mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 18 Febbraio 2024

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Nel deserto

Con Gesรน, soli nel deserto per essere noi stessi con Dio.

Allโ€™inizio della Quaresima ci รจ chiesto un atto di fede che porta in sรฉ tutto il mistero della salvezza. Dio non si accontenta di unโ€™adesione superficiale, ma vuole una fede che fissa i capisaldi della nostra salvezza. I capisaldi della nostra fede sono quelli senza cui il cristianesimo svanisce e sono delineati dalla parola di Dio: Dio รจ il Creatore; il mondo e lโ€™uomo si trovano in un rapporto con Lui di origine radicale, di dipendenza permanente, di finalismo assoluto.

Lโ€™uomo รจ costituito in un rapporto profondo e misteriosissimo di amicizia con Dio. La presenza di una realtร , di un essere, in opposizione a Dio e in lotta con lโ€™uomo ha riportato il primo successo col peccato e dal peccato il regno della morte che ha attraversato tutti gli uomini nessuno escluso, cosicchรฉ ogni uomo e tutta lโ€™umanitร  sono attraversati dal peccato e dalla morte. Tutto รจ riconducibile ad una fondamentale unitร : un uomo รจ caduto per lโ€™inimicizia del diavolo e ha trasmesso a tutta lโ€™umanitร  il peccato.

A questo si contrappone unโ€™altra unitร : lโ€™unitร  del Cristo, unigenito del Padre, vincitore di quel Nemico a cui ha dato campo libero per tutta la sua vita fino a condurlo alla morte. Cosรฌ il demonio, il signore della morte, si รจ preso la rivincita conducendo alla morte il Nuovo Adamo. Ma dalla morte dellโ€™Unigenito il demonio รจ stato vinto, spossessato del suo regno di peccato e di morte e lโ€™uomo liberato.

Questi sono i cardini in cui รจ impegnata la nostra fede e la nostra possibilitร  di vincere.

Se abbiamo questa fede, contempliamo la scena che il vangelo ci presenta oggi, allโ€™inizio della Quaresima. Me la immagino molto semplicemente come un ragazzo in piedi, immobile sullโ€™estremitร  di uno scoglio, dinanzi al mare. La mamma lo chiama da lontano โ€œVieni! Cosa fai?โ€. Il ragazzo risponde semplicemente: โ€œPensoโ€.

Gesรน nel deserto pensa come realizzare la missione che il Padre gli ha affidato. La tentazione si presenta sotto la forma di una chiamata allโ€™esercizio di un potere. Sarรฒ io un re come Davide? Un sovrano grande come Salomone? O un servitore obbediente e paziente e fatalmente sofferente? Gesรน sceglie la terza strada.

Abbiamo una indicazione dei sentimenti di Cristo quando, dopo lโ€™annuncio della Passione, โ€œPietro prende Gesรน in disparte e lo rimproveraโ€. La risposta รจ chiara: โ€œVattene satana! I tuoi pensieri non sono quelli di Dioโ€. Il Cristo, senza dubbio, ha sentito lโ€™eco della sua tentazione nel deserto.

Anche noi siamo chiamati a porci delle questioni fondamentali: โ€œCosโ€™รจ la mia vita?โ€; โ€œCosa conta ai miei occhi?โ€; โ€œQuali sono i miei progetti per lโ€™avvenire?โ€; โ€œChi sei tu, Signore?โ€; โ€œCosa ti aspetti da me?โ€.

Il deserto รจ anche il luogo dellโ€™incontro e dellโ€™Alleanza. Nel libro di Osea, per esprimere il ritorno alla grazia della sposa infedele, Dio dice: โ€œLโ€™attirerรฒ a me, la condurrรฒ nel deserto e parlerรฒ al suo cuoreโ€. Approfittiamo di questa Quaresima per donarci dei tempi di deserto. Non cโ€™รจ bisogno di raggiungere il Sahara, un luogo di vuoto e di silenzio รจ sicuramente a portata di mano. Una spiaggia, un bosco o, meglio ancora, una chiesa in tempo di solitudine o qualche ora in un monastero.

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