p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 26 Ottobre 2025

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Riportando la parabola di Gesรน del giudice iniquo e della vedova (cfr. Lc 18,1-8) Luca aveva indicato la preghiera come lโ€™attitudine del povero che sta davanti al Dio che ascolta il grido delle vittime e si fa vicino per rendere giustizia. Nel vangelo di Luca il tema della preghiera trova particolare attenzione insieme alla povertร : pregare รจ questione centrale del rapporto con Dio e respiro della vita, di chi nella sua fragilitร  si apre alla fiducia in Dio Abbร  che โ€˜ascolta la preghiera dellโ€™oppresso, non trascura la supplica dellโ€™orfanoโ€™.

Luca presenta unโ€™altra parabola in cui sono contrapposti due persone: un fariseo e un pubblicano. Due modi diversi di atteggiarsi nella preghiera, piรน profodnamente due modalitร  di intendere la religione e di stare davanti a Dio. Con tale contrasto Gesรน pone una parola di provocazione verso modi falsi di intendere la preghiera ed il medesimo rapporto con Dio. Nellโ€™esempio del pubblicano suggerisce come stare davanti a Dio nella veritร  della propria vita: nel riconoscersi poveri e nellโ€™affidarsi. Eโ€™ importante come la parabola viene introdotta, perchรฉ รจ rivolta a chi si crede giusto e pretende di non avere debolezze e povertร .

โ€œGesรน disse questa parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altriโ€. Gesรน presenta quindi una dura critica a chi ritiene di essere giusto. Il fariseo e il pubblicano si recano al medesimo luogo, nel tempio ma vi si recano con sentimenti profondamente diversi.

La preghiera del fariseo esprimeperaltro una tensione sincera di comportarsi secondo la legge. Era attitudine propria del gruppo dei farisei, gruppo laicale al tempo di Gesรน, il coltivare unโ€™adesione convinta alla legge e riconoscere tutti gli insegnamenti tesi ad applicare la Torah alle situazioni ordinarie e quotidiane della vira. Lโ€™osservanza della legge trovava espressione in una minuzie di  attenzioni e regole che recavano tuttavia il rischio di distogliere dal cuore dallโ€™essenziale da un rapporto con Dio nellโ€™amore. La preghiera del fariseo รจ in qualche modo specchio della vita di un uomo religioso e impegnato ma freddo e ripiegato su di sรฉ, preoccupato della propria grandezza fino al punto di divenire indifferente rispetto allโ€™altro: il suo volgersi a Dio si accompagna con uno sguardo di superioritร  ed esclusione verso i poveri. Eโ€™ la preghiera del ricco che ritiene la condizione della povertร  e del peccatore una condizione da disprezzare. La sua รจ una vita buona e impegnata e tutto ciรฒ non viene criticato. Tuttavia la sua preghiera manifesta un atteggiamento di fondo in cui il centro rimane il suo operare: le parole del suo rivolersi a Dio manifestano orgoglio per essere a posto e attesa di avere un riconoscimento della propria grandezza. La sua preghiera รจ presentazione a Dio dei suoi buoni comportamenti avvertiti come possesso e come successo: a Dio non chiede nulla, presenta solo la sua giustizia. Eโ€™ in fondo un tentativo di piegare Dio alla sua grandezza piuttosto che un chinarsi alla bontร  di Dio stesso. La sua vita, cosรฌ impegnata sul versante religioso, si nutre di un atteggiamento di disprezzo nei confronti degli altri โ€˜ti ringrazio perchรฉ non sono come gli altri uomini, ladri disonesti e adulteriโ€ฆโ€™.

Dโ€™altra parte sta la figura dellโ€™esattore delle tasse, il pubblicano, un uomo segnato dal peccato: il suo era un mestiere mal visto, a servizio della potenza occupante romana nella Palestina del tempo. I pubblicani avevano cattiva fama. Egli non รจ a suo agio nel tempio, luogo di culto. La sua preghiera รจ una semplice invocazione: โ€˜Dio, abbi pietร  di me peccatoreโ€™. Eโ€™ unโ€™implorazione, non articolata, ma in poche parole esprime il cuore dellโ€™attitudine che Gesรน chiede ai suoi: porre al centro Dio e la richiesta di essere accolto e perdonato, non la propria autosufficienza e la propria coerenza. Lโ€™esattore delle tasse รจ esempio di sinceritร , di consapevolezza della sua condizione di povertร  e del suo bisogno di essere guarito. Nel suo rivolgersi senza difese, nella veritร  della sua vita, si pone nelle mani di Dio e a lui affida tutto. Sa di non farcela con le sole sue forze e per questo accoglie la misericordia come dono. Eโ€™ senza possessi propri e non รจ prigioniero, come il fariseo, di una sua giustizia che impedisce di guardare oltre.

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Lโ€™agire di Dio รจ dono di cambiamento e di nuova vita, รจ possibilitร  di un nuovo rapporto con Lui. โ€œIo vi dico: questi tornรฒ a casa giustificatoโ€. In questo senso la preghiera, questo stare davanti a Dio nella sinceritร  e a mani aperte, รจ esperienza di accoglienza di dono e di salvezza nello scoprirsi accolti, rialzati, amati.

Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.

p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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