Far buon uso del tempo
Procedendo verso la conclusione dellโanno liturgico, veniamo introdotti allโuso che occorre fare del tempo per renderlo fruttuoso e redimerlo dallโinsignificanza (cf. Ef 5,16; Col 4,5). Di fatto, ci viene lanciato il tema che dominerร nella stagione successiva dellโAvvento, quello della vigilanza nellโattesa di celebrare il Natale del Signore. Ci faranno da guida due parabole con cui Matteo ci insegna a non presentarci impreparati al rendiconto finale.
La prima, letta oggi, รจ quella delle dieci vergini che ci chiede di tenere pronta la necessaria provvista di olio per essere pronti alla venuta improvvisa dello sposo cosรฌ da entrare con lui alla festa di nozze; lโaltra, che ascolteremo domenica prossima, riguarda il lavoro da fare nel frattempo con il fervore che ci porta a trafficare i talenti ricevuti, sul cui uso o non uso saremo giudicati.
Il dono prezioso della sapienza
Questo duplice atteggiamento ha la sua sintesi migliore in quella virtรน che chiamiamo โsapienzaโ, e trovo una soluzione indovinatissima proprio nella scelta del brano che la esalta, tolto dal libro che ne porta il nome (Sap 6,12-16), offerto oggi come prima lettura. La sapienza, o saggezza, non รจ un bene di cui ci sia oggi una grande abbondanza sulla piazza di un mondo marcato da una mentalitร giovanilistica e da una pubblicitร che mira solo a vendere. I giovani, celebrati per tante pregevoli qualitร , dal vigore fisico alla capacitร di entusiasmo, non sono mai stati famosi per la loro saggezza, che esige ponderazione e riflessione, quella che di solito si chiama maturitร .
ร noto che gli autori medievali esaltavano quel giovane che, nonostante lโetร , aveva giร un ยซcuore di vecchioยป (cor senile gerens), come si dice, tra gli altri, del giovane san Benedetto nella presentazione che ne fa Gregorio Magno nel libro II dei Dialoghi.
Non รจ certamente una scuola di saggezza neanche quella offerta dal mercato pubblicitario che inonda i giornali e tutti i canali televisivi, dove non cโรจ da aspettarsi che venga esaltata la parsimonia, la sobrietร , la discrezione, il discernimento, la riflessione che precede lโacquisto, tutte qualitร , queste, che sono altrettanti rami in cui si espande e fiorisce la sapienza.
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Fa bene la lettura a dichiarare subito che ยซla sapienza รจ splendida e non sfiorisceยป, immagine che la raffigura come una giovane donna affascinante la cui bellezza non appassisce per lโetร , come invece appassiscono tanti โslanciโ dal fiato corto o cortissimo, stimolati del gusto dello shopping che puรฒ diventare una vera e propria malattia. Oggi, in una cultura che privilegia il risultato immediato e volatile rispetto allo sforzo perseverante che solo puรฒ assicurare frutti duraturi, pare non esista uno spazio congruo dedicato al crescere in sapienza.
Il progetto presentato dal brano biblico puรฒ certo risultare esigente: la sapienza devโessere amata, cercata, desiderata: bisogna insomma innamorarsene! Bisogna ยซalzarsi di buon mattino per cercarlaยป, ma questo non dovrebbe pesare, anche perchรฉ, se uno se ne innamora, ยซla troverร seduta alla sua portaยป, sarร felice di ยซriflettere su di leiยป, e se ยซveglia a causa sua sarร presto senza affanniยป.
Mi pare che tale percorso appaia oggi piรน evidente nei campioni di vari sport, o negli artisti di successo, per i quali รจ facile rimanere abbagliati dai loro risultati, anche se spesso si dimentica quanto tali successi sono loro costati in termini di preparazione e allenamenti, che sono ripetitivi, noiosi e non si vedono.
Il trionfo ci incanta, suscita anche una voglia di imitazione, che perรฒ muore in fretta, quando si devono fare i conti con il prezzo che ha richiesto il produrlo. Ma si puรฒ superare la paura dello sforzo riflettendo sulla conclusione del brano che riguarda quella sapienza che esce dalla bocca di Dio: ยซLei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontroยป.
Cosa puรฒ esservi di piรน bello del sapere che ciรฒ che stiamo cercando รจ giร in cammino per cercare noi? Lโunica risposta degna รจ il bellissimo Salmo 62 che ci รจ suggerito come reazione al brano ascoltato, quello che inaugura le Lodi di ogni domenica, magari da imparare a memoria come ottima preghiera del mattino in grado di lanciare tutta una giornata.
La ricerca della sapienza non puรฒ neanche partire se non cโรจ come fondamento la โsperanzaโ. Se uno pensa che con la morte tutto finisca, รจ difficile che intraprenda lo sforzo di crescere in ยซsapienzaยป per rendere la sua vita produttiva di frutti che comunque andranno a finire in niente. Sono note le crisi che colpiscono persone di successo davanti al lento disfacimento del loro vigore e della loro bravura: cโรจ chi arriva al suicidio.
Non aggrapparti a un filo dโerba
Paolo inizia la sua esortazione (1Ts 4,13-18) con unโaffermazione molto significativa: ยซNon vogliamo, fratelli, lasciarvi nellโignoranza a proposito di quelli che sono morti, perchรฉ non siate tristi come gli altri che non hanno speranzaยป. La tristezza produce scoramento, rassegnazione, paralisi, o al contrario, il rischio di attaccarsi al primo appiglio dal quale ci si aspetta soddisfazione, pena lo scoprire poi โ come scrive san Bernardo โ che ciรฒ che si credeva solido (puรฒ essere una persona, un affare, un successoโฆ) รจ solo la radice di un filo dโerba, che il naufrago afferra credendosi salvo, finendo poi con lo sprofondare, lui e lโappiglio cui si era aggrappato (Sermoni per lโAvvento I,1).
La tristezza รจ spesso la causa di peccati ed errori vari, come dice santโAgostino in unโaffermazione folgorante. Nella Lettera a Proba in cui commenta il Padre nostro, arrivato al ยซnon abbandonarci alla tentazioneยป, Agostino scrive: ยซcon questo siamo ammoniti a fare tale richiesta affinchรฉ non accada che, quando sopravviene una qualche tentazione, se siamo privati del suo aiuto, noi acconsentiamo perchรฉ ingannati, o cediamo perchรฉ afflittiยป (Ep. 130, 11.21).
La riserva dโolio
Il vangelo (Mt 25,1-13) ci aiuta a vedere la sapienza come quellโolio di cui occorre sempre avere pronta una riserva per ogni evenienza, soprattutto quando si tratta di accogliere lo sposo con le lampade accese che permettono di entrare nella sala delle nozze per fare festa con lui. La parabola gioca tutta la sua forza mostrando un contrasto netto tra due situazioni apparentemente simili (si veda lโaltrettanto affascinante parabola delle due case, in tutto uguali tranne che nel fondamento!), che invece rivelano due esiti tragicamente diversi.
Chi se ne accorge? Solo colui che รจ sapiente, che sa considerare con accortezza le cose, che si รจ fatto uno sguardo capace di discernere, e di provvedere in tempo lร dove ha scorto un rischio di fallimento. Per questo il racconto si preoccupa di dire subito che delle dieci vergini, ยซcinque di esse erano stolte, e cinque saggeยป. Subito pure si spiega che la differenza sta nellโolio: le stolte ne hanno giร piene le lampade, e non prevedono che lo sposo possa tardare, le sagge invece se ne procurano una riserva, utile nel caso di sorprese.
Il ritardo fa sรฌ che ยซsi assopirono tutte e si addormentaronoยป. Pare che la nostra attesa dellโincontro con il Signore preveda anche pause di sonnolenza! A rivelare la differenza di situazione รจ lโarrivo dello sposo, nel cuore della notte. Qui le stolte si accorgono che le loro lampade si stanno spegnendo, essendosi lโolio esaurito nellโattesa. Ne chiedono alle sagge, che, saggiamente, rifiutano con una valida motivazione, e invitano le altre ad andare a comprarle dai venditori. Ma mentre quelle vanno a procurarsi lโolio, arriva lo sposo, e ยซquelle che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusaยป.
Lโeffetto della loro stoltezza รจ tragico. Quando arrivano, le stolte chiedono di riaprire la porta per farle entrare, ma la risposta รจ netta: ยซIn veritร io vi dico: non vi conoscoยป.
Il senso della parabola non รจ difficile da indovinare. Lo sposo รจ Gesรน, le nozze sono immagine di un nuovo rapporto tra Dio e lโumanitร che si materializza nellโincarnazione del Verbo che annuncia, mostra e realizza il Regno di Dio sulla terra, le โverginiโ non sono le suore, ma ragazze incaricate di fare luce nella sala del banchetto secondo quanto avveniva nelle cerimonie nuziali nella Palestina del tempo di Gesรน.
Quelli che portano le lampade accese sono la comunitร dei seguaci di Gesรน, che non รจ quella ideale, che si realizzerร alla fine dei tempi, ma risulta, come sempre, di saggi e di stolti, non divisi in misura uguale, come potrebbe apparire dalla necessaria rigiditร dello schema, ma in forma confusa e neanche rigida, perchรฉ cโรจ sempre il rischio che i saggi diventino stolti, come per costoro cโรจ la possibilitร che diventino saggi.
Lโolio รจ la Parola di Dio ascoltata e attuata. Il giudizio si farร alla fine, come รจ detto con parole identiche nel Discorso della montagna: ยซNon chi mi dice Signore, Signore, entrerร nel regno dei cieli (la sala delle nozze), ma colui che fa la volontร del Padre mio che รจ nei cieliยป, e quelli che si vanteranno di aver profetato e cacciato i demoni nel suo nome si sentiranno rispondere: ยซNon vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me voi che operate lโiniquitร ยป (Mt 7,21-23)! Il parallelismo รจ perfetto. Cosรฌ come รจ perfetto il parallelo tra le due case, quella sulla roccia e quella sulla sabbia, che indicano chi ha la riserva di olio e chi non ce lโha: ยซChiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarร simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla rocciaยป, come รจ vero che ยซchi ascolta ma non mette in pratica costruisce sulla labilitร della sabbiaยป.
A noi decidere quale e quanto โolioโ procurarci se vogliamo avere una fede solida ed efficace.
Fonte – Settimana News
Commento a cura di Nico Guerini
