ยซEcco, io farรฒ scorrere verso di essa, come un fiume, la paceโฆโ.
Lo sguardo del profeta si sporge al di lร del suo presente buio segnato dal disordine e dalla violenza e annuncia la pace come dono di vita che si fa strada lentamente, inesorabile. Eโ evocata nel movimento del procedere di un fiume, che scende continuo e che non si puรฒ fermare: immagine che evoca abbondanza di vita e parla di un movimento dellโintera storia il cui orizzonte ultimo non รจ il conflitto e la morte, ma lโincontro dei popoli e la pace nellโaccoglienza.
Il fiume, il torrente colmo di acque parlano di unโabbondanza paradossale a fronte della realtร di disorientamento e di prova. Radice di questo annuncio รจ la promessa di Dio e la sua presenza: il suo profilo รจ quello di donna, madre che consola e tiene in braccio i suoi figli. Dopo aver denunciato un modo di vivere il culto attuato insieme ad un agire malvagio (Is 66,3) per contrasto si delineano i gesti della tenerezza di Dio che invita a rallegrarsi con Gerusalemme. Il volto femminile di Dio รจ cosรฌ accostato al pensiero di Gerusalemme, cittร della pace, luogo di consolazione, di raduno, di armonia. Questa cittร รจ segno di una grande accoglienza. Le promesse sono per tutti i popoli della terra e sono annuncio di un grande raduno: essi verranno da ogni doveโฆ
Nella drammatica contraddizione che sperimentiamo in questo tempo di guerra senza confini e nei processi di disumanizzazione dellโaltro questa pagina rimane una provocazione a volgersi alla promessa di Dio, a convertirsi, a scegliere vie alternative al disastro della violenza e della guerra.
Nel suo tempo il profeta propone una visione alternativa al rinchiudersi nel rifiuto e nellโesclusione dellโaltro. Propone di ripensare il volto di Dio nel suo tratto femminile e materno e indica la via possibile di accoglienza di tutti i popoli della terra.
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โil Signore designรฒ altri settantadueโ: Gesรน sceglie discepoli e discepole, e li invia a coppie (anche forse per un sostegno reciproco nel contesto culturale in cui una donna sola non poteva muoversi liberamente). Settantadue รจ numero simbolico che rinvia al numero dei popoli dellโumanitร originaria (secondo Gen 10). Agli inviati รจ chiesto di vivere una testimonianza innanzitutto senza appesantimenti, senza borse e bisacce piene di cose che possono intralciare il cammino.
Inviati ad annunciare la pace: โIn qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa!โ. Il luogo dellโincontro e della testimonianza del vangelo รจ la casa, cioรจ lo spazio della vita ordinaria, quotidiana, dove i volti possono riconoscersi nelle seti essenziali e dove รจ possibile instaurare rapporti autentici e vivi da persona a persona. Gesรน non pensa alla costruzione di un gruppo o di una chiesa, ma indica lโorizzonte del regno di Dio volgendo lo sguardo a campi di grano maturo, da raccogliere.ย
โLa messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operai!โ. Eโ giร presente una realtร di vita, รจ giร davanti quel grano che chiede di essere raccolto per divenire pane, nutrimento per la vita di tutti. Lโorizzonte di Gesรน รจ il regno di Dio, la sua vicinanza che apre possibilitร di rapporti nuovi e speranza per tutti. Agli inviati รจ richiesta solo dedizione allโincontro, saper riconoscere lโopera di Dio, porsi al servizio di un sogni di pace. Eโ una via altra rispetto alle vie della violenza dellโimposizione, della pretesa di aggregare. Per questo chiede una scelta di povertร , di dipendere solo dalla Parola di Dio e non dal riconoscimento di un successo, e ย richiama alla fedeltร allโannuncio di pace. ย
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
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