โNon consiste forse [il digiuno che voglio], nel dividere il pane con lโaffamato, nellโintrodurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?โ La voce dei profeti รจ richiamo ad un orientamento di fondo, ad una fede in cui lโincontro con Dio non si attua se non nellโincontro con lโumanitร ferita, nel prendersi cura della sofferenza e dei pesi che segnano la vita. Eโ la medesima protesta rivolta ad un culto inteso come azione sacrale che non tiene conto della vita e della storia, che diviene anche pretesto per non farsi carico della fatica degli altri e dare loro ascolto e attenzione.
Questo tipo di interrogativi dovrebbero essere presenti nel nostro modo di concepire la liturgia e di intendere come ogni opera di liberazione e impegno per la giustizia รจ culto a Dio che vede la sua gloria riflessa nei volti dei poveri e degli oppressi: la gloria di Dio รจ lโuomo vivente diceva Ireneo di Lione e, Helder Camara, vescovo di Recife, precisava: la gloria di Dio รจ il povero che viveโฆ
โquando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con lโeccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesรน Cristo, e Cristo crocifissoโ. Eโ questa la consapevolezza di Paolo nel suo rivolgersi alla comunitร di Corinto: al di lร di ogni sapere umano richiama la centralitร dellโesperienza del profeta di Nazareth, Gesรน. Nella sua debolezza, nel suo aver affrontato la croce si puรฒ scorgere il senso stesso della vita umana e il luogo in cui incontrare Dio. Nel far propria la debolezza di Gesรน e le scelte che lo hanno condotto alla croce, lรฌ sta lo spazio per incontrare il mistero di Dio che ci raggiunge nei gesti e nella testimonianza di Gesรน. Cโรจ un grande lavoro da fare nello spogliarsi di idee di Dio dipendenti da costruzioni di tipo filosofico, per ricominciare a scoprire il volto di Dio a partire da Gesรน e da Gesรน crocifisso.
โVoi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderร salato? A nullโaltro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non puรฒ restare nascosta una cittร che sta sopra un monteโฆโ. Sale, luceโฆ due metafore che rinviano alla testimonianza di chi accoglie lโannuncio di Gesรน, il discorso delle beatitudini. Sale รจ elemento fondamentale di vita รจ ciรฒ che fa vivere: si pensi al โsalarioโ che trae riferimento dalla razione di sale elemento prezioso dato per vivere ed anche per conservare il cibo, ed รจ segno di sapienza. Il sale fa sรฌ che si possano gustare i cibi: รจ realtร nascosta che si perde ma valorizza il cibo in cui รจ sciolto.
Luce รจ elemento impalpabile, che consente di vedere i colori, รจ realtร che nel suo modularsi determina le sfumature delle cose, disegna i profili delle creature e delle costruzioni umane, tratteggia lo svolgersi dei giorni, dallโalba sino al tramonto. La luce dellโaurora, la luce che passa tra gli alberi spogli tra manti di neve nellโinverno o tra foglie tremule appena sbocciate a primavera, la luce soffusa rifratta dalle gocce nella nebbia, la luce del mare allโimbrunire o la luce fioca di una candela durante una veglia notturna. La luce accompagna il nostro vivere ed รจ compagnia silenziosa che dร il tono sereno e splendente a giorni invasi dal chiarore del sole oppure vela lโatmosfera di mestizia e di torpore nelle fredde giornate solcate da nubi pesanti di pioggia.
Voi siete sale, voi siete luceโฆ Gesรน parla ai suoi dicendo che devono essere sale e luce nella realtร del loro vivere. Sale e luce sono attribuiti a volti, a presenze, che nella pasta del mondo, in quella pasta di relazioni, di lavoro, di vita possono essere dono gratuito che si scioglie e dร sapore, o raggio silenzioso e disinteressato che riflette il calore e la gioia dellโamore.
Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.




