โAlzo gli occhi verso i monti da dove mi verrร lโaiuto? Il mio aiuto viene dal Signoreโฆ Non lascerร vacillare il tuo piedeโฆ il Signore รจ il tuo custodeโ.
La preghiera del salmista si apre con una domanda: da dove mi verrร lโaiuto? E trova la risposta in una percezione profonda di essere custodito: โIl Signore รจ il tuo custodeโ. La vicinanza del Signore รจ presenza di cura e custodia. Cโรจ questa consapevolezza fragile al cuore del cammino del credere: la vita stessa proviene da altrove, non รจ opera delle nostre mani, non sta interamente nelle nostre capacitร di orientamento e controllo. Lโesistenza รจ sospesa nella cura di Colui che รจ creatore del cielo e della terra ed รจ custode dellโintera storia e delle vicende dei popoli.
La prima lettura descrive il quadro di una guerra di Mosรจ contro Amalek. Quando Mosรจ alzava le mani in segno di preghiera Israele era piรน forte nella battaglia. Non possiamo leggere questa pagina senza un senso di ripulsa per la violenza che in essa si respira. Eโ racconto che risente dellโidea di un sostegno di Dio che fa vincere il suo popolo contro Amalek e gli amaleciti, antico popolo cananeo identificato come il male assoluto che continuamente minaccia e opprime. Eโ pagina che puรฒ condurre a pensare il Dio degli eserciti che benedice le armi e la violenza. Tanto piรน รจ scandaloso che il riferimento ad Amalek, contro cui portare distruzione, e il richiamo alle Scritture, sia stato utilizzato dallโattuale premier israeliano, su cui pende un mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini di guerra, a giustificazione delle violenze dellโesercito di Israele IDF a Gaza dopo lโottobre 2023. Questo esempio ci conduce a riflettere su quanto sia necessaria unโopera di purificazione del modo di leggere le Scritture da parte di tutte le tradizioni religiose, di orientamento contro ogni uso mirato a fomentare odio e intolleranza e quanto sia urgente oggi uscire da ogni lettura fondamentalista o che possa giustificare la violenza verso lโaltro.
La pagina della preghiera di Mosรจ puรฒ essere letta allora tenendo conto del messaggio di fondo che racchiude: in un quadro di violenza e di guerra โ da detestare e superare โ questa pagina intende porre accento sulla preghiera di Mosรจ che non viene meno, nel suo stare davanti a Dio, nellโintercedere per il suo popolo. La preghiera รจ stare alla presenza di Dio per poter procedere nella vita, per avere futuro.
La parabola del giudice e della vedova del vangelo di Luca รจ racconto che vede al centro lโinsistenza della vedova, fragile e senza difese, nei confronti di un giudice che non le dร ascolto: ma ella non smette di chiedere giustizia e alla fine riceve accoglienza anche da quel giudice iniquo. Se quellโuomo ingiusto e senza rispetto si รจ comportato cosรฌ, Dio, che รจ fedele, molto piรน ascolterร e si chinerร sui poveri che gridano a lui. Nelle parole di Gesรน la preoccupazione รจ sulla differenza di Dio. Da qui lโinvito a vivere un affidamento fiducioso nellโincontro con lโAbba che ascolta. La preghiera รจ esperienza di incontro che coinvolge lโintera esistenza. Dio rimane fedele, anche se lโattesa รจ faticosa, anche se sembra che il grido a lui rivolto non trovi ascolto. La preghiera รจ talvolta questa lotta interiore. La parabola parla anche del volto del discepolo: chi crede non viene meno, non smette di invocare e di sperare senza stancarsi, senza altri sostegni. Luca indica che il cammino del credente sta nel divenire povero per poter accogliere e lasciar fruttificare il dono di presenza di Dio nella sua vita.
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Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.

