Nico Guerini – Commento al Vangelo di Domenica 1 Agosto 2021

861

Una scoperta oltre gli equivoci

Comโ€™รจ noto, la brevitร  del vangelo di Marco ha costretto i redattori del Lezionario a integrare la serie delle letture con quattro spezzoni del lungo discorso sul pane di vita del capitolo 6 di Giovanni che segue il racconto della moltiplicazione dei pani ascoltato domenica scorsa. Va detto che, a causa della coincidenza dellโ€™Assunta con la domenica 20, si salta la sezione Gv 6,52-59 prevista per quella domenica, anche se, per lo sviluppo integrale del tema, รจ bene aver presente lโ€™intero discorso.

La scelta costituisce comunque unโ€™ottima soluzione, sia perchรฉ il miracolo dei pani appare in tutti e quattro i vangeli, e dunque risulta di importanza cruciale nel percorso di Gesรน, sia perchรฉ il compito che Giovanni si assegna รจ precisamente quello di aiutare a leggere il miracolo come un segno (cf. Gv 2,11). Siccome il segno รจ qualificato come qualcosa che rimanda ad โ€œaltroโ€, le letture che accompagnano il racconto evangelico sono mirate appunto a introdurre il vario significato che prende di volta in il termine โ€œpaneโ€.

Pane dal cielo

Per cominciare, si parte con il segno che accompagnรฒ il faticoso cammino dellโ€™Esodo nel deserto (Es 16,2-4.12-15). La situazione per Mosรจ si รจ fatta molto difficile: il popolo ha fame e sete, cresce la nostalgia per il paese da cui sotto la sua guida รจ uscito, dimentica la โ€œlibertร โ€ verso la quale รจ diretto davanti allโ€™esigenza di sopravvivere. Tutta la comunitร  โ€œmormoraโ€, un modo gentile per dire che โ€œprotestaโ€. Arriva a pensare che, forse, era meglio morire in Egitto!

Davanti a tale situazione, Mosรจ riceve dal Signore la promessa che il popolo avrebbe ricevuto un ยซpane venuto dal cieloยป. La reazione dal popolo al vedere al mattino come ยซuna cosa fine e granulosa, minuta come รจ la brina sulla terraยป, si chiese cosa fosse, man hu?, da cui la parola โ€œmannaโ€.

Due annotazioni in proposito. La prima consiste nel โ€œnon sapereโ€ di cosa si tratta, il che apre la strada alle varie interpretazioni che riceve questo โ€œpane che viene dal cieloโ€; la seconda riguarda la misura di cibo che ciascuno รจ autorizzato a prelevare, e questo per mantenere la fiducia nel nutrimento offerto da Dio, da rinnovare ogni mattina, per affermare la nostra dipendenza da lui e insieme celebrare la nostra gratitudine.

Cโ€™รจ giร  qui un principio che mette radicalmente in causa lโ€™ingordigia, causa e radice di tutti i mali (1Tm 6,10), e ci impegna a ritenere che il โ€œpane quotidianoโ€ che domandiamo nella preghiera รจ pur sempre un dono, destinato a tutti come bene vitale per lโ€™esistenza.

Imparare Cristo

La seconda lettura (Ef 4,17.20.24) potremmo leggerla come la risposta a una domanda: di quale nutrimento abbiamo bisogno per passare da โ€œuomini vecchiโ€ a โ€œuomini nuoviโ€? Detto altrimenti, quale โ€œmannaโ€ ci รจ necessaria perchรฉ i nostri pensieri, e ancor piรน i nostri desideri, non siano โ€œvaniโ€, cioรจ vuoti e sterili? La risposta รจ chiara, e consiste โ€œnellโ€™imparare a conoscere il Cristoโ€.

Qui va fatta unโ€™osservazione sulla traduzione offerta, perchรฉ nel testo originale, greco e latino, non compare quella che si rivela essere la โ€œparafrasiโ€ di unโ€™espressione piรน compatta e piรน ricca di senso. Forse con la traduzione offerta si รจ pensato di rendere piรน โ€œfacile e comprensibile il testoโ€, ma in effetti se ne riduce il significato. Per diventare โ€œuomini nuoviโ€, infatti, diventa obbligatorio imparare Cristo, studiare e imitare il suo comportamento, quale ci รจ trasmesso da una frequentazione assidua e partecipata dei vangeli.

Questo approccio ci sottrae al rischio di leggere primariamente il testo in chiave di โ€œconoscenzaโ€, che temo indirizzi istintivamente a uno studio teorico o teologico che dir si voglia. Questo non basta, e non sembra neanche una preoccupazione primaria. Del resto, il seguito รจ chiaro nel dire che, per diventare ยซuomini nuovi creati secondo Dio nella giustizia e nella vera santitร ยป, รจ giocoforza ยซabbandonare la condotta dellโ€™uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoliยป.

Sarebbe meglio, insomma, parlare di โ€œimitazione di Cristoโ€ piuttosto che di โ€œconoscenza di Cristoโ€, o comunque tenere in sano equilibrio sia la conoscenza intellettuale sia lโ€™imitazione personale, dove lโ€™accento principale รจ sulla seconda, come le tante storie di santi ci insegnano.

A scuola dei โ€œsegniโ€

Si arriva cosรฌ al brano evangelico (Gv 6,24-35), che comincia a metter in chiaro di quale tipo di pane intende parlare Gesรน, e cosa ha inteso fare con la moltiplicazione dei pani per la folla. Questo perchรฉ in quello che dice o fa Gesรน il rischio dellโ€™equivoco รจ altissimo, come si รจ appena visto nel brano ascoltato domenica scorsa, dove la gente cerca Gesรน ยซper farlo reยป.

Il fraintendimento, almeno iniziale, รจ una regola nei vari dialoghi che Giovanni presenta nel suo racconto, da Nicodemo, che non capisce il senso del โ€œnascere di nuovoโ€, alla Samaritana, che fraintende sul senso della sete e dellโ€™acqua che offre Gesรน, dal โ€œcieco natoโ€, la cui guarigione introduce tutta una serie di equivoci che, una volta chiariti, porta allโ€™affermazione paradossale per cui i veri โ€œciechiโ€ sono proprio quelli che credono di vedere, e per finire lo scambio di battute con Pilato che non riesce minimamente a seguire e a capire ciรฒ che dice Gesรน circa il suo โ€œregnoโ€, al punto che, davanti alla pur comprensibile incomprensione del procuratore romano, Gesรน cessa di rispondere e si chiude nel silenzio.

Tutto questo, e altro che si potrebbe aggiungere, ci porta a una conclusione di somma importanza: le domande che costellano il discorso sul pane di vita non sono solo la registrazione di quanto รจ accaduto, ma sono soprattutto le stesse domande che ci facciamo noi oggi, e che dobbiamo continuare a porci, se vogliano capire bene da dove Gesรน viene e a cosa ci vuole condurre.

Non รจ casuale che la pagina cominci con lโ€™annotazione che la folla va alla โ€œricercaโ€ di Gesรน, e le domande con cui lo bersagliano in questa prima serie riguardano il quando รจ venuto dove lo trovano ora, il che cosa si deve fare per compiere le opere di Dio, quale โ€œsegnoโ€ lui compie perchรฉ possano โ€œvedere e credereโ€. A questo ne seguiranno altre man mano che la spiegazione del segno mira a far comprendere cosa sia, e Chi sia, il โ€œpane di vitaโ€. Nel brano di oggi ne troviamo almeno tre.

โ€œRabbi, quando sei venuto qua?โ€. La risposta di Gesรน mette subito in crisi il perchรฉ della loro ricerca: ยซVoi mi cercate non perchรฉ avete visto dei segni, ma perchรฉ avete mangiato e vi siete saziatiยป. รˆ la denuncia di un equivoco che genera una falsa aspettativa. Questo che va cercato, invece, ยซnon รจ il cibo che non dura, ma per quello che rimane per la vita eternaยป, e aggiunge: ยซquello che il Figlio dellโ€™uomo vi darร ยป.

Il primo passo da fare รจ dunque โ€œpurificare lโ€™attesaโ€, operazione che va fatta ripetutamente nel corso dellโ€™esistenza. Cโ€™รจ un tempo liturgico specifico consacrato a tale esercizio: รจ lโ€™Avvento con cui si dร  ogni volta inizio al cammino di imitazione di Cristo circa il quale le nostre attese vanno continuamente messe sotto esame e, nel caso, provvedere a raddrizzarle.

La folla sembra aver capito, perchรฉ pone una seconda domanda: ยซCosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?ยป, cioรจ per nutrirci del cibo che dura? La risposta รจ rapida e semplice: ยซQuesta รจ lโ€™opera di Dio, credere in colui che egli ha mandatoยป.

In realtร , la cosa non รจ poi cosรฌ semplice come appare: come si fa a operare con delle โ€œazioniโ€ mediante quello che sembra un atteggiamento fondamentalmente intellettuale? La risposta ora ci costringe a riflettere su cosa intendiamo per โ€œfedeโ€.

Due affermazioni vengono alla mente: ยซLa fede รจ fondamento di ciรฒ che si spera e prova di ciรฒ che non si vedeยป (Eb 11,1); lโ€™altra dice che ยซla fede senza le opere รจ mortaยป (Gc 2,26). Cโ€™รจ, dunque, una combinazione che unisce un sentimento interiore, che si materializza in opere esteriori. Una cosa senza lโ€™altra sfuma nellโ€™insignificanza.

A Gesรน che chiede di credere in lui, viene contrapposta una terza domanda: ยซQuale segno tu compi perchรฉ vediamo e ti crediamo?ยป. รˆ evidente che il โ€œsegnoโ€ che Gesรน ha giร  offerto con il miracolo dei pani non รจ bastato, anzi โ€“ e questo รจ ancora peggio โ€“ รจ stato frainteso.

E qui interviene il ricordo di Mosรจ che โ€“ come รจ stato ricordato nella prima lettura โ€“ aveva ottenuto dal cielo la manna per sfamare il popolo. Qui la risposta รจ chiara ed esplicita: ยซNon รจ Mosรจ che vi ha dato il pane del cielo, ma รจ il Padre mio che vi dร  il pane del cielo, quello veroยป. Sempre nel segno dellโ€™incomprensione, la risposta rimane nel segno giร  denunciato di una ricerca di Gesรน per aver garantito il pane senza fatica, la stessa reazione della donna samaritana che aveva capito la stessa cosa quando Gesรน le parlava di โ€œunโ€™acquaโ€ capace di dissetare per sempre.

A questo punto, nella speranza di ave chiarito a sufficienza la spiegazione, Gesรน si decide e proclamare apertamente: ยซIo sono il pane della vita: chi viene a me non avrร  fame, e chi crede in me non avrร  sete, mai!ยป.

Come giร  accaduto con Nicodemo, con la Samaritana, con il cieco nato, per capire quello che intende Gesรน, รจ necessario passare da un livello interpretativo ordinario al vedere nelle cose una dimensione piรน profonda di quella superficiale, vedervi un โ€œsegnoโ€, cioรจ qualcosa che indirizza a qualcosa di โ€œaltroโ€.

Questo รจ il principio che funziona in tutto Giovanni: si parte da un fraintendimento per introdursi in un mistero piรน alto, per passare dalla transitorietร  temporale allโ€™eternitร  promessa che intravediamo e che ci attende, perchรฉ la fede, appunto, รจ ยซรจ fondamento di ciรฒ che si spera e prova di ciรฒ che non si vedeยป.

Questo brano offre da subito uno schema interpretativo del โ€œsegnoโ€ che servirร  a leggere tutto il resto, anche se questo non faciliterร  automaticamente la comprensione, anzi! Interviene qui unโ€™altra prospettiva che regge da cima a fondo il vangelo di Giovanni: quello della lotta tra luce e tenebre, giร  annunciato nel Prologo.

La conclusione della storia, ahimรจ, ha tutte le apparenze di un fallimento: quelli che erano venuti a cercare Gesรน, alla fine lo abbandonano. Rimane chiara, alla fine, la confessione di Pietro: ยซDa chi andremo, Signore? Tu solo hai parole di vita eternaยป.

Fonte – per gentile concessione di Settimana News | Commento a cura di Nico Guerini