p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
I compaesani di Gesรน, i piรน vicini, si comportano verso Gesรน ricercando privilegi. Pretendono di conoscere Gesรน in quanto uno dei loro, per appartenenza familiare e sociale, e la loro preoccupazione, di fronte ai suoi gesti di guarigione di liberazione, mira a trarre vantaggio dalla sua presenza ponendolo in una contrapposizione tra โnoiโ e โgli altriโ.
Ma Gesรน segue unโaltra logica: il suo agire non mira al successo, allโaffermazione, non mira neppure a suscitare stupore per il prodigioso. Eโ lontano da una religiositร dei miracoli. Con i suoi gesti intende comunicare una bella notizia per i poveri: รจ iniziato un nuovo tempo in cui vivere un rapporto con Dio e con gli altri nellโorizzonte della fraternitร . Nel suo agire si rivolge ai poveri, ai dimenticati, a coloro che sono considerati โgli altriโ, gli esclusi dai circuiti della ricchezza e della religione.
Cosรฌ i compaesani pretendono da lui segni. Ma Gesรน ricorda due episodi presenti alla memoria di Israele. Sono racconti di segni prodigiosi avvenuti nella quotidianitร e al di fuori dei confini stabiliti. In essi sono protagonisti due profeti, Elia e Eliseo e due figure di pagani, una vedova e un lebbroso. Questi racconti contengono il messaggio che lโamore di Dio รจ per tutti e soprattutto Dio sceglie i poveri, coloro che si aprono a Lui senza avere potere e sicurezze umane. Ogni pretesa di trattenere Gesรน di considerarlo โdei nostriโ รจ cosรฌ resa vana, come pure quella di pensare di rinchiuderlo entro ciรฒ che si conosce di lui.
Ricordando la vedova di Sarepta che non aveva piรน nulla da mangiare nel tempo della carestia e accoglie nella sua casa il profeta Elia e Naaman il lebbroso recatosi da Eliseo varcando confini non solo geografici, Gesรน contesta una religiositร fatta di pretese, di privilegi, di appartenenze, di ricerca di vantaggi, che in fondo nasconde solo un sete di potere.
Ma รจ proprio questo a suscitare sospetto e rifiuto, perchรฉ pone in crisi ed apre a necessitร di cambiamento nel modo di intendere i rapporti con lโaltro. Tutto questo non รจ accettato dai suoi compaesani di Nazareth: โpieni di sdegno si levarono, lo cacciarono fuori dalla cittร โฆโ. Questo rifiuto manifesta la falsa ricerca di chi insegue un volto Dio che risponda a proprie pretese di superioritร e bisogni.
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I due esempi ricordati indicano che la fede รจ presente e vive al di lร dei confini stabiliti, รจ cammino aperto a tutti, sta nei percorsi dei poveri che sanno aprirsi allโaccoglienza e si mettono in cammino. Nella visita di uno straniero o negli incontri quotidiani si attua il segno, cioรจ miracolo, della visita di Dio. Per questo Gesรน si dirige verso Cafarnao la cittร straniera. Ripercorre cosรฌ i passi dei profeti: โNessun profeta รจ accetto nella sua patriaโ.
Gesรน viene quindi presentato da Luca con il profilo del profeta. Accoglie su di sรจ e fa propria la parola di Geremia: โPrima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni. Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, ร lzati e diโ loro tutto ciรฒ che ti ordinerรฒโฆ io sono con te per salvartiโ.



