HomeVangelo della Domenicamons. Giuseppe Mani - Commento al Vangelo di domenica 4 Febbraio 2024

mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 4 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 1, 40-45

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Indulgenza divina

“Se vuoi puoi guarirmi!”: il grido che risuona oggi nella Chiesa attraverso questo lebbroso del vangelo e che dovrebbe divenire nostro particolarmente alle porte della quaresima che ci viene offerto di vivere, tempo di purificazione del cuore, di preghiera e di gioia.

Possiamo riconoscerci in quest’uomo? Riconoscerci lebbrosi e gettarci ai piedi di Gesù. Tutta la tradizione della Chiesa vede nella lebbra l’immagine del peccato e nei lebbrosi quella dei peccatori. È importante recuperare il senso del peccato. Siamo lebbrosi, perché il peccato ha gli stessi effetti della lebbra, questa terribile malattia che deforma il corpo e lo sfigura. Quando lasciamo spazio al peccato entra istintivamente negli ingranaggi della nostra vita, ci disumanizza e deturpa l’immagine di Dio che è in noi.

Nella prima lettura del Levitico vediamo il lebbroso riconoscersi impuro e riconoscere che la lebbra lo separa dagli altri, perché, in effetti, il peccato separa da Dio e dalla Chiesa. E le due separazioni sono inseparabili.

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Il peccato non è considerato in tutta la sua gravità, ma considerato come un male che disturba il vivere sociale, come le guerre e le violenze tra fratelli fino alla loro soppressione.

Prima di tutto il peccato è una offesa fatta al cuore di Dio, una ingiustizia contro Dio. È offesa a Dio, perché è offesa alla società, che è il corpo di Cristo, il quale viene impoverito e sfigurato, come Gesù in Croce che fu sfigurato dal peccato degli uomini. È una ingiuria a Cristo. “Colui che dice amo Dio, ma non ama il fratello, è un mentitore”. Non è facile collegare i nostri peccati alla persona di Cristo quando l’oggetto della nostra offesa è un’altra persona. Non ci viene naturale pensare che i bombardamenti su un popolo sono un massacro al Corpo di Cristo, come le offese anche più piccole sono degli sgarbi nei suoi confronti. Viviamo un tempo di guerre, ma non pensiamo mai che il primo offeso è Dio e la prima cosa da fare è riparare le offese rivolte a Lui. Pensavo con sgomento alle regioni italiane in cui facilmente si parla di benessere più che in altre senza accorgersi che con l’aborto vengono uccise più persone che nella guerre in Ucraina e in Terra Santa.

La rivoluzione del Vangelo è tutta nel comportamento di Gesù che non scaccia il lebbroso, come la legge prevedeva, ma va incontro a lui e lo tocca con la sua mano. Per i Giudei diventa impuro, invece Gesù viene come Salvatore e non diventa lui stesso impuro, ma prende su di sé il male degli uomini, il nostro peccato. È così che ci mostra il suo amore misericordioso.

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Dio solo può purificarci col suo Spirito, donarci un cuore nuovo, un cuore di carne. La Chiesa può e vuole attingere al tesoro della misericordia che possiede, toccare tutto l’uomo e rimetterlo nella gioia di Dio.

Entriamo nella quaresima con l’umiltà di chi si sente peccatore, che ha offeso Dio e vuole ricostruire la comunione con Lui. Questa è la pace fondamentale dell’uomo: la pace con Dio. Accogliere Cristo Redentore e Salvatore della nostra vita, significa ricostruire quell’ordine che è il fondamento della pace che è proprio, come scrive Sant’Agostino “tranquillità nell’ordine”.

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