p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 14 dicembre 2025

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โ€œSi rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fioriscaโ€. La pagina di Isaia tratteggia una visione di gioia, di coraggio, di sogno. Il deserto acquista vita ed esprime gioia e la steppa fiorisce per la felicitร . Eโ€™ un quadro di speranza e di coraggio, perchรฉ una novitร  irrompe nella storia e la cambia: โ€˜dite agli smarriti di cuore: Coraggio non temeteโ€™. Eโ€™ annuncio di un venire di Dio per salvare, per dare vita.

Eโ€™ annuncio di un tempo in cui tristezza e pianto saranno eliminati, e lโ€™immagine della strada racchiude in sรฉ lโ€™invito alla gioia: nel deserto scorre una via appianata e su di essa cammina una colonna di persone liberate dalla prigionia e si dirige verso una nuova situazione di pace. E tutto attorno oppressione e dolore si mutano nel loro contrario: โ€œAllora lo zoppo salterร  come un cervo, griderร  di gioia la lingua del mutoโ€. La strada appianata รจ immagine di un cammino senza piรน ostacoli, percorribile verso orizzonti di pace. Un sogno, una promessa, unโ€™indicazione di orientamento per non avere paura e per lasciar spazio al disegno di Dio sulla storia. 

La pagina del vangelo propone un passaggio critico della vicenda di Giovanni Battista. Era in carcere per il suo coraggio nellโ€™opporsi ai potenti. Da lรฌ invia alcuni messaggeri a Gesรน a chiedergli: โ€˜sei tu colui che deve venire?โ€™ Il dubbio di Giovanni รจ sul senso della sua stessa vita orientata verso qualcun altro: da qui il suo interrogarsi. La venuta di Gesรน non stava attuando quel capovolgimento che Giovanni aveva annunciato a tinte forti parlando di un giudizio di Dio imminente.

Gesรน non si impone e non manifesta segni di grandezza e potenza. Anzi il suo cammino si compie nella debolezza e si espone al rifiuto. Il mondo nuovo non si รจ realizzato, lโ€™ingiustizia, il dolore dei poveri non sono eliminati, la liberazione definitiva sembra solo illusione. Da qui sorge il dubbio di Giovanni. Gesรน non risponde alla domanda in modo diretto ma rinvia a leggere i segni.

Sono segni piccoli, limitati che si rendono visibili negli incontri da lui vissuti: in quei gesti si sta attuando quello che i profeti annunciavano: โ€œi ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano lโ€™udito, i morti risuscitano, ai poveri รจ predicata la bella notiziaโ€. Non sono segni di potenza ma dicono lโ€™inizio di un mondo nuovo segnato dalla cura, dal restituire vita, dallโ€™accoglienza per gli esclusi. La sua presenza come bella notizia di una speranza nuova.

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Gesรน nel suo agire manifesta un volto di Dio che prende la parte dei poveri, si pone accanto a loro per liberarli: bella notizia รจ che Gesรน attua questo non secondo le aspettative umane di grandezza, ma con una vita nel segno del dono, della vicinanza, della mitezza e dellโ€™accoglienza. Nei suoi gesti non cโ€™รจ vendetta e non cโ€™รจ manifestazione di potenza. I suoi gesti sono giร  segno che quel mondo nuovo รจ iniziato. Per questo dice: โ€˜beato colui che non si scandalizza di meโ€™.

Il suo essere โ€˜messiaโ€™, โ€˜colui che deve venireโ€™ disorienta tutti coloro, anche noi, che vorremmo incontrare un messia a nostra misura, secondo le attese della forza. Chi accoglie e comprende il suo messaggio sono i poveri. Perchรฉ sperimentano la sete della speranza. Solo scegliendo vicinanza accogliente con chi cerca liberazione ci si puรฒ aprire alla speranza. Nella nostra vita possiamo tenere insieme il sogno di Isaia e il dubbio di Giovanni. La domanda di Giovanni aiuterร  a vivere in veritร  la nostra fede, il sogno di Isaia ci aiuterร  a tenere presente che la speranza, luce per la vita, si fonda solamente sulla promessa di Dio.ย 

Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.

p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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