Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 9 Dicembre 2021

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GIOVEDÌ 09 DICEMBRE – II SETTIMANA DI AVVENTO [C]

Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!

Gesù opera una netta distinzione tra Lui e Giovanni il Battista, tra l’Antico Testamento e il Nuovo. Fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista. Lui è stato colmato di Spirito Santo nel grembo materno. Gesù sta parlando tra i nati da donna fino all’avvento del suo regno. Con Gesù si instaura il regno di Dio sulla terra. Nel regno dei cieli il più piccolo è più grande di Giovanni. Nel regno dei cieli si diviene figli adottivi del Padre. Si diviene partecipi della natura divina, corpo di Cristo, tempio vivo dello Spirito Santo. L’uomo nel regno dei cieli diviene tempio della beata Trinità. Il regno dei cieli inizia con il concepimento immacolato della Madre di Gesù.  Ma anche il più piccolo del regno dei cieli è Gesù stesso. Lui non è solo più grande di Giovanni. Lui è il Dio di Giovanni. Lo stesso Giovanni diceva che lui non era degno si sciogliere il legaccio del suo sandalo. Grandezza divina.

Questa distinzione urge che venga operata, specie in questo nostro tempo di barbarismo teologico, nel quale nessuna verità è più custodita o protetta. Regna oggi come un odio contro la verità con volontà di distruzione. Urge operare non solo una netta distinzione tra l’Antico e il Nuovo Testamento, ma anche una esatta separazione tra il Nuovo Testamento e tutte le confessioni religiose esistenti al mondo. Urge affermare che solo Cristo è Dio. Dinanzi a Lui ogni profeta si inchina in adorazione e nell’eternità ogni fondatore di religione si prostra e riconosce solo Lui come vita eterna per l’uomo. Se tutti i fondatori di religione tornassero sulla terra, cercherebbero solo Cristo. Purtroppo dall’eternità non si ritorna indietro. Per questo gli uomini si illudono nelle loro falsità e menzogne. Ma anche per questo si fanno essi stessi Dèi o vengono proclamati Dèi, mentre sono solamente carne. Stoltezza eterna.

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Gesù è il solo Dio, l’unico Salvatore e Redentore, la sola vita eterna, l’unica via che conduce al Padre, la sola risurrezione, la sola luce che illumina ogni uomo, il solo Mediatore tra il Padre e ogni uomo. Tutto è per Lui, in Lui, con Lui. Questa purissima verità eterna e storica va annunziata, perché, credendo in essa, si entri nella vera salvezza. Chi deve annunziare questa unica e sola verità della salvezza è ogni discepolo di Gesù. È la sua missione. Che vuole insegnarci Gesù dicendo: Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono? Cosa intende Gesù per violenza? La violenza per Gesù è violenza, non altro. Si fa violenza ad una pianta quando essa viene sradicata dal terreno e piantata in un altro. Si fa violenza per il regno dei cieli chi si strappa dal terreno sia dell’Antico Testamento che da ogni altra religione e si pianta in Cristo Gesù. Prima che venisse Giovanni il Battista la violenza era dalla disobbedienza all’obbedienza, dal peccato alla conversione, dall’ingiustizia alla giustizia. Ora questo strappo non basta. È cambiata la storia. È venuto il regno dei cieli. Se il regno dei cieli è venuto, ci si deve strappare da ogni terreno religioso finora abitato e piantarsi interamente in Cristo. Non ci si pianta con qualche foglia o con qualche radice, ma interamente. Lo strappo deve essere totale.

Si spianta l’albero della nostra vita religiosa e lo si pianta tutto in Cristo Gesù. Se questo espianto non avviene, non c’è entrata nel regno dei cieli e di conseguenza l’uomo rimane fuori della vera salvezza, della vera redenzione. Bisogna porre molta attenzione perché non si ritorni là dove si era prima. Il ritorno è sempre facile. È sufficiente che usciamo fuori della Parola del Vangelo e già siamo nuovamente piantati là dove eravamo prima. Rischio perenne! L’illusione di essere regno dei cieli mentre si è ritornati ad essere regno del principe del mondo compie vere ecatombi per l’inferno e la perdizione eterna. Sono infatti molti quanti pensano di essere con Dio, mentre sono con Satana. Come facciamo a sapere se camminiamo con Dio, con il vero Dio, oppure ci troviamo a seguire Satana sulla via della perdizione? È sufficiente osservare la nostra relazione con la Parola. Nell’obbedienza alla Parola si è con Dio. Nella disobbedienza alla Parola mai si potrà essere con Dio, perché Dio è solo nella sua Parola. Quando si disobbedisce alla Parola nostro maestro è Satana e noi siamo suoi discepoli, in cammino verso ma la morte eterna.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 11,11-15

Perché tutti i Profeti e la Legge hanno profetato fino a Giovanni? Perché Profeti e Legge annunziavano la venuta del Messia del Signore. Ora il Messia è venuto. Legge e Profeti si sono compiuti. Non annunziano più.  Con il suo compimento nella storia o nell’eternità, la profezia non è più profezia, ma realtà. Prima era profezia, ora è opera, parola che si è compiuta e di conseguenza non è più profezia. Se fosse profezia, si dovrebbe attendere. Gesù dice con divina chiarezza che ogni promessa di Dio, ogni suo giuramento, ogni oracolo del Padre in Lui si è compiuto. L’Antico Testamento non è più profezia. È solo un ricordo storico di quanto Dio ha promesso. Leggere oggi l’Antico Testamento come profezia e attende il suo compimento è attesa vana. Come si fa ad attendere ciò che si è compiuto? È attesa sterile, vana. Si può attendere anche un miliardo di anni, ma con risultati sterili.

Spetta ad ogni discepolo di Gesù mostrare con la sua vita che l’Antico Testamento non è più profezia. Ogni sua Parola si compie in lui come si è compiuta in Cristo. Il cristiano deve essere la verità di ogni Parola di Gesù. Come Gesù è la verità di ogni Parola del Padre, così ogni suo discepolo deve essere la verità storica di ogni Parola di Gesù. Se questo non avviene, per lui non si crede che in Gesù ogni Parola del Padre si è compiuta.

La profezia cui si fa riferimento è del profeta Malachia. Il Signore promette che avrebbe mandato prima della sua venuta per il giudizio il profeta Elia per suscitare un universale movimento di conversione e di ritorno nella Legge.  Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio (Mal 3,23-24)  Se è venuto Elia, anche il Signore sta per venire. Elia è venuto nella persona di Giovanni il Battista. Il Signore è venuto nella Persona del suo Figlio Unigenito. È venuto per portare il lieto annunzio della salvezza, redenzione, vita eterna.

Non basta ricevere lo Spirito Santo perché Lui agisca in noi. È necessario che gli prepariamo corpo, anima, spirito nella più alta santità. Ogni trasgressione, ogni vizio, ogni peccato anche veniale sono per lo Spirito una camicia di forza. Come un uomo, al quale è fatta indossare una camicia di forza, viene fortemente limitato o del tutto neutralizzato nelle sue azioni con le mani, così dicasi dello Spirito Santo calato nella camicia di forza del nostro peccato.

Nel Vangelo Gesù spesso ricorre a questa frase: “Chi ha orecchi, ascolti!”. Quanto Gesù sta rivelando non è cosa contro la ragione dell’uomo, neanche difficile da afferrare per la sua intelligenza. Chi è di buona volontà potrà comprendere ogni sua Parola. Potrà entrare nella verità del suo mistero. Se l’uomo vuole, può. Se non vuole, mai potrà. Non perché incapace per natura, ma perché è chiuso ermeticamente alla luce per cattiva volontà. L’occhio aperto, per natura vede. L’occhio chiuso non vede per volontà. È capace di vedere, ma l’uomo lo tiene chiuso. Così è per il mistero di Cristo annunziato dalla sua Parola. Se la mente è tenuta aperta, per natura può comprende moltissime cose annunziate da Gesù Signore. Per natura può. La Vergine Maria ci introduca nel mistero.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.