Nico Guerini – Commento al Vangelo di domenica 9 Agosto 2020

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La liturgia di oggi ha ancora a che fare con la fede, soprattutto da due punti di vista.

Il primo riguarda lโ€™oggetto del credere: chi รจ colui nel quale abbiamo riposto la nostra fiducia?

Il secondo, attraverso le figure di Elia, di Paolo e dei discepoli, ha a che fare con il nostro stato dโ€™animo interiore. Quali sentimenti accompagnano il nostro credere? Perchรฉ la fede non รจ un blocco monolitico comunque sicuro e fissato una volta per tutte, ma qualcosa che dipende in grande misura dal nostro mondo emotivo e affettivo, dai nostri sentimenti e, in qualche modo, li modifica, in meglio o in peggio.

La fede puรฒ diventare grande โ€“ come ci ricordava la parabola del granello di senape โ€“, ma anche rischiare di essere ยซpocaยป, come dirร  il vangelo di oggi.

โ€œUna quieta piccola voceโ€

Lโ€™episodio del profeta Elia รจ molto noto e giustamente famoso (1Re 19,9a.11-13a). รˆ arrivato persino in una celeberrima canzone di Bob Dylan, che ha come ritornello ai nostri numerosi interrogativi che ci capita di porci esattamente ciรฒ che Elia capisce in un momento di crisi: The answer is blowing in the wind: La risposta รจ nel respiro del vento!

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รˆ importante aver presente il contesto, dove si discorre appunto di stati dโ€™animo che โ€“ come si รจ detto โ€“ hanno a che fare con la fede. Il profeta viene da una schiacciante vittoria sui quattrocento profeti di Baal (1Re 18,20-40), seguita dal prodigio che segna la fine della siccitร  (41-46).

Ma lโ€™evento scatena lโ€™ira di Gezabele, la moglie del re Acab, che gli giura vendetta. Elia รจ preso dalla paura, si dispera e pensa di lasciarsi morire. Ma questo non รจ ciรฒ che vuole Dio. Un angelo provvede a porgli del cibo, rafforzato dal quale Elia cammina ยซper quaranta giorniยป fino al monte di Dio, lโ€™Oreb (1Re 19,1-8). Lรฌ si rifugia in una caverna, e al Signore che lo interroga confessa la sua paura. Il Signore gli ordina: ยซEsci, e fermati sul monte alla presenza del Signoreยป.

La lettura odierna parte proprio da qui. Come potrร  Elia scoprire in che modo si manifesta la presenza del Signore? Considerato il suo temperamento impetuoso, certo rassicurato e ringalluzzito dalle due โ€œvittorieโ€ precedenti, quella sui profeti di Baal e sulla siccitร , parrebbe ovvio che il Signore si manifesti in segni di potenza: il vento impetuoso, il terremoto, il fuoco. No. Elia deve ricredersi, perchรฉ il Signore non รจ dove lui pensava naturalmente che fosse!

Resta lโ€™ultimo segno, il ยซsussurro di una brezza leggeraยป, ed รจ proprio lรฌ che il profeta intuisce la presenza del Signore, come attesta il suo coprirsi il volto. Esce dalla caverna dove si era rifugiato, e si ferma sulla soglia, e di nuovo si sente dire: cosa fai qui? Segue un vero e proprio invio in missione che rimette Elia in cammino, rigenerato nella sua vocazione.

Cosa avrร  voluto dire per lui quel ยซsussurro di una brezza leggeraยป? I commenti dicono che la frase รจ di difficile traduzione. La Bibbia di Gerusalemme la rende come ยซle bruit dโ€™une brise lรฉgรจreยป; lโ€™inglese Revised Standard Version: ยซa low murmuring soundยป. Ma il meglio si trova nella Bibbia inglese del 1611, un capolavoro della letteratura britannica, che scrive: a still small voice (una quieta piccola voce).

Il prete e poeta gallese R.S. Thomas (1913-2000), che mi รจ capitato spesso di citare, ha composto una straordinaria poesia su questo brano, che cito interamente perchรฉ รจ la migliore meditazione che io conosca sul tema. Il titolo โ€“ โ€œSogliaโ€ โ€“ รจ giร  un programma. La โ€œsogliaโ€ รจ quella sulla quale Elia esita dopo aver avuto la rivelazione, tra il buio della caverna e quello ancora piรน intenso del fuori. ยซEmergo dalla caverna / della mente nel buio piรน profondo / di fuori, dove le cose passano e / il Signore non si trova in nessuna. // Ho udito la quieta piccola voce/ ed era quella dei batteri / a demolire il mio cosmo. Io / ho indugiato troppo a lungo su // la soglia, ma dove posso andare? / Guardare indietro significa perdere lโ€™anima / che io stavo conducendo in alto verso / la luce. Guardare avanti? Ah, // quale equilibrio si richiede / ai bordi di un tale abisso. / Io sono solo sulla superficie / di un pianeta rotante. Cosa // fare se non, come di Michelangelo / lโ€™Adamo, tendere la mia mano / fuori verso lo spazio ignoto, / sperando che un tocco mi risponda?ยป (R.S. Thomas, Il senso รจ nellโ€™attesa, ร€ncora 2010, p. 119, commento a p. 22).

Difficile rendere in modo piรน efficace quei momenti in cui, davanti a un cosmo che viene demolito da batteri distruttivi (si pensi al dramma sempre piรน impressionante dei disastri ecologici incombenti), si pencola nel vuoto, e la fede in un Dio provvidente e benefico vacilla, quando davvero si ha la sensazione di essere sullโ€™orlo di un abisso senza riuscire nรฉ ad avanzare nรฉ a retrocedere.

Il titolo dato alla raccolta โ€“ Il senso รจ nellโ€™attesa โ€“ รจ un verso del poeta, e non conosco altra uscita dal dilemma che non sia lโ€™attesa, nutrita dalle lezioni che ci vengono dalla storia biblica, e soprattutto dalla vita di Gesรน, attesa difficile, ma rischiarata dallโ€™orizzonte della sua risurrezione, che annuncia e prepara ยซcieli nuovi e terra nuovaยป.

Lโ€™amarezza di Paolo

La paura di Elia diventa, nella seconda lettura, la sofferenza di Paolo (Rm 9,1-5) davanti al dramma di quello che รจ pur sempre il โ€œsuoโ€ popolo, che ha servito con la foga che conosciamo, e che รจ rimasto alla fine fuori dallo โ€œspazio Gesรนโ€ e dal suo messaggio liberatorio e consolante.

Forse non ci รจ facile capire quanto sia importante per un ebreo un tale attaccamento al popolo, un senso di appartenenza che supera tutte le possibili differenze e incomprensioni. Penso a due casi emblematici che arrivano dal tempo della Shoร . Mi riferisco a Edith Stein, ora santa Teresa Benedetta della Croce, che, nata ebrea, non volle abbandonare il suo popolo nel suo tragico destino, e a Etty Hillesum, che, pur non essendo religiosamente praticante, fece la stessa scelta pur potendosi salvare.

Non รจ difficile immaginare la delusione dellโ€™apostolo, che deve essere stata anche quella di Gesรน stesso e della prima comunitร  cristiana, che sognava certo un possibile movimento popolare teso a riconoscere in Gesรน il Messia annunciato, e che dovette alla fine fare i conti con il rifiuto della maggioranza, aggravato dal miserabile trattamento riservato a Gesรน stesso con quella morte atroce.

Questa testimonianza di Paolo รจ un invito a non prendere troppo alla leggera le crisi che devono aver attraversato i discepoli e le prime comunitร  cristiane quando si videro non solo abbandonati, ma โ€œperseguitatiโ€ proprio dai loro ยซfratelliยป con cui avevano in comune ยซlโ€™adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, e la stessa origine di Cristoยป. Devono essere stati ben convinti di essere nel giusto (e questa รจ la forza della risurrezione del loro maestro) per aver tenuto duro nella loro scelta.

Se Cristo non ti โ€œafferraโ€

Il vangelo (Mt 14,22-33) si colloca perfettamente nel contesto dei due brani che lo precedono. La figura al centro del racconto, che nei sinottici appare come gemellato a quello della moltiplicazione dei pani, รจ in effetti una tempesta che โ€œsconvolgeโ€ i discepoli che si trovano a navigare sul lago.

Lโ€™attacco del brano รจ strano: Gesรน โ€œcostringeโ€ i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sullโ€™altra riva. La cosa ha tutta lโ€™aria di un tentativo di metterli alla prova, di โ€œindurliโ€ nella tentazione per vedere come avrebbero preso la sua assenza, dato che lui ยซsale sul monte, in disparte, a pregareยป e, ยซvenuta la sera, se ne stava lassรน da soloยป.

Cโ€™รจ un che di enigmatico in questa situazione. Perchรฉ non va con loro? Perchรฉ li lascia soli? รˆ come se Gesรน volesse abituare i discepoli a quella che un giorno sarร  la sua partenza con lโ€™Ascensione.

La tempesta improvvisa, la forza del vento contrario li sconvolge. In un racconto simile (Mc 4,35-41) almeno Gesรน รจ con loro anche se โ€œdormeโ€. Qui invece essi sono soli e, quando lo vedono avvicinarsi a loro camminando sulle onde, la reazione รจ comprensibile: ยซรˆ un fantasma!ยป, e gridano dalla paura. Ma Gesรน li conforta e incoraggia: ยซNon abbiate paura, sono ioยป.

Anche in questo si trova unโ€™eco evidente nei racconti della risurrezione. Il dominio sulla mutabilitร  inaffidabile dellโ€™acqua รจ chiaro segno della potenza divina.

Pietro esige perรฒ una prova: ยซSe sei tu, comandami di venire verso di te sullโ€™acquaยป. Detto, fatto. Ma la paura ritorna, la fede si raggrinza, e lโ€™apostolo, che rischia di affogare, ritrova la sua fragilitร : ยซSignore, salvamiยป. Gesรน tende la mano, lo โ€œafferraโ€, e lo salva, ricordandogli la sua ยซpoca fedeยป.

Ho messo tra virgolette il verbo che rende il gesto di Gesรน, lo stesso che appare in Ebrei 2,16, dove la Bibbia CEI traduce: ยซEgli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende curaยป. Il greco e il latino della Volgata rendono alla lettera il verbo con apprehendit. Non รจ lo stesso. Forse nella traduzione si puรฒ trovare un accento di tenerezza materna.

Ma il grande vescovo anglicano Lancelot Andrewes (1555-1626), linguista finissimo (fu nella squadra di traduttori che produsse quel capolavoro che รจ la Bibbia inglese del 1611), coglie subito la differenza e, nel suo primo sermone per il Natale del 1605, commentando Eb 2,16, dedica quasi 20 pagine a scavare quel verbo! (Andrewes, Dio รจ diventato uomo, Qiqajon, Bose 2012, pp. 86-104).

Chi puรฒ, legga tutto il testo: imparerร  a fare grande attenzione alle parole, non per mero estetismo, ma per entrare nel corpo vivo della Scrittura.

Mi limito a citare come lรฌ viene spiegato il senso del verbo: ยซapprehendere significa afferrare con grande veemenza, impadronirsi di una cosa con tutte e due le mani, una cosa che siamo felici di aver trovato e che non vogliamo si perda di nuovoยป (p. 89).

Quella โ€œcosaโ€ siamo noi. Emerge un Dio che in Gesรน insegue lโ€™uomo che si era perduto, e ยซnon cessรฒ il suo inseguimento, anche se lungo e penoso, e lui stanco e sfinito, anche se questo lo fece sudare, e un sudore di sangueยป (p. 88).

Finchรฉ si resta uniti a questo Gesรน, nessuna tempesta potrร  farci paura. Anche nel nostro oscillare tra il rinunciare e lโ€™affidarci, cโ€™รจ sempre la possibilitร  di ยซsporgerci allโ€™infuori / su un abisso immenso, lasciando / che il tuo nome esca e aspettando, / da qualche parte tra la fede e il dubbio, / gli echi del suo arrivoยป (R.S. Thomas, Il senso รจ nellโ€™attesa, Milano 2010, p. 105).

FonteSettimana News

Commento a cura di Nico Guerini


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