,1), รจ la dottrina tradizionale dโ€™Israele, รจ la veritร  indiscutibile della giusta retribuzione. Eppure, di fronte alla smentita dei fatti, troppo spesso incomprensibili, tutti i dogmi della fede paiono affermazioni ingenue, ciance, a volte addirittura beffe e provocazioni.

Nella lettura viene presentata la reazione disperata di un uomo che, di fronte alle assurditร  della sua vita, rivolge a Dio unโ€™accusa temeraria, quasi blasfema: โ€œTu mi hai tradito!โ€. รˆ Geremia, il profeta che, per essere stato fedele alla sua missione, รจ andato incontro a persecuzioni, disavventure, guai di ogni tipo; ad un certo punto non ne ha potuto piรน e ha gridato a Dio il suo lamento.

Ecco i fatti: siamo a Gerusalemme durante gli anni drammatici che precedono la distruzione della cittร  e la deportazione a Babilonia. Il paese รจ sullโ€™orlo della catastrofe e il re Ioiakรฌm, un imbelle, sโ€™interessa piรน della costruzione del suo lussuoso palazzo che dellโ€™imminente rovina del suo popolo; i sacerdoti predicano una religione vana, illusoria, fredda esecuzione di riti e cerimonie esteriori cui non corrispondono la conversione del cuore e una vita conforme alla legge di Dio.

รˆ in questa situazione che Dio chiama Geremia: โ€œVaโ€™ da coloro cui ti manderรฒ e annunzia loro ciรฒ che ti ordinerรฒโ€. Il profeta si spaventa, รจ giovane, non sa parlare; ma il Signore lo rassicura: โ€œNon temerli, perchรฉ io sono con te per proteggertiโ€ฆ Ti muoveranno guerra, ma non ti vinceranno, perchรฉ io sono con te per salvartiโ€ (Ger 1,7-8.19).

Come non credergli? Geremia accetta, ma ecco subito le incomprensioni. Sorgono contrasti e opposizioni, esplodono conflitti con il re, con i comandanti dellโ€™esercito, con le autoritร  religiose. Perfino il popolo, irritato e deluso, chiede che si metta a tacere il profeta. I nemici dichiarati non lo sopportano piรน, raccolgono prove contro di lui, lo fanno arrestare, lo percuotono e ottengono anche che venga sottoposto a un processo dal quale, per sua fortuna, uscirร  assolto.

Il peggio sembra passato, anche se le tensioni, le ansie, lo sconforto hanno segnato profondamente la sua vita e scosso il suo equilibrio psicologico. รˆ a questo punto che Geremia innalza a Dio il lamento riportato nella lettura di oggi.

Si apre con unโ€™immagine molto viva, la piรน audace di tutta la Bibbia: โ€œO Signore, tu mi hai sedotto ed io mi sono lasciato sedurreโ€ (v. 7). Il profeta paragona la sua vocazione a una ragazza sedotta che, dopo essersi lasciata lusingare dalle parole dolci di un giovane e avere ceduto alle sue proposte, viene abbandonata al suo destino. Non le resta che maledire il momento in cui ha creduto a un falso amore.

Ecco come si sente Geremia: solo contro tutti, oggetto di scherno e di violenza da parte del popolo. Perchรฉ Dio lo ha chiamato per una missione che si sta rivelando un fallimento? Angosciato si chiede come abbia potuto lasciarsi sedurre; perchรฉ non รจ rimasto tranquillo con la sua famiglia a lavorare nei campi della pacifica cittadina di Anatot?

Nella sua disperazione esclama: โ€œNon penserรฒ piรน a Dio! Non voglio piรน parlare in suo nome!โ€ (v. 9). รˆ il grido carico di rabbia e di amarezza dellโ€™innamorato che cerca di dare un taglio al rapporto tormentato e burrascoso in cui รจ stato coinvolto.

Ma, come accade a chi ha vissuto un affetto travolgente, Geremia non riesce piรน a liberarsi del Signore che lโ€™ha sedotto, la passione gli arde in cuore come un fuoco che รจ impossibile estinguere. Nonostante lโ€™atroce dolore e la delusione che prova non puรฒ rinunciare alla sua missione.

Seconda Lettura (Rm 12,1-2)

1 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; รจ questo il vostro culto spirituale. 2 Non conformatevi alla mentalitร  di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontร  di Dio, ciรฒ che รจ buono, a lui gradito e perfetto.

Cosa interessano a Dio le nostre celebrazioni liturgiche se non sono accompagnate da opere di amore? Lo hanno detto i profeti e lo richiama piรน volte anche Gesรน: Dio โ€œvuole opere di amore, non pratiche di cultoโ€ (Mt 9,13).

Le prime parole della lettura ci ricordano che le solenni liturgie del tempio sono state sostituite da un nuovo modo di lodare Dio: il sacrificio della propria vita offerta per i fratelli (v. l). Se le nostre liturgie non celebrano una vita di amore, si riducono a un cerimoniale vuoto, senza contenuto, pura esterioritร , inutile formalismo.

Paolo continua raccomandando ai cristiani di non conformarsi alla โ€œmentalitร  di questo secoloโ€. Nel linguaggio del NT questa espressione non ha un riferimento temporale, ma qualitativo. รˆ la mentalitร  dominante, รจ il modo di pensare ritenuto da tutti normale, prudente, sensato. Questa logica penetra facilmente nella mente e nel cuore, viene assimilata e, senza che nemmeno se ne renda conto, anche il cristiano finisce per ragionare come gli altri e adeguarsi alla morale corrente. Questo meccanismo di integrazione รจ subdolo e pericoloso, bisogna prenderne coscienza e vigilare per non venirne risucchiati.

Ecco perchรฉ lโ€™Apostolo invita ad avere una mente rinnovata per saper discernere in ogni momento qual รจ il comportamento gradito a Dio, anche se รจ incomprensibile per gli uomini.

Vangelo (Mt 16,21-27)

21 Da allora Gesรน cominciรฒ a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. 22 Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciรฒ a protestare dicendo: โ€œDio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrร  maiโ€. 23 Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: โ€œLungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perchรฉ non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!โ€.
24 Allora Gesรน disse ai suoi discepoli: โ€œSe qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
25 Perchรฉ chi vorrร  salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร  la propria vita per causa mia, la troverร .
26 Qual vantaggio infatti avrร  lโ€™uomo se guadagnerร  il mondo intero, e poi perderร  la propria anima? O che cosa lโ€™uomo potrร  dare in cambio della propria anima? 27 Poichรฉ il Figlio dellโ€™uomo verrร  nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderร  a ciascuno secondo le sue azioniโ€.

Gli ebrei del tempo di Gesรน vivevano nellโ€™attesa di un mondo migliore, del โ€œsecolo che deve venireโ€, ricco di pace e di giustizia. Basandosi su Ez 49, i rabbini annunciavano, per โ€œgli ultimi tempiโ€, una trasformazione prodigiosa della terra: nei giorni del messia โ€“ assicuravano โ€“ la Palestina si trasformerร  in un giardino e i giardini diverranno foreste; la fertilitร  del suolo sarร  moltiplicata per mille, ci sarร  ricchezza per tutti e abbonderร  ogni bene, come nel periodo paradisiaco degli inizi.

Erano queste le speranze che coltivavano anche gli apostoli, convinti comโ€™erano che la venuta del regno di Dio fosse imminente. Avevano intuito che il loro maestro era il Cristo, lโ€™atteso โ€œfiglio di Davideโ€; lโ€™avevano seguito per vedere realizzati i loro sogni di gloria. Lโ€™unica questione che, secondo loro, rimaneva ancora in sospeso era stabilire a chi sarebbero spettati i primi posti (Mc 9,34).

รˆ nel contesto di queste attese che va collocato il primo dei tre annunci della passione che si trovano nel vangelo. A metร  della sua vita pubblica, Gesรน si rende conto di dover correggere, in modo deciso, le convinzioni dei suoi discepoli, non vuole che lo seguano cullandosi in vane illusioni. Per evitare ogni equivoco, dichiara apertamente che non si incammina verso il trionfo, ma va a Gerusalemme per soffrire molto, per essere ucciso e per risuscitare il terzo giorno (v. 21).

La logica umana non puรฒ che sentirsi sconvolta di fronte a una simile proposta. I discepoli non possono capire, hanno appreso dagli scribi che il messia non puรฒ morire; รจ stato insegnato loro che, alla sua venuta i giusti che giacciono nei sepolcri risorgeranno per prendere parte alla gioia del suo regno e Pietro, in nome di tutti, reagisce (vv. 32-33). Non ha paura dei sacrifici, un giorno darร  prova di saper rischiare anche la vita, se necessario, (Gv 18,10), ma non รจ disposto ad impegnarsi per un progetto assurdo, non accetta di porsi su una strada che porta diritta al fallimento e vorrebbe che anche Gesรน se ne rendesse conto e cambiasse idea.

La scena che segue รจ quanto mai significativa e realistica. Pietro prende in disparte il Maestro, come per rincuorarlo in un momento di sconforto, come se volesse fargli capire che, in un attimo di smarrimento, รจ comprensibile che possa anche sfuggire una frase infelice.

La reazione di Gesรน al tentativo di distoglierlo dal suo cammino รจ dura, quasi irritata: โ€œLungi da me, satana!โ€ โ€“ dice il nostro testo, ma la traduzione non รจ esatta. Gesรน non intende allontanare Pietro, ma metterlo sul retto cammino. โ€œVai dietro a meโ€ โ€“ gli ingiunge โ€“ segui i miei passi, non tentare di precedermi, come chi pretende di indicare la strada; questa รจ giร  stata tracciata dal Padre e tu Pietro fai una proposta che deriva dalla sapienza terrena, dalle astuzie umane che sono insensatezza agli occhi di Dio.

Pietro non sta commettendo un errore banale, sta muovendosi in direzione opposta a quella del Signore, sta comportandosi esattamente come satana che ha tentato di convincere Gesรน a puntare sul dominio, sulla conquista del potere. Lo aveva condotto su un monte altissimo e gli aveva mostrato tutti i regni del mondo con la loro gloria, dicendogli: โ€œTutte queste cose io ti darรฒ, se, prostrandoti, mi adoreraiโ€, ma Gesรน aveva reagito deciso: โ€œVattene, satana!โ€ (Mt 4,8-10). Ora alla stessa tentazione โ€“ avanzata da Pietro โ€“ non puรฒ che rispondere con la stessa durezza.

La scena descritta nel vangelo di oggi forma una dittico con quella della scorsa domenica. Simone era stato indicato da Gesรน come la pietra viva della chiesa perchรฉ aveva accolto la rivelazione del Padre, aveva accettato il suo disegno di salvezza e aveva professato la sua fede nel Figlio del Dio vivente. Ora diviene pietra di scandalo perchรฉ si lascia guidare da ragionamenti umani: mira alla gloria, ai successi, agli onori, per questo costituisce un intralcio sul cammino del Maestro e dei discepoli.

Dopo aver rimproverato Pietro, Gesรน si rivolge a tutti (vv. 24-27) ed espone in modo inequivocabile le sue richieste. Nessun tentativo di mitigarle, di renderle piรน accettabili! Se il Maestro ha scelto di donare la vita e se โ€œil discepolo non รจ superiore al maestroโ€ (Mt 10,24), il cammino dovrร  necessariamente essere lo stesso.

Tre imperativi caratterizzano la radicalitร  di una scelta che non ammette nรฉ indugi nรฉ ripensamenti: โ€œRinnega te stesso, prendi la croce, seguimiโ€.

Rinnega te stesso significa: smetti di pensare a te stesso. รˆ il capovolgimento dei princรฌpi che in questo mondo regolano i rapporti fra le persone, รจ il rifiuto di quelli che tutti ritengono stimoli positivi perchรฉ spingono ad agire: la ricerca del proprio interesse, la volontร  di ottenere gratificazioni, riconoscimenti, vantaggi. Persino nei gesti di amore piรน puro si nota spesso qualche velata forma di egoismo e di ambizione.

Il discepolo di Cristo รจ chiamato, anzitutto, a rinunciare a qualsiasi tornaconto personale, anche a quello spirituale; non compie il bene per accumulare meriti in cielo, per salire di un gradino nel proprio progresso spirituale; agisce pensando unicamente al fratello. Non prende minimamente in considerazione le ricadute positive che possono avere sulla sua persona le buone azioni che compie. Ama gratuitamente, in pura perdita, come fa il Padre.

Il secondo imperativo, prendi la tua croce, non si riferisce alla necessitร  di sopportare pazientemente le piccole o grandi tribolazioni della vita nรฉ, ancor meno, รจ unโ€™esaltazione del dolore come mezzo per piacere a Dio. Il cristiano non ricerca la sofferenza, ma lโ€™amore.

La croce รจ il segno dellโ€™amore e del dono piรน totale. Portarla dietro a Cristo significa seguire il cammino che egli ha percorso: dare la vita per i suoi stessi ideali, affrontare, se necessario, anche la persecuzione e la morte pur di rimanere fedeli al vangelo. โ€œPorta la croceโ€ chiunque sacrifica se stesso per fare del bene, per rendere felice qualcuno.

Il terzo imperativo, seguimi, non vuol dire โ€œprendimi come modelloโ€, ma, condividi la mia scelta, prendi parte al mio progetto, gioca la tua vita sullโ€™amore allโ€™uomo, insieme con me.

Nei versetti conclusivi (vv. 25-27) vengono presentate tre ragioni con cui Gesรน cerca di convincere il discepolo ad accogliere le tre condizioni difficili che ha appena esposto.

La prima: colui che dona la propria vita, in realtร  non la perde, ma la guadagna (v. 25). Chi tiene stretto nelle proprie mani il chicco di grano, chi lo consuma per sรฉ, chi lo nasconde lo dissipa; solo chi ha il coraggio di perderlo gettandolo nella terra lo โ€œconservaโ€, lo โ€œricuperaโ€. Accade anche con la vita: per โ€œguadagnarlaโ€ bisogna โ€œperderlaโ€, รจ necessario consumarla per i fratelli.

La seconda ragione (v. 26): la vita di questo mondo passa in fretta, รจ transitoria, fragile, precaria; non vale la pena aggrapparsi disperatamente ad essa come se fosse eterna. Risuonano qui le numerose riflessioni sapienziali sulla caducitร  della vita: โ€œVedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te รจ un nulla. Solo un soffio รจ ogni uomo che vive, come ombra รจ lโ€™uomo che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolgaโ€ (Sal 39,6-7).

La terza ragione (v. 27): la ricompensa finale. Ricorre spesso nel vangelo di Matteo la scena del giudizio, non come minaccia futura, ma come indicazione delle scelte sagge che devono essere fatte nel presente. Che cosa si potrร  presentare a Dio al termine della vita? Non certo il denaro accumulato, i piaceri goduti, i riconoscimenti, la carriera. Alla fine il Signore non guarderร  ai titoli onorifici che saremo riusciti a porre davanti al nostro nome, ma alle opere di amore che seguiranno il nome.

Quando si spegneranno i riflettori che hanno abbagliato la scena di questo mondo, quando si estingueranno gli ingannevoli luccichii degli idoli che hanno incantato e sedotto tante persone, allora brillerร  soltanto la luce di Dio e apparirร  il vero valore della vita di ognuno.


AUTORE: p. Fernando Armellini
FONTE: Settimana News
SITO WEB: http://www.settimananews.it

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