p. Fernando Armellini – Commento al Vangelo del 21 Agosto 2022

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 21 agostoย 2022.
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Attenti a non fare tardi

โ€œAllarga lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti, poichรฉ ti allargherai a destra e a sinistraโ€ (Is 54,2-3). รˆ lโ€™invito che il profeta rivolge a Gerusalemme racchiusa dentro una stretta cerchia di mura. Il tempo del gretto nazionalismo รจ finito; nuovi, sconfinati orizzonti si spalancano: la cittร  deve prepararsi ad accogliere tutti i popoli che accorreranno a lei perchรฉ tutti, non solo Israele, sono eredi delle benedizioni promesse ad Abramo.

Lโ€™immagine usata dal profeta รจ deliziosa, ci fa contemplare, quasi visivamente, lโ€™umanitร  intera in cammino verso il monte sul quale รจ situata Gerusalemme. Lรฌ il Signore ha preparato โ€œil banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinatiโ€ (Is 25,6).

Con unโ€™altra immagine della cittร , lโ€™autore dellโ€™Apocalisse descrive, nelle ultime pagine del suo libro, la lieta conclusione della travagliata storia dellโ€™umanitร . Gerusalemme รจ โ€œcinta da un grande e alto muro, con dodici porte. Ad oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porteโ€ (Ap 21,12-13). Lโ€™immagine รจ diversa, ma il messaggio รจ il medesimo: da qualunque parte arrivi, ogni uomo si troverร  di fronte le porte della cittร  spalancate pronte per accoglierlo.

Ma il cammino verso il banchetto del regno di Dio non รจ una comoda passeggiata. La via che vi conduce รจ stretta e la porta โ€“ dice Gesรน โ€“ รจ angusta e difficile da trovare. Questa affermazione non contraddice il messaggio ottimistico e gioioso dei profeti che annunciano la salvezza universale. Mette in guardia dallโ€™illusione di essere sulla strada giusta, quando ci si sta invece perdendo lungo sentieri che allontanano dalla meta.

Giungeranno tutti, sรฌ, maโ€ฆ non conviene arrivare alla fine del banchetto.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œTi loderanno, Signore, tutti i popoli della terraโ€.

Prima Lettura (Is 66,18-21)

Cosรฌ dice il Signore:ย 18โ€œIo verrรฒ a radunare tutti i popoli e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.ย 19ย Io porrรฒ in essi un segno e manderรฒ i loro superstiti alle genti di Tarsis, Put, Lud, Mesech, Ros, Tubal e di Grecia, ai lidi lontani che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunzieranno la mia gloria alle nazioni.ย 20ย Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutti i popoli come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari al mio santo monte di Gerusalemme, dice il Signore, come i figli di Israele portano lโ€™offerta su vasi puri nel tempio del Signore.ย 21ย Anche tra essi mi prenderรฒ sacerdoti e levitiโ€.

Noi stiamo bene con chi la pensa come noi, con chi approva le nostre abitudini, si adegua ai nostri usi, osserva le nostre leggi.

Gli stranieri ci fanno paura perchรฉ escono dai nostri schemi. Nella tribรน africana in mezzo alla quale sono vissuto, per esempio, ho udito unโ€™espressione curiosa. Quando vedono insieme un nero ed un bianco dicono: โ€œmutxรบ ni mukunyaโ€, cioรจ ecco lร ย un uomo e un bianco. Uno รจ sicuramente un uomo perchรฉ conosce e rispetta le tradizioni, lโ€™altroโ€ฆ รจ un bianco.

Anche gli israeliti erano convinti di essere gli unici โ€œuominiโ€. Si consideravano giusti, fedeli a Dio e avevano stabilito leggi severe per impedire i rapporti, le amicizie, i matrimoni con stranieri che non conoscevano il Signore e servivano gli idoli (Dt 7,1-8).

Gli avvenimenti della storia si sono incaricati di sgretolare progressivamente questi preconcetti. Durante lโ€™esilio a Babilonia gli israeliti hanno cominciato a riflettere e sono stati costretti ad ammettere che, se erano stati cosรฌ duramente provati da Dio, voleva dire che non erano poi tanto giusti.

In esilio hanno conosciuto personalmente i tanto vituperati stranieri e, quale non รจ stata la sorpresa: erano molto diversi da quanto immaginavano! Gente buona, simpatica, generosa, ospitale. Conducevano una vita familiare non meno esemplare della loro e avevano una morale molto elevata. Insommaโ€ฆ cโ€™erano fra i pagani persone migliori degli stessi israeliti.

รˆ in questo periodo che fa capolino lโ€™idea che il Signore non sia solo il Dio dโ€™Israele, ma di tutti i popoli e che egli ami tutti, senza distinzioni di razza o tribรน. Si comincia a parlare di un regno futuro di felicitร  e di pace e lo si paragona ad un grande banchetto in cui vengono serviti vini eccellenti e raffinati, cibi succulenti e carni tenere. Questa festa non sarร  riservata agli israeliti, la sala verrร  aperta a tutti i popoli (Is 25,6).

La lettura di oggi riporta il messaggio di un profeta vissuto in questo tempo di rinnovamento di idee. Inizia con le parole di Dio: io farรฒ cadere tutte le barriere che dividono i popoli,ย verrรฒ a radunare le nazioni di tutte le lingueย (v.18). Poi annuncia qualcosa di inaudito: gli stranieri saranno tanto devoti al mio nome che io li sceglierรฒ, a preferenza degli stessi israeliti, e li invierรฒ come missionari, per portare la mia salvezza alle genti di tutto il mondo (v.19).

Infine โ€“ ecco la promessa piรน scandalosa! โ€“ย anche fra i pagani il Signore si sceglierร  sacerdoti e levitiย (v.21).

Seconda Lettura (Eb 12,5-7.11-13)

Fratelli,ย 5ย avete dimenticato lโ€™esortazione a voi rivolta come a figli:
Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere dโ€™animo quando sei ripreso da lui;
6ย perchรฉ il Signore corregge colui che egli ama
e sferza chiunque riconosce come figlio.
7ย รˆ per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual รจ il figlio che non รจ corretto dal padre?
11ย Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo perรฒ arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
12ย Perciรฒ rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchiteย 13ย e raddrizzate le vie storte per i vostri passi, perchรฉ il piede zoppicante non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

Abbiamo notato nelle passate domeniche che i destinatari di questa lettera erano cristiani afflitti che non riuscivano a trovare una spiegazione e a dare un senso alle loro tribolazioni. Per offrire loro un poโ€™ di luce lโ€™autore si rifร  a un esempio di pedagogia spicciola.

Se un insegnante ha fra gli alunni anche il proprio figlio, non gli accorda alcun privilegio, pretende che si impegni come tutti gli altri. Se nota che qualcuno รจ pigro e indolente lo richiama. Ma se รจ suo figlio a comportarsi in modo scorretto, il rimprovero, la correzione e anche il castigo sono piรน severi perchรฉ lo ama di piรน. Ecco la ragione per cui Dio sottopone i credenti a tante prove: per renderli migliori (vv.5-7). Le prove sono il segno che egli non li considera estranei, ma figli. Certo, sul momento, non sono contenti della durezza del padre, ma, una volta cresciuti, lo ringrazieranno per lโ€™educazione ricevuta (vv.11-12).

Vangelo (Lc 13,22-30)

In quel tempo,ย 22ย Gesรน passava per cittร  e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme.ย 23ย Un tale gli chiese: โ€œSignore, sono pochi quelli che si salvano?โ€.
Rispose:ย 24ย โ€œSforzatevi di entrare per la porta stretta, perchรฉ molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno.ย 25ย Quando il padrone di casa si alzerร  e chiuderร  la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderร : Non vi conosco, non so di dove siete.ย 26ย Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze.ย 27ย Ma egli dichiarerร : Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori dโ€™iniquitร !ย 28ย Lร  ci sarร  pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori.
29ย Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.
30ย Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimiโ€.

Nel Vangelo di Matteo troviamo spesso sulla bocca di Gesรน parole dure nei confronti dei malvagi: parla di fuoco della Geenna, minaccia di separare le pecore dai capri e, per ben sei volte, annuncia ai peccatori che li attendonoย pianto e stridore di denti.

Luca presenta un Gesรน piรน comprensivo, indulgente e sempre pronto a schierarsi dalla parte dei poveri, dei disperati, di chi ha avuto una vita difficile. Lo presenta sempre cosรฌโ€ฆ tranne che nel brano di oggi dove, stranamente, compaiono minacce e condanne. Cโ€™รจ una porta stretta attraverso la quale รจ quasi impossibile passare: viene addirittura chiusa e chi รจ dentro รจ dentro, chi รจ fuori รจ fuori. I ritardatari sono respinti in malo modo: รจ troppo tardi! โ€“ grida il padrone โ€“ Via di qui! Lontano da me! Non vi conosco! Ci sarร  pianto e stridore di denti!.

Chi si รจ lasciato coinvolgere e affascinare dai temi cari a Luca โ€“ la gioia, la festa, lโ€™ottimismo, la clemenza di Dio โ€“ rimane allibito. Mai si sarebbe aspettato da Gesรน un comportamento simile. Colui che amava i pubblicani e i peccatori e che accettava volentieri i loro inviti a cena, adesso sbatte la porta in faccia ai suoi amici. Il Gesรน inflessibile di questa parabola non sembra piรน lo stesso che suggeriva di invitare al banchetto โ€œstorpi, zoppi e ciechiโ€ (Lc 14,13) dai quali non possiamo attenderci nรฉ la puntualitร  nรฉ che trovino subito la porta dโ€™entrata. Non assomiglia al medico venuto per curare i malati, nรฉ al pastore che si intenerisce di fronte alla pecorella smarrita, nรฉ allโ€™amico che si alza di notte a dare il pane. Ha sentimenti diversi da quelli del padre del figlio prodigo. รˆ strano anche il suo consiglio โ€œsforzatevi di entrare per la porta stretta!โ€: sembra un invito a preoccuparsi solo per la propria salvezza.

Chi, sgomitando riesce ad accaparrarsi un posto nella sala del banchetto, pare si disinteressi di chi รจ rimasto fuori.

Non รจ difficile intuire cosa ha spinto Luca ad inserire nel Vangelo queste parole dure. Nelle sue comunitร  si sono infiltrati il lassismo, la stanchezza, la presunzione di essere a posto con Dio, la supponenza, la convinzione che bastino i buoni propositi e che la salvezza possa essere ottenuta a buon mercato.

Luca si rende conto che su molti cristiani incombe il rischio di rimanere esclusi dal Regno e si sente in dovere di smentire il falso ottimismo che si รจ diffuso. Impiega immagini legate alla sua cultura, ambiente ed epoca. Dobbiamo tenere presente questo fatto altrimenti possiamo travisarne il senso e considerarle informazioni su ciรฒ che accadrร  alla fine del mondo. I particolari sono drammatici, il linguaggio รจ impressionante, ma cosรฌ si esprimevano i predicatori di quel tempo quando volevano scuotere gli ascoltatori.

Vediamo di cogliere il reale significato di quanto viene detto.

Un giorno un uomo si lascia sfuggire una domanda: โ€œSono pochi quelli che si salvano?โ€ (v.23). Alcuni rabbini insegnavano che tutto il popolo dโ€™Israele avrebbe preso parte al banchetto del regno. Ma altri sostenevano: no, sono piรน numerosi quelli che si perdono rispetto a quelli che si salvano, come un fiume รจ maggiore di una goccia dโ€™acqua. Lโ€™opinione piรน diffusa era: โ€œQuesto secolo lโ€™Altissimo lโ€™ha creato per una moltitudine, ma il futuro per un piccolo numero. Molti sono creati, pochi perรฒ saranno salvatiโ€.

Gesรน non prende posizione sullโ€™argomento: la domanda รจ posta male e in questo caso la risposta, qualunque essa sia, รจ scorretta e fuorviante. Se risponde sรฌ, crea false sicurezze, se risponde no provoca scoraggiamento. Allora si rifiuta di fare il visionario apocalittico; non รจ venuto per svelare numeri e date segrete, come farneticano alcuni sognatori del giorno dโ€™oggi. Preferisce cambiare discorso. Non entra in speculazioni sulla fine del mondo e sulla salvezza eterna, gli premeย chiarire come si entra nel regno di Dio, cioรจ, come si diviene e come ci si mantiene oggi suoi discepoli.

La prima condizione รจ: โ€œSforzatevi di entrare per la porta stretta perchรฉ molti cercheranno di entrarvi, ma non vi riuscirannoโ€ (v.24).

Stupisce il fatto che qualcuno non riesca ad entrare. Chiaramente non gli manca la buona volontร , maย sbaglia il modo. Il riferimento รจ al fariseo che conduce una vita impeccabile ed esemplare, digiuna due volte per settimana, non รจ ladro nรฉ adultero,ย eppure non entra.

Per passare attraverso una porta stretta โ€“ lo sappiamo โ€“ cโ€™รจ un solo modo: contorcersi, contrarsi, insommaโ€ฆย farsi piccoli. Chi รจ grande e grosso non passa; puรฒ tentare in tutti i modi, per dritto o per traverso, non ce la farร ! Ecco cosa preme far capire a Gesรน: non si puรฒ essere discepoli se non si rinuncia ad essere grandi, se non ci si fa piccoli e servi di tutti.

Eccoloย lโ€™errore del fariseo: la presunzione, la fiducia riposta nella propria santitร , nelle proprie opere buone. Egli non risparmia energie, fa di tutto per piacere a Dio โ€“ lo riconosce anche Paolo (Rm 10,3) โ€“ ma รจ troppo grande.

Piccolo รจย chi sa di non meritare nulla, chi, guardando a se stesso, si sente fragile e perduto, chi non puรฒ che appellarsi alla misericordia di Dio, solo costui riesce a passare.

Chi non assume la disposizione interiore delย piccolo, qualunque pratica religiosa esegua โ€“ preghiere, catechesi, prediche, devozioni, persino miracoli (Mt 7,22) โ€“ non entra nel regno di Dio.

Gesรน continua il suo discorso, sviluppa il suo invito aย lottare per aver parte al banchettoย mediante una parabola che introduce unโ€™altra esigenza: รจ necessario affrettarsi, non cโ€™รจ tempo da perdere (vv.25-30).

Un signore offre gratuitamente un banchetto al quale chiunque puรฒ prendere parte, basta โ€“ come abbiamo visto โ€“ essere sufficientemente piccoli e non presentarsi con pretese. Ma attenzione: ad un certo punto la porta viene sbarrata.

Il padrone รจ chiaramente Dio che, come ha promesso per bocca dei profeti (Is 25,6-8; 55,1-2; 65,13-14), organizza il banchetto del regno.

La scena ora si sdoppia. Abbiamoย un primo gruppoย di persone che,ย rimaste fuori, pretendono di entrare gridando le proprie ragioni. Dicono: โ€œAbbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazzeโ€ (v.26). Ma il padrone non apre e li caccia chiamandoli: โ€œOperatori dโ€™iniquitร โ€ (v.27).

Chi sono costoro? Vediamo di identificarli: hanno conosciuto bene Gesรน, lo hanno ascoltato, con lui hanno mangiato il pane. Non sono dunque dei pagani,ย sono membri della comunitร  cristiana. Sono coloro che hanno il loro nome scritto nei registri dei battesimi, che hanno letto il Vangelo e hanno partecipato al banchetto eucaristico. Ritengono di avere le carte in regola per entrare alla festa, vengono invece allontanati perchรฉ la conoscenza della proposta evangelica non basta, รจ necessario aderirvi. Chi non fa per tempo questa scelta rimane un operatore dโ€™iniquitร .

La severa condanna รจ rivolta ai cristiani tiepidi che si accontentano di unโ€™appartenenza esteriore alla comunitร , celebrano liturgie vuote che si riducono a riti esteriori che non trasformano la vita.

Questa condanna non va intesa come un rifiuto definitivo, non รจ unโ€™esclusione eterna dalla salvezza. Una simile interpretazione รจ superficiale e pericolosa perchรฉ contraddice il messaggio evangelico.

Le parole di Gesรนย si riferiscono al presente, allโ€™appartenenzaย qui e oggiย al regno di Dio. Sono un pressante invito a riconsiderare, con urgenza, la propria vita spirituale perchรฉ molti coltivano lโ€™illusione di essere discepoli, ma non lo sono affatto. Costoro, se non se ne rendono subito conto, finiranno inย piantoย (quando si accorgeranno di aver fallito) eย stridor di dentiย (segno della rabbia di chi capisce, troppo tardi, di aver sbagliato).

Veniamo ora alย secondo gruppo, quello composto daย chi รจ dentro. Seduti a mensa ci sono i patriarchi: Abramo, Isacco, Giacobbe, poi tutti i profeti, infineย una moltitudine immensa, venuta da Oriente e da Occidente, da settentrione e da mezzogiorno. Non si dice che tutti costoro hanno conosciuto Gesรน e hanno camminato al suo fianco, forse molti non sanno nemmeno che รจ esistito. Ciรฒ che รจ sicuro รจ che, se sono riusciti ad entrare, significa cheย sono passati per la porta stretta, gli altri vengono lasciati fuori (vv.28-30).

Torniamo indietro di qualche pagina. Al capitolo 9 del Vangelo di Luca si dice che un giorno, fra i discepoli, sorse una discussione per sapereย chi fosse il piรน grande. Gesรน allora, preso un bambino, se lo mise vicino e disse: โ€œChi รจ il piรน piccolo tra tutti voi, questi รจ grandeโ€ (Lc 9,46-48). Non puรฒ aver parte al banchetto del regno chi non si sforza di farsi piccolo.

Gesรน non ha voluto spaventare con la minaccia dellโ€™inferno. La sua condanna รจ rivolta contro la vita tiepida, incoerente, ipocrita che oggi conducono tanti che si reputano suoi discepoli. Eppure, anche di fronte alle sue parole inquietanti, ci sono cristiani che non si lasciano sfiorare dal dubbio che un giorno egli possa dire loro: โ€œNon vi conosco!โ€.

Luca โ€“ forse un poโ€™ a malincuore, perchรฉ non รจ nel suo stile โ€“ ha introdotto questo testo nel suo Vangelo, ma, a differenza di Matteo che conclude in modo cupo e minaccioso: โ€œi figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarร  pianto e stridore di dentiโ€ (Mt 8,12), egli chiude la parabola con la scena della festa e del banchetto e con il detto significativo: โ€œEcco ci sono ultimi che saranno primi e ci sono primi che saranno ultimiโ€ (v.30).

Alla fine quindiย tutti verranno accolti, anche se โ€“ purtroppo per loro โ€“ gli ultimi avranno perso lโ€™opportunitร  di godere dallโ€™inizio delle gioie del banchetto del regno di Dio.

AUTORE: p. Fernando Armellini

FONTE: per gentile concessione di Settimana News