Luca presenta Gesรน che viene quasi costretto dai suoi a dir loro qualcosa sul pregare โcome anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoliโ. Gesรน โsi trovava in un luogo a pregareโ, solo quando ebbe finito i suoi discepoli si rivolgono a lui chiedendo di insegnar loro a pregare.
Si potrebbe aprire la domanda: Gesรน non aveva insegnato ai suoi nulla sul pregare? Ma ancora, รจ forse possibile insegnare a pregare? Che cosa significa pregare? Luca presenta le parole di Gesรน quasi a risposta di una pressione su di lui. I discepoli sono preoccupati di non essere al pari di altri? Quali i tratti e il senso del pregare per Gesรน? Che tipo di esperienza era la sua? Gesรน si ritirava da solo a pregare anche fuori degli ambiti propri per la preghiera, la sinagoga o del tempio. Peraltro entrava nella sinagoga si recava (cfr. Lc 4,16). Ma la sua esperienza si situava nel distacco dalle folle e nella solitudine.
Il brano di Luca affronta il tema della preghiera caro allโevangelista. E riporta una sorta di piccolo riassunto su aspetti centrali della preghiera. Nel contempo fa intravedere che non si tratta di apprendere qualche nozione, o di assumere un metodo, o anche di svolgere delle pratiche puntuali. Pregare รจ esperienza che ha a che fare con lโinedito della relazione. Eโ imparare a stare con Gesรน, รจ lasciarsi coinvolgere in un incontro in cui ogni regola รจ insufficiente e inadeguata.
Ogni fissazione di modelli rischia sempre di essere un tradimento ed uno sviamento fino al punto di venir meno allโessenziale. Un incontro รจ sempre nuovo e diverso, per ogni persona, per ogni comunitร , per ogni epoca. Sta qui la debolezza e la forza delle poche e scarne parole che Gesรน lascia ai suoi: li invita a rivolgersi ad un Tu, a ย chiamare Dio Abbร , a rivolgersi a Lui non al singolare ma al plurale dicendo โnostroโ. Li invita ad invocare lโaffrettarsi del regno di Dio, cuore del suo messaggio e dei suoi gesti. Li invita a domandare il pane di ogni giorno. Pregare รจ assumere il balbettio di bambini, รจ sperimentare apertura ad un Dio che prende in braccio e si prende cura. Ma รจ anche esperienza di affidamento e di scoperta di impegno per continuare i gesti di Gesรน per tessere quelle relazioni nuove di riconciliazione e perdono che Lui ha attuato.
Al centro del pregare, come disposizione di apertura e ascolto che coinvolge tutto lโessere, sta un movimento di confidenza. E forse questo basta. Eโ lโesperienza insondabile di Gesรน, lโesperienza del Padre come Abbร che si comunica a noi e fa partecipare di questa intimitร . Eโ sfida a stare nella fragilitร e nella veritร di fronte a Dio che ci vuole bene e si prende cura di noi. Stare di fronte al suo silenzio lasciando spazio al grido Abbร (Rom 8,15).
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Le richieste indicate da Gesรน sono una traccia per scoprire lโagire di Dio nella nostra storia. Il nome, la sua santitร si sta manifestando, il regno sta venendo, e tutto ci coinvolge. Le prime due richieste riguardano il realizzarsi del progetto di Dio: il suo nome ci รจ comunicato, il regno viene anche se come piccolo seme e realtร insondabile. Dio rivela il suo nome quando libera e salva. Le altre tre richieste, sono quelle del pane, del perdono e della fortezza nella prova: il pane รจ necessitร quotidiana di ogni uomo e donna. Dio โrende giustizia agli oppressi, dร il pane agli affamati, โฆ libera i prigionieri, ridona la vista ai ciechi, rialza chi รจ cadutoโ (Sal 146,7-8). Il pane invocato รจ anche simbolo della comunione, della gioia condivisa e della fraternitร . Il perdono รจ corrente di vita che ha origine solamente da Dio ma passa attraverso il perdono dato e ricevuto laddove rapporti sono stati feriti. Il perdono si connota come dono da invocare e ricevere. Lโultima invocazione รจ di non soccombere nella prova. Gesรน proprio nel momento della prova vivrร un pregare piรน intenso e diviene esempio per noi (Lc 22,39-46): la lotta รจ sostenuta nel rapporto profondo con il Padre.
Nelle parole che Gesรน lascia ai suoi due sguardi si compongono: lo sguardo al regno dono del Padre e lโimpegno per rapporti nuovi in una storia di riconciliazione. La parabola del giudice iniquo che si lascia smuovere solo dallโinsistenza della vedova che non si stanca di bussare alla sua porta sta ad indicare che pregare non รจ emozione di un momento ma puรฒ costituire elemento costante della vita. โChiedete e vi sarร dato, cercate e troverete, bussate vi sarร apertoโ.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.

