Il brano evangelico che la Liturgia ci annuncia in questa terza domenica di Pasqua ci narra la terza apparizione di Gesรน agli apostoli dopo la risurrezione, come a volerci far restare dentro il mistero della Pasqua come narrato dai Vangeli. Lโinvito rivolto da Gesรน ai discepoli in quel mattino, sulla riva del mare di Galilea, si realizza cosรฌ anche per noi in questa santa Liturgia: โVenite a mangiareโ. La Liturgia infatti รจ sempre un invito che il Signore ci rivolge. E come allora si realizza la parola evangelica: โGesรน si avvicinรฒ, prese il pane e lo diede loroโ.
La santa Liturgia ci fa vivere il grande dono della Pasqua. Un dono di cui tutti, il mondo intero, ha bisogno. Cโรจ bisogno di vivere con la gioia nel cuore la Pasqua perchรฉ possa forzare il mondo verso il regno di amore e di pace che Gesรน รจ venuto ad instaurare tra gli uomini. Del resto, non รจ lontana da noi lโesperienza che fecero Pietro, Tommaso, Natanaele, i figli di Zebedeo e gli altri due discepoli in quella notte che erano tornati a fare i pescatori di pesci e non piรน di uomini. Ma, nota amaramente lโevangelista, โin quella notte non presero nullaโ (Gv 21,3). Sรฌ, neppure i pesci. ร lโesperienza di tanti uomini e di tante donne, in tanti giorni e in tante notti: sembra non produrre nulla e sappiamo che รจ anche la nostra esperienza quando siamo lontani dal Signore. La โnotteโ di cui parla il Vangelo non รจ quella temporale, ma la condizione di chi vive lontano da Gesรน. Senza il Signore รจ sempre notte e gli sforzi sono inutili. Gesรน lo aveva detto ai discepoli nellโultima cena: โSenza di me non potete far nullaโ (Gv 15,5).
Ma, mentre tutto sembrava chiudersi tristemente, Gesรน si fece accanto alla stanchezza di quei sette apostoli, incontrรฒ la loro fatica e la loro delusione. La vicinanza di Gesรน, non importa se riconosciuto o no, comportรฒ la fine della notte e, quel che conta, segnรฒ lโinizio di un nuovo giorno, di una nuova vita per quei discepoli affaticati e spaventati. Egli chiese loro se avevano del pesce da mangiare. Quei sette furono costretti a confessare tutta la loro povertร e la loro impotenza. Non avevano neppure i cinque pani e i due pesci che presentarono a Gesรน nella prima moltiplicazione dei pani. Gesรน, che peraltro non avevano ancora riconosciuto, con amicizia autorevole li invitรฒ perรฒ a cercare altrove: โGettate la rete dalla parte destra della barca e trovereteโ. Quei sette uomini accolsero lโinvito e, senza opporre resistenza alcuna, sebbene fosse piรน che ragionevole esprimerla, obbedirono: e la pesca fu grande, miracolosa, oltre ogni misura. Lโobbedienza alla Parola di Dio fa compiere i miracoli, quelli della Pasqua di risurrezione.
Ed รจ stata proprio questa esperienza di feconditร e di gioia che ha fatto dire ad uno dei discepoli, quello che Gesรน amava: โร il Signore!โ. Ancora una volta, per bocca del discepolo che aveva gustato lโamore, risuonava agli altri apostoli lโannuncio della Pasqua. Simon Pietro, nel sentire la vicinanza del Signore, comprese tutta la sua indegnitร : davanti al Signore e al suo incredibile amore, ciascuno di noi vede la propria indegnitร , il proprio peccato, il proprio bisogno di aiuto. Pietro si cinse subito i fianchi con una veste, era infatti nudo, si gettรฒ nel lago e corse a nuoto verso Gesรน. Gli altri, invece, vennero dietro con la barca trascinando la rete piena di pesci. Ed ecco che, al termine della pesca, giunti sulla riva, vedono un fuoco con del pane e dei pesci preparati da Gesรน. Ad essi si aggiunsero anche quelli che avevano pescato, come a sottolineare lโabbondanza della vita che Gesรน prepara per i discepoli. Di fronte a questo, nessuno osava domandargli nulla. Potremmo dire che rimasero senza parole, come quando si รจ superati dallโ amore e dalla tenerezza.
Era una scena semplice, piena di stupore, ma soprattutto piena di una domanda: quella di Gesรน a Simon Pietro. Non era una domanda sul passato, o sulle delusioni; e neppure sulle non poche paure. Gli chiese solamente: โSimone, figlio di Giovanni, mi ami tu piรน di costoro?โ. Gesรน interpellรฒ Pietro sullโamore. Non gli ricordรฒ il tradimento di qualche giorno prima; lโamore infatti copre un gran numero di peccati. E Pietro, che pure si era vergognato davanti a lui e gli era corso incontro, prontamente rispose: โCerto, Signore, tu lo sai che ti amoโ. Era una risposta piรน vera di quella che aveva dato quel giovedรฌ sera nel cenacolo quando disse a Gesรน: โPer te sono disposto ad andare in prigione e alla morteโ (Lc 22,33).
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Ora, la risposta era piรน vera, piรน umana. E, a lui che non meritava nulla, Gesรน disse: โPasci i miei agnelliโ; sii responsabile degli uomini e delle donne che ti affido. Proprio Pietro che aveva mostrato di non essere in grado di restare fedele, doveva essere il responsabile? Proprio lui? Sรฌ, perchรฉ ora Pietro accoglieva lโamore che Gesรน stesso gli donava; e nellโamore si diviene capaci di parlare, di testimoniare, di prendersi cura degli altri.
Gesรน non lo interrogรฒ una volta sola sullโamore, ma tre volte, ossia sempre. Ogni giorno, ci viene chiesto se amiamo il Signore. Ogni giorno, ci viene affidata la cura degli altri. Lโunica forza, lโunico titolo che ci permette di vivere รจ lโamore per il Signore. Gesรน disse ancora a Pietro: โQuando eri piรน giovane ti cingevi la veste da solo e andavi dove voleviโ. Pietro forse ricordรฒ la sua giovinezza di pescatore a Betania, quando si alzava presto per andare a pescare, quando usciva di casa per girare dove voleva, forse anche le sue delusioni e magari anche il luogo dove incontrรฒ per la prima volta Gesรน. Mentre gli tornavano in mente questi ricordi, Gesรน aggiunse: โQuando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerร la veste e ti porterร dove tu non vuoiโ.
Il Vangelo spiega che si parla della sua morte; ma Pietro, come ogni credente, non sarร lasciato solo: quellโamore sul quale siamo interrogati impegna il Signore prima che noi. ร lui infatti che ci ha amati per primo e mai piรน ci abbandonerร , anche quando โun altro ci cingerร la veste e ci porterร dove noi non vorremmoโ. Quel che conta รจ la fedeltร a quella scena sulla riva del lago, che ogni domenica si ripete per noi; quella scena ha un sapore di eternitร , lโeternitร dellโamore di Gesรน per i suoi discepoli, per ciascuno di noi.
Per gentile concessione di mons. Paglia. FONTE
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia



