p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 1 Gennaio 2023

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Benedetti da chi ha volto e cuore luminosi

Otto giorni dopo Natale, il Vangelo ci riporta alla grotta di Betlemme, all’unica visita riferita da Luca, quella dei pastori odorosi di latte e di lana, sempre dietro ai loro agnelli, mai in sinagoga, che arrivano di notte guidati da una nuvola di canto.

E Maria, vittima di stupore, tutto custodiva nel cuore! Scavava spazio in sé per quel bambino, figlio dell’impossibile e del suo grembo; e meditava, cercava il senso di parole ed eventi, di un Dio che sa di stelle e di latte, di infinito e di casa. Non si vive solo di emozioni e di stupori, e lei ha tempo e cuore per pensare in grande, maestra di vita che ha cura dei suoi sogni.

All’inizio dell’anno nuovo, quando il tempo viene come messaggero di Dio, la prima parola della Bibbia è un augurio, bello come pochi: il Signore disse: Voi benedirete i vostri fratelli (Nm 6,22) Voi benedirete… è un ordine, è per tutti. In principio, per prima cosa anche tu benedirai, che lo meritino o no, buoni e meno buoni, prima di ogni altra cosa, come primo atteggiamento tu benedirai i tuoi fratelli.

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Dio stesso insegna le parole: Ti benedica il Signore, scenda su di te come energia di vita e di nascite. E ti custodisca, sia con te in ogni passo che farai, in ogni strada che prenderai, sia sole e scudo. […] Continua a leggere tutto il testo di questo commento su Avvenire

Altro commento

PICCOLE COSE IN ALTO SILENZIO

Impariamo da Maria e dal suo silenzio. Da lei che medita nel cuore fatti e parole, da lei impariamo a prenderci del tempo per aver cura dei nostri sogni.

Otto giorni dopo Natale, lo stesso racconto: Natale non è facile da capire, è una lenta conquista. Ci disorienta quella nascita, che nella notte divenne un passare di voci che raccontavano una storia incredibile. Da stropicciarsi gli occhi. È venuto il Messia ed è nel giro di poche fasce, nella ruvida paglia di una mangiatoia. Chi va a cercarlo nei sacri palazzi non lo trova.

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Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette dai pastori. E’ lo stupore semplice della fede, mistero di un Dio che sa di stelle e di latte, di infinito e di casa.

Dimentichiamo tutta la liturgia senz’anima che presiede a questi giorni: regali, botti, auguri, sms clonati, luci, per conservare ciò che vale davvero: la capacità di sorprenderci per un bimbo indifeso. Impariamo da Maria e dal suo silenzio. Da lei che medita nel cuore fatti e parole, da lei impariamo a prenderci del tempo per aver cura dei nostri sogni.

E impariamo il Natale anche dai pastori, che non ce la fanno a trattenere la gioia e lo stupore, ma se ne tornano cantando, leggeri di una felicità mai provata.

Con lei e i pastori, sal­viamo questo stupore piccolo: il Verbo è un neonato che non sa parlare, l’Eterno è appena il mattino di una vi­ta, l’Onnipotente è un bimbo che sa solo piangere. Dio ricomincia sempre così, con piccole cose e in alto silenzio.

In questo giorno di auguri, le prime parole della Bibbia sono: Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne dicendo: voi benedirete i vostri fratelli.

Per prima cosa, che lo meritino o no, voi benedirete. Dio ci chiede di benedire uomini e storie, il blu del cielo e il giro degli anni, il cuore dell’uomo e il volto di Dio.

Benedire è invocare una forza che accresca la vita e la faccia risorgere; vuol dire alzarsi, cercare, trovare, riconoscere il bene che c’è in ogni fratello, per una vita felice, per una vita di pace.

La benedizione non è salute, denaro, fortuna, pre­stigio, ma è la semplice luce di Dio che ci benedice po­nendoci accanto persone dal volto e dal cuore luminosi.

Il Signo­re ti faccia grazia. Cosa ci ri­serverà l’anno che viene? Io non lo so, ma so­ che il Signore mi farà grazia, si chinerà su di me e mi farà grazia di tutti gli sbagli e di tutti gli abbandoni; mi camminerà a fianco, e nelle mie prove si ab­basserà verso di me. Qualunque cosa accadrà quest’anno, Dio sarà chino su di me.

Il Si­gnore faccia risplendere per te il suo volto. Che cosa è un vol­to che risplende? Poca cosa, eppure essenziale. Perché il volto è la finestra del cuore, e racconta cosa ti abita.

Scopri allora che Dio è luminoso, ritrova nell’anno che viene un Dio solare, ricco non di troni e di leggi, ma il cui più vero tabernacolo è un volto luminoso, una finestra di cielo.

Brilli per te il volto di Dio. Un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce.


AUTORE: p. Ermes Ronchi FONTE: Avvenire e PAGINA FACEBOOK