Nico Guerini – Commento al Vangelo di Domenica 16 Maggio 2021

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La terra si collega con il cielo

Si sottolinea spesso lโ€™abile artificio usato da Luca di chiudere il suo vangelo, da lui chiamato ยซprimo raccontoยป, con lo stesso evento con cui apre gli Atti degli apostoli, cosรฌ che questo diventi chiaramente il โ€œsecondo libroโ€, o seconda parte della stessa storia.

Quella di Gesรน, dunque non รจ una partenza, ma una dilatazione della sua presenza, perchรฉ la sua Ascensione รจ esattamente il legame che permette di portare la terra in cielo, proprio come lโ€™Incarnazione era stato lโ€™evento che aveva portato il cielo sulla terra.

Questa circolaritร  va sottolineata, in una festa che, tra Pasqua e Pentecoste, temo passi in secondo piano, quando invece รจ proprio lโ€™elevazione di Gesรน al cielo che permette la successiva discesa del suo Spirito sulla terra, chiudendo cosรฌ il cerchio del mistero pasquale, da non intendere affatto come qualcosa di โ€œchiusoโ€ ma, al contrario, come definizione di uno spazio in cui la fede puรฒ, e deve, circolare.

La mensa, luogo dellโ€™incontro

Il brano di At 1,1-11 รจ utilizzato in tutti e tre gli anni A-B-C, ma vale sempre la pena tornarci su. Nel commento dellโ€™anno scorso avevo messo in risalto quelli che considero i motivi principali da cogliere nel testo, e che qui ricordo in sintesi: la vicenda di Gesรน riassunta in โ€œfatti e paroleโ€, i quaranta giorni, immagine del tempo perfetto, trascorsi in convivenza con lui attorno a una โ€œmensaโ€, luogo cruciale di incontri decisivi nel vangelo di Luca; Gerusalemme come cittร  dove tutto รจ cominciato e da dove tutto ricomincia; lโ€™attesa del Regno da purificare senza materializzare nรฉ il concetto nรฉ i tempi della realizzazione; la promessa dello Spirito che darร  ai discepoli la forza per compiere la missione a cui sono chiamati; infine, lโ€™invito a non volgere lo sguardo allโ€™indietro sperando che ritorni un tempo ormai concluso, ma piuttosto in avanti per entrare da protagonisti in una storia guidata da Dio, che vuole avere bisogno di noi per costruire il suo Regno, quello che รจ stato visualizzato perfettamente nel morire di Gesรน sulla croce, dove consegnรฒ la sua vita per il mondo.

Potrebbe essere lโ€™occasione per sviluppare qualcuno di questi temi, per esempio quello della โ€œmensaโ€, giร  evocato nella storia dei due di Emmaus, e che potrebbe essere oggi ripreso per ricordare che chi partecipa alla messa si trova esattamente nella stessa situazione, attorno a Gesรน che ci nutre con la memoria di โ€œfattiโ€, cioรจ la sua morte e risurrezione che stanno al centro della preghiera eucaristica, e con quella delle sue โ€œparoleโ€ che spiegano il senso dei fatti e chiedono di realizzarli per dimostrare che il vangelo รจ vero e praticabile.

Si veda, per esempio, cosa accade al cap. 14, dove, invitato a pranzo dai farisei Gesรน guarisce un idropico in giorno di sabato, con il messaggio implicito che la mensa รจ una โ€œfestaโ€, e uno che รจ malato, se non viene guarito, si sente escluso, con tutto quello che succede dopo.

Ma anche la storia di Zaccheo (19 1,10), che risponde allโ€™invito di Gesรน correndo a casa per radunare i suoi amici attorno a una mensa, come รจ logico supporre, e lรฌ cambia la sua vita, e si sente dire ยซOggi la salvezza รจ entrata in questa casaยป, una casa ordinaria che viene per cosรฌ dire a soppiantare il senso e la funzione del โ€œtempioโ€!

Viene poi lโ€™ultima cena, dove attorno a una mensa siede una comunitร  non certo perfetta, dove Gesรน trova lโ€™occasione di preannunciare il tradimento di Giuda e di Pietro, ma anche di esaltare la dimensione del โ€œservizioโ€, come farร  Giovanni con il racconto della lavanda dei piedi.

E, infine, la splendida storia dei due di Emmaus, dove a mensa avviene il riconoscimento decisivo, che porta i due, pronti ad andarsene, al ritorno alla comunitร .

Lโ€™invito degli angeli ad abbandonare unโ€™attesa inutile potrebbe almeno essere lโ€™occasione per ricordare che lโ€™amore per Gesรน non puรฒ essere equiparato a una nostalgia inerte e paralizzante, il contatto con lui nella Parola e nellโ€™eucaristia (Emmaus insegna) deve essere un propellente che ci spinge continuamente in avanti per realizzare il Regno, non quello antico di Israele, ma quello nuovo che รจ Gesรน stesso.

Sette segni di unitร 

La seconda Lettura (Ef 4,1-13) รจ un brano spettacoloso che, anche dallโ€™altare, andrebbe letto con quel tono grave e posato che non permette di perdere neanche una parola. Lโ€™esortazione รจ anzitutto di carattere morale: i discepoli sono invitati a comportarsi ยซcon ogni umiltร , dolcezza e magnanimitร , sopportandosi a vicenda nellโ€™amore, avendo a cuore di conservare lโ€™unitร  dello spirito per mezzo del vincolo della paceยป.

Mi chiedo se non sia il caso di sostare qualche volta a commentare queste virtรน, che hanno nella โ€œdolcezzaโ€ il loro cuore, e nella โ€œunitร  dello spiritoโ€ la loro radice e la loro giustificazione. E proprio per questo i versetti che seguono meritano unโ€™attenzione ancora maggiore, perchรฉ con grande forza viene segnalato il principio teologico che fa da fondamento allโ€™esortazione: siamo in Cristo ยซun solo corpo e un solo spirito, avendo una sola speranza, un solo Signore, una sola fede e un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che รจ al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed รจ presente in tuttiยป!

รˆ un brano mozzafiato: sette segni di unitร  che si riassumono in quellโ€™unico Dio che รจ come la fonte da cui scaturisce tutto quanto cโ€™รจ di bello e di buono riassunti in tre verbi: un Dio che รจ, opera, รจ presente in tutti!

Il cuore di tutto ciรฒ รจ lโ€™Ascensione perchรฉ, salendo al Padre, Cristo ha portato con sรฉ tutta lโ€™umanitร , liberandola dalla prigionia del peccato e ยซdistribuendo doni agli uominiยป. Qui lโ€™unitร  assume i vari colori della varietร : la โ€œpienezza di tutte le coseโ€, che รจ Cristo glorioso, si distribuisce e fiorisce nei diversi ministeri: apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri. Non si prendano questi carismi (un altro termine per dire โ€œdoniโ€) a un livello troppo solenne. Non รจ forse vero che il battesimo, inserendoci nel corpo di Cristo, ci rende tutti ยซsacerdoti, re e profetiยป?

Queste tre qualifiche ci fanno mediatori e intercessori tra lโ€™umanitร  e Dio, operatori e costruttori del regno di Dio, portatori e annunciatori della sua parola. Nessuno puรฒ sottrarsi a tali compiti, secondo la grazia e le capacitร  di ciascuno. Per questo dobbiamo spesso tenere vivo nella nostra mente il grandioso traguardo: ยซedificare il corpo di Cristo, finchรฉ arriviamo tutti allโ€™unitร  della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino allโ€™uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristoยป. Spettacoloso, semplicemente!

Quando, a dodici o tredici anni, da pre-adolescente ero โ€œaspiranteโ€ dellโ€™Azione cattolica, il prete dellโ€™oratorio mi mise tra le mani un libretto dal titolo La grande pagina, una raccolta di meditazioni sulla Lettera agli Efesini, che da allora ha marcato il mio percorso spirituale. E lโ€™incanto davanti allo stile superbo di questo testo non ha fatto che crescere negli anni.

La speranza del corpo

Essendo lโ€™anno di Marco, era in qualche modo obbligatorio utilizzare parte della finale del secondo vangelo (Mc 16,15-20), sicuramente unโ€™aggiunta dovuta a qualcuno che puรฒ aver ritenuto troppo brusca la conclusione dellโ€™originale che mostrava come le donne che erano andate al sepolcro, davanti alla visione e alle parole di un angelo, ยซfuggirono via dal sepolcro perchรฉ erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno perchรฉ erano impauriteยป. Il carattere canonico del brano (vv. 9-20), comunque, รจ fuori discussione. Peraltro, quanto รจ scritto nel brano letto oggi trova corrispondenze precise negli altri tre evangelisti, ed รจ probabile che lโ€™anonimo compilatore si sia proprio servito di loro per comporre la sua sintesi.

Il congedo di Gesรน รจ riassunto in questi punti: lโ€™invio in missione nella forma usata da Matteo; i โ€œsegniโ€ miracolosi che seguono la predicazione, da leggere in chiave reale e insieme allegorica; lโ€™ascensione riferita in una riga e mezza; la conclusione che mostra come i discepoli eseguirono i compiti loro affidati dal โ€œSignore Gesรนโ€, dove la frase piรน bella รจ: ยซil Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavanoยป.

Nessuno meglio di Leone Magno ha saputo esprimere, con un linguaggio di un realismo fisico straordinario, la stretta unione cosรฌ creata tra terra e cielo, identica a quella che esiste tra corpo e capo. Cosรฌ suona la colletta odierna, che riporto qui in una traduzione โ€œletteraleโ€ almeno della conclusione, molto piรน bella e concisa della โ€œparafrasiโ€ del Messale, che sfilaccia il testo con il rischio di rendere ancora piรน โ€œvolatileโ€ lโ€™attenzione a una preghiera che chiede alla fine il nostro Sรฌ/Amen!

Perchรฉ invece non introdurre il testo, da far seguire con un breve silenzio, per assorbirne la densitร  prima che esso venga pronunciato come si deve? Traduco solo la parte finale che dร  il senso del mistero che celebriamo: la nostra gioia e gratitudine รจ dovuta al fatto che ยซlโ€™ascensione di Cristo tuo Figlio รจ anche la nostra elevazione, e lร  dove รจ arrivata la gloria del Capo รจ pure chiamata la speranza del corpoยป.

Ho parlato di โ€œrealismo fisicoโ€ perchรฉ lโ€™ultima frase รจ letteralmente tolta dal Primo Sermone per lโ€™Ascensione di Leone Magno, che nello stesso scrive che ยซla carne del battezzato diventa la carne del Crocifissoยป, cui fa eco Pietro Crisologo che fa dire a Gesรน questo invito alla conversione: ยซGuardate in me il vostro corpo, le vostre membra, i vostri organi, le vostre ossa, il vostro sangue; non potete non amare ciรฒ che รจ vostro. Dio puรฒ far paura, ma non chi vi ha generatoยป!

Fonte – per gentile concessione di Settimana News | Commento a cura di Nico Guerini