โIl Signore disse: Io susciterรฒ loro un profeta e gli porrรฒ in bocca le mie parole ed egli dirร loro quanto io gli comanderรฒโ (Dt 18,16)
Non un โlettore del futuroโ, non un mago che risponde a domande relative ad una vita giร predeterminata nelle linee delle mani o delle carte. Profeta รจ invece uomo, donna della Parola. La sua condizione รจ ben distante dalla illusoria conoscenza dei venditori di certezze. Eโ invece la precarietร e la fragilitร di chi ha accolto lโinvito di una chiamata ed imposta la vita sullโascolto della parola di Dio.
La sua parola richiama cosรฌ ad una fedeltร a Dio che passa attraverso relazioni nuove di giustizia, di cura per gli altri. Il richiamo alla parola di Dio si accompagnerร con lo scontro con ogni istituzione che chiude la parola in un sistema in un possesso di una classe clericale o di una รฉlite di sapienti o schiaccia le vite impedendo parole di bene. Le voci dei profeti si alzeranno soprattutto per richiamare il disegno di pace di Dio contro lโingiustizia, la prevaricazione e la guerra.
Marco nel suo vangelo presenta Gesรน come โuomo della parolaโ. Egli infatti insegna ed il suo insegnare รจ parola che fa trasparire la direzione della sua esistenza. Coinvolge chi lo ascolta perchรฉ proveniente da unโesperienza di libertร interiore โnon come gli scribiโ. Nel giorno di sabato, giorno della memoria del riposo di Dio e del dono della legge, al centro della sinagoga Gesรน insegna nella sinagoga, luogo della comunitร e luogo della Parola. Eโ il suo un insegnamento pacato, non gridato, parola capace di incontrare le attese e le sofferenze di chi ascoltava e sapeva essere benedizione, apertura alla speranza.
Marco sottolinea il contrapporsi di questo insegnamento di Gesรน โ maestro che non sโimpone ma attrae e coinvolge โ con il grido di un uomo dominato da uno spirito immondo โ. Lรฌ, al centro del luogo religioso, della sinagoga -: โsi mise a gridare: โche cโentri con noi Gesรน nazareno? Io so chi tu sei: il santo di Dio!โ. E Gesรน lo sgridรฒ: โTaci, esci da quellโuomoโ. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscรฌ da lui.โ
Gesรน impone di tacere ad una voce che grida la sua identitร in modo prepotente. Invita al silenzio: โAmmutolisci ed esci da luiโ. La forza del male รจ presentata in contrasto con la Parola. Con la sua parola Gesรน porta liberazione. Il suo insegnare diviene gesto di liberazione e apre il passaggio dal grido allโascolto. Non una parola che rende schiavi e domina facendo morire, ma un parola che apre la possibilitร di vivere.
Con la sua parola Gesรน restituisce quellโuomo a se stesso, attua una liberazione che รจ permettere che la persona sia se stessa, non sdoppiata o dominata. Marco delinea in Gesรน il modello di un educatore che lascia spazio alla crescita, alla vita di ognuno.
La parola di Gesรน richiama il profeta annunciato nel Deuteronomio: โAllโudire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: โQuesti รจ davvero il profetaโ (Gv 7,40; cfr. Gv 6,14). Non si tratta di una โdottrinaโ, piuttosto di una parola capace di toccare la vita e di accoglierla e prendersi cura.
Il dono di essere profeti nel popolo di Dio รจ dono di ascolto di questa parola che puรฒ coinvolgere e trasformare la nostra esistenza.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
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