โSi rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fioriscaโ. La pagina di Isaia tratteggia una visione di gioia, di coraggio, di sogno. Il deserto acquista vita ed esprime gioia e la steppa fiorisce per la felicitร . Eโ un quadro di speranza e di coraggio, perchรฉ una novitร irrompe nella storia e la cambia: โdite agli smarriti di cuore: Coraggio non temeteโ. Eโ annuncio di un venire di Dio per salvare, per dare vita.
Eโ annuncio di un tempo in cui tristezza e pianto saranno eliminati, e lโimmagine della strada racchiude in sรฉ lโinvito alla gioia: nel deserto scorre una via appianata e su di essa cammina una colonna di persone liberate dalla prigionia e si dirige verso una nuova situazione di pace. E tutto attorno oppressione e dolore si mutano nel loro contrario: โAllora lo zoppo salterร come un cervo, griderร di gioia la lingua del mutoโ. La strada appianata รจ immagine di un cammino senza piรน ostacoli, percorribile verso orizzonti di pace. Un sogno, una promessa, unโindicazione di orientamento per non avere paura e per lasciar spazio al disegno di Dio sulla storia.
La pagina del vangelo propone un passaggio critico della vicenda di Giovanni Battista. Era in carcere per il suo coraggio nellโopporsi ai potenti. Da lรฌ invia alcuni messaggeri a Gesรน a chiedergli: โsei tu colui che deve venire?โ Il dubbio di Giovanni รจ sul senso della sua stessa vita orientata verso qualcun altro: da qui il suo interrogarsi. La venuta di Gesรน non stava attuando quel capovolgimento che Giovanni aveva annunciato a tinte forti parlando di un giudizio di Dio imminente.
Gesรน non si impone e non manifesta segni di grandezza e potenza. Anzi il suo cammino si compie nella debolezza e si espone al rifiuto. Il mondo nuovo non si รจ realizzato, lโingiustizia, il dolore dei poveri non sono eliminati, la liberazione definitiva sembra solo illusione. Da qui sorge il dubbio di Giovanni. Gesรน non risponde alla domanda in modo diretto ma rinvia a leggere i segni.
Sono segni piccoli, limitati che si rendono visibili negli incontri da lui vissuti: in quei gesti si sta attuando quello che i profeti annunciavano: โi ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano lโudito, i morti risuscitano, ai poveri รจ predicata la bella notiziaโ. Non sono segni di potenza ma dicono lโinizio di un mondo nuovo segnato dalla cura, dal restituire vita, dallโaccoglienza per gli esclusi. La sua presenza come bella notizia di una speranza nuova.
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Gesรน nel suo agire manifesta un volto di Dio che prende la parte dei poveri, si pone accanto a loro per liberarli: bella notizia รจ che Gesรน attua questo non secondo le aspettative umane di grandezza, ma con una vita nel segno del dono, della vicinanza, della mitezza e dellโaccoglienza. Nei suoi gesti non cโรจ vendetta e non cโรจ manifestazione di potenza. I suoi gesti sono giร segno che quel mondo nuovo รจ iniziato. Per questo dice: โbeato colui che non si scandalizza di meโ.
Il suo essere โmessiaโ, โcolui che deve venireโ disorienta tutti coloro, anche noi, che vorremmo incontrare un messia a nostra misura, secondo le attese della forza. Chi accoglie e comprende il suo messaggio sono i poveri. Perchรฉ sperimentano la sete della speranza. Solo scegliendo vicinanza accogliente con chi cerca liberazione ci si puรฒ aprire alla speranza. Nella nostra vita possiamo tenere insieme il sogno di Isaia e il dubbio di Giovanni. La domanda di Giovanni aiuterร a vivere in veritร la nostra fede, il sogno di Isaia ci aiuterร a tenere presente che la speranza, luce per la vita, si fonda solamente sulla promessa di Dio.ย
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.

