p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 7 Agosto2022

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โ€œPer fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedรฌ partendo per un luogo che doveva ricevere in ereditร , e partรฌ senza sapere dove andavaโ€ฆ Per fede, anche Sara, sebbene fuori dellโ€™etร , ricevette la possibilitร  di diventare madreโ€ฆโ€. Lโ€™ascolto di una chiamata di Dio nella vita apre ad un viaggio, ad un camminare, ad un andare oltre che si radica unicamente sulla promessa. Ed apre orizzonti imprevedibili, inattesi. Dio chiese ad Abramo di guardare le stelle nel cielo e di camminare sulla terra.

Guardare il cielo รจ sguardo allโ€™oltre che rinvia sempre allโ€™altro da incontrare costruendo sentieri di pace. Camminare sulla terra รจ abbandono di legami per uscire, ma รจ anche apertura a sentire che la terra รจ affidata per divenirne custodi. La terra dellโ€™ambiente e la terra delle persone e dei popoli. Dio chiama a stringere nuovi legami di alleanza con il creato e di fraternitร  seguendo le vie della pace, lottando contro tutto ciรฒ che provoca inimicizia.ย ย ย 

โ€œSiate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozzeโ€. Essere pronti: questo chiede Gesรน non tanto per instillare paura e per porre di fronte ad una minaccia. Indica invece come il cammino dei discepoli sta su una via di responsabilitร  nel presente. La prontezza รจ attitudine di chi veglia e si prende cura, di chi resiste alla distrazione, allโ€™indifferenza, a tutto ciรฒ che impedisce di maturare consapevolezza sulle situazioni e di agire.

Essere pronti รจ proprio di chi รจ disponibile a partire aprendosi a chiamate inedite che si fanno strada tra le pieghe del quotidiano, nei volti e nelle situazioni. Essere pronti significa cosรฌ custodire e ad essere responsabili. Oggi avvertiamo una chiamata particolare ad essere responsabili della casa comune del creato e della casa delle relazioni, da quelle piรน vicine a quelle dei popoli. Stare pronti significa allora maturare attenzione alle cose, alle persone, dare spazio a quellโ€™ascolto che รจ prima forma di accoglienza.

Il padrone della parabola affida una casa e tornerร  dalle nozze: la fedeltร  nellโ€™attesa รจ chiamata rivolta a chi si trova affidato un compito. Amministrare รจ pensare il rapporto con le cose e con gli altri non in termini di possesso ma di rispetto, di custodia, di cura. La terra non รจ dominio a disposizione di un uomo centrato su sรฉ stesso e sul proprio potere. La terra รจ prestata. Oggi sperimentiamo il disastro di un rapporto con la natura inteso nel senso del dominio. La natura stessa non รจ proprietร , รจ dono da amministrare con attenzione, affidato โ€˜per coltivare e custodireโ€™. Oggi vediamo anche lโ€™orrore a cui conduce pensare i rapporti dei popoli secondo logiche imperialistiche, senza disponibilitร  a comprendere lโ€™altro. Vi รจ un affidamento a cui rispondere con creativitร  e coraggio. Amare รจ scoprire affidamenti molteplici e reciproci. Essere pronti significa anche questo: essere aperti a riconoscere sempre che siamo per il Signore che ci affida la terra e gli altri e Lui per primo ha cura di noi.

Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi


 

p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.