โFino a quando, Signore, implorerรฒ aiuto e non ascolti, a te alzerรฒ il grido: โViolenza!โ e non salvi? Perchรฉ mi fai vedere lโiniquitร e resti spettatore dellโoppressione? Ho davanti rapina e violenza e ci sono liti e si muovono conteseโ (vv. 2-3). Sono le parole iniziali del dialogo tra il profeta Abacuc e Dio. Non sappiamo nulla di questo profeta. Si presenta lui stesso come un freddo scettico che, nel suo abituale dialogo con Dio nel Tempio, ha lโardire di chiedergli conto di certe cose, di farsi spiegare il comportamento dellโAltissimo quando castiga un malvagio con un malvagio peggiore (il malvagio per il profeta รจ lโimpero Assiro, il peggiore sarebbe lโimpero neo-Babilonese).
La situazione che sta davanti agli occhi del profeta รจ segnata da disgrazie, dolori, violenze, lotte, contese; e Dio sembra non rendersene conto, come se fosse impotente o distratto. Eppure si tratta del suo popolo che sta vivendo unโamara schiavitรน! Il profeta si domanda โfino a quandoโ durerร questa situazione.
E se Dio risponde che castigherร il malvagio attraverso un altro peggiore, il profeta chiede โperchรฉโ; non si instaurerebbe in tal modo una catena cruenta che pone un popolo contro un altro popolo? Il profeta sembra sfidare Dio perchรฉ gli dia una risposta; egli starร come vedetta e sentinella al suo posto sino a che Dio non risponderร . La risposta venne. Dio parlรฒ al profeta e, attraverso di lui, a tutti gli uomini: โScrivi la visione e incidila bene sulle tavolette perchรฉ la si legga speditamente.
ร una visione che attesta un termineโฆ; se indugia, attendila, perchรฉ certo verrร e non tarderร โ (vv. 2-3). โEcco, โ continua il testo โ soccomberร colui che non ha lโanimo retto, mentre il giusto vivrร per la sua fedeโ (v. 4), ossia salverร la sua vita mediante la fiducia in Dio. Negli interrogativi del profeta Abacuc si addensano i tanti interrogativi di questi tempi, in particolare quelli relativi alla situazione di paesi vicini al nostro e degli altri numerosi paesi del grande mondo dei poveri.
Il profeta dice che soccomberร chi non ha lโanimo retto, mentre il giusto vivrร per la sua fede. Di fronte a quanto sta accadendo, ogni credente รจ chiamato a riscoprire con urgenza la radicalitร della propria fede. Non siamo qui nel campo delle scelte particolari e parziali, soggette al vaglio del giudizio storico del momento. E in gioco il senso profondo della vita e delle scelte personali, sociali e anche politiche. Se si vuole, รจ in gioco la ragione che presiede le singole scelte concrete, strettamente legato al dono della fede.
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Lโapostolo Paolo ricorda a Timoteo (รจ la seconda lettura) di โravvivare il donoโ che gli รจ stato dato; e aggiunge che il dono non รจ โuno spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezzaโ (2 Tm 1,7). Paolo delinea cosรฌ lโuomo di fede, la scelta di colui che vuol vivere guardando anzitutto il Signore. Lโuomo di fede non รจ timido o vergognoso; รจ saldo e coraggioso nella testimonianza, come lo stesso Paolo scrive a Timoteo.
Il Vangelo di Luca (17,5-10) si apre con la preghiera degli apostoli a Gesรน: โAumenta la nostra fede!โ. ร forse la preghiera che tutti dovremmo fare in questi tempi. Ci sentiremo rispondere da Gesรน: โSe aveste fede quanto un granellino di senape, potreste dire a questo gelso: โSii sradicato e trapiantato nel mareโ, ed esso vi ascolterebbeโ (v. 6). Non cโรจ bisogno di una grande fede, sembra dire Gesรน. Basta una fede piccola, ma che sia fede, ossia fiducia in Dio piรน che in qualsiasi altra cosa (carriera, denaro, partito, clan, se stessi).
Di questa fede ne basta โun granellinoโ; essa รจ capace di spostare anche le montagne. La verifica รจ indicata nella frase finale del brano evangelico: โQuando avrete fatto tutto quello che vi รจ stato ordinato, dite: โSiamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fareโโ (v. 10). Il discepolo รจ chiamato a fare il proprio dovere sino in fondo e al termine dire: โSiamo servi inutiliโ. Per noi, abituati a rivendicare meriti e riconoscimenti, queste parole suonano davvero strane. Eppure anche da esse puรฒ fondarsi la fiducia in un nuovo futuro.
Per gentile concessione di mons. Paglia. FONTE
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia



