Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 1 Ottobre 2019

Il commento alle letture del 1 Ottobre 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino

Zc B.20-23; Sal 86; Lc 9,51-56

In ogni momento della sua vita, Gesù sa cosa deve fare, dove recarsi, chi incontrare, cosa dire. Lui è avvolto dallo Spirito Santo. Sapienza, fortezza, consiglio, intelletto, conoscenza, pietà, timore del Signore sono perfetti in Lui. Ascolta il comando dello Spirito Santo e subito gli dona compimento. Lo Spirito Santo ha messo nel suo cuore il grande desiderio di dare la vita per la salvezza e Lui questo vuole. Lui vive per ascoltare lo Spirito del Signore. La sua vita non conosce altre finalità. Questo stesso ascolto dello Spirito Gesù chiede ad ogni suo discepolo. Tutto è da questo ascolto.

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera» (Lc 12,48-53).

Passano i giorni, il desiderio non passa, non cambia, non si altera, anzi diviene sempre più forte. La sua sete diviene più coinvolgente. Tutta la sua anima, il suo spirito, il suo corpo sono assetati di volontà del Padre. La volontà del Padre è il suo sacrificio.

Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire (Gv 12,23-33).

L’ora è venuta. Gerusalemme attende il suo re. Anche la croce attende il suo re. Lo Spirito Santo mette nel cuore di Gesù la ferma decisione di incamminarsi verso Gerusalemme, verso la croce, e Lui prontamente obbedisce. Allo Spirito non si può resistere. Lui comanda e Gesù obbedisce. Lui vuole e Gesù esegue. Lui parla e Gesù ascolta. Lui desidera e ogni suo desiderio per Gesù è un comando. Arrivare anche un secondo di ritardo dove lo Spirito lo manda, significa compromettere l’opera della salvezza. Gesù mai ha mancato un appuntamento fissato dallo Spirito Santo. Mai è arrivato un minuto in ritardo. In un minuto cambia la storia di una persona e con essa la storia dell’umanità. L’obbedienza è tutto per Cristo Gesù ed è tutto per i discepoli.

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

Noi siamo redenzione, salvati, giustificati per l’obbedienza di Gesù. San Paolo dice di Cristo Signore che si è fatto obbediente fino alla morte di croce. Per obbedire si è annientato, si è umiliato, si è lasciato insultare, flagellare, spogliare, percuotere, sputare, inchiodare sul legno del suo supplizio. Oggi Gesù prende la ferma decisione di incamminarsi verso la sua crocifissione. La morte di croce a Gesù non è capitata. Lui si è offerto ad essa liberamente, in piena coscienza, per purissima obbedienza allo Spirito Santo. Fare la volontà del Padre è la missione di Gesù sulla nostra terra.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci perfetti imitatori di Gesù. Dateci la sua obbedienza.

Fonte@MonsDiBruno

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