p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 24 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Lc 1, 26-38

Data:

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La Vergine e lโ€™amore di Dio che ci precede

Lโ€™angelo Gabriele vola via dal tempio, dallโ€™anziano sacerdote senza parola, verso una giovane laica, dalla Cittร  Santa a un villaggio senza storia, da un maschio a una donna, dallโ€™unico tempio a una casa come tante, dove ยซarde in appartata fiamma la vitaยป (L. Borges) che diventa finestra di cielo. Cosรฌ inizia il Vangelo: Dio esce dai recinti del sacro e si immerge nella normalitร  della vita; non fra incensi e candelabri, ma pentole e telai.

Lโ€™angelo migratore parla in modo chiaro e nuovo.

Gioia รจ la prima parola, Xaire, rallegrati, gioisci, sii felice Maria, apriti alla gioia come una porta al sole.

Non le ordina: inginocchiati, obbedisci, prega, vai al tempio. Gabriele brucia le distanze tra Dio e lโ€™umano: tra i due poli scocca la prima scintilla, quella di ogni โ€œin principioโ€, quella della felicitร . Che sarร  anche il primo tema del Maestro nella sua prima lezione sul monte (Mt 5). Dio รจ legittimato a proporsi allโ€™uomo perchรฉ sa parlare il linguaggio della gioia.

Nella seconda parola, il perchรฉ della gioia: sei piena di grazia, riempita, intrisa di Dio. La grazia di Dio รจ la vita stessa di Dio, il suo amore. Dio รจ innamorato di te, Maria, il tuo nome รจ โ€œamata per sempreโ€, senza rimpianti, teneramente amata.

[…] Continua a leggere su Avvenire.


Altro commento di fra Ermes

NON TEMERE

Maria entra nella storia mentre รจ in ascolto.ย รˆ necessario molto silenzio per ascoltare lo stupefatto silenzio di Dio.

Oggi ancora l’angelo ripete per noi: non temere, verrร  il Signore e ti riempirร  la vita. 

Verrร … e riempirร  di vita la vita.

Un Vangelo controcorrente: un angelo che si rivolge a una donna, in un giorno segnato non sul calendario giuliano ma in quello della vita (nel sesto mese…).

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Ciรฒ che sta per accadere sconvolgerร  la storia, le profonditร  del cielo e il brulichio perenne della vita.

L’angelo Gabriele, lo stesso che ยซstava ritto alla destra dell’altare del profumoยป (Lc 1,11), vola via dall’incredulitร  di Zaccaria, via dall’immensa spianata del tempio grande come quindici campi da calcio, per planare su un cortile di povera gente.

โ€œGioiaโ€ รจ la prima parola di Gabriele su Maria. Quasi un ordine, un imperativo: ยซrallegrati, esulta, sii feliceยป. Parola in cui vibra un profumo di pane, un sapore buono e raro che tutti cerchiamo. La prima azione della ragazza รจ ascoltare un angelo inatteso e sconcertante: Maria entra nella storia mentre รจ in ascolto.

รˆ necessario molto silenzio per ascoltare lo stupefatto silenzio di Dio.

L’angelo non la soffoca con moniti o ingiunzioni, non le dice: inginocchiati, sei al cospetto di Dio. Ma semplicemente: apriti alla gioia e sii felice, ma ciรฒ nonostante, a quelle parole Maria rimase turbata. Un attimo di fugace smarrimento, dove Dio entra per infilarsi nella vita, portando nuove stelle polari. Ecco, darai alla luce il Figlio di Dio, ma non temere: gli uomini non finiscono mai di essere pronti, ma Dio salva.

La risposta di Maria รจ una domanda: come รจ possibile? Mentre Zaccaria domandava all’angelo un segno, Maria domanda il senso. Porre domande รจ stare davanti al Signore con vera grande dignitร  umana.

Allora l’angelo le disse: Non temere se Dio non sceglie la potenza, non temere la sua umiltร  cosรฌ lontana dalla luci e dai palazzi; non temere questo Dio bambino che farร  dei poveri i principi del suo regno. Non temere l’amore, perchรฉ lโ€™Altissimo ti coprirร  con la sua ombra.

La potenza si fa ombra e si nasconde in una ragazza, nella vita, che รจ un’anfora di ombre. Nel buio del grembo, sta la luce della vita, e per entrarci Dio si veste sempre di povertร , degli umili panni del servo (cfr Fil 2,6-7). E sarร  generato solo da chi sa vivere in sรจ l’impegno di essere servo, come lui.

Piena di grazia la chiama l’angelo, Immacolata la dice il popolo cristiano. E sono la stessa cosa, e con la sua ultima parola rivela il vero nome di noi tutti, che รจ: ยซEccomi!ยป. Eccomi, sono la serva del Signore. E l’angelo partรฌ da lei.

Un inedito: per la prima volta nella Bibbia รจ ad una creatura della terra, ad una donna, che spetta l’ultima parola nel dialogo tra terra e cielo.

Oggi ancora l’angelo ripete per noi le tre parole essenziali: non temere, verrร  il Signore e ti riempirร  la vita.

Verrร … e riempirร  di vita la vita.

Dio cerca madri, e noi, frammenti di cosmo ospitali, lo aiuteremo ad incarnarsi in questo mondo, prendendoci cura della sua parola, dei suoi sogni, del suo vangelo fra noi.

Fonte

Inciampare in una stella – Meditazioni sui vangeli dal 17 dicembre al 6 gennaio

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