Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 28 Gennaio 2020

Il commento alle letture del 28 gennaio 2020 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?

MARTEDÌ 28 GENNAIO (Mc 3,31-36)

Quanto Gesù dice ai suoi Apostoli, vale infinitamente molto di più per la sua Persona. Cristo Signore sceglie il Padre. Lui è solo dalla sua volontà. Ama tutti ma dalla volontà del Padre suo: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa»” (Mt 10,34-42). Se Gesù amasse dal cuore, dalla sua volontà, dai suoi desideri o pensieri, non potrebbe essere più del Padre. Dio non vuole parte di noi. Vuole tutto di noi. Di persone che si danno a lui in parte non sa che farsene.

Anche le regole per essere suoi discepoli e apostoli sono ben definite. Ci si consegna a Cristo, si deve dimenticare il mondo. Il prima della consegna non esiste: “Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio»” (Lc 9,57-62). Se esiste il prima, il dopo sarà condizionato. Si è di Cristo e del mondo. Del cielo e della terra. Da Dio e da noi. Questa commistione non è gradita al Signore, perché non può disporre in tutto della nostra vita. Lui non può mandarci a Ninive a predicare, perché siamo impegnati nelle nostre cose. Se diamo la vita a Lui, essa dovrà essere sempre dalla sua volontà. Se la conserviamo per noi, dovrà essere solo dal suo Vangelo, per portarla nella grande santità. Tutta la vita di Gesù è del Padre. Lui vive per fare solo la volontà del Padre oggi, domani, sempre.

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

La vita di una persona si compie nel tempo. Se la vita è del Padre, anche il tempo è del Padre. può Gesù togliere il tempo al Padre suo per donare se stesso agli altri? È questo il motivo per il quale Lui risponde: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratelli, sorella e madre”. La Vergine Maria sa che Gesù è interamente del Padre suo. Rispetta il dono fatto da Gesù al Padre. Lei è vera Madre. I suoi parenti non rispettano il dono fatto da Gesù al Padre. Essi non sono suoi veri fratelli. Per Lui sono vera tentazione. Essi vengono per distrarlo dalla sua missione. Gesù, nello Spirito Santo, vede il pericolo e non cade in esso. Chi si consacra a Cristo Signore, deve essere interamente di Lui. È di Lui, se è da Lui. È da Lui, se è sempre dalla sua volontà. Essere di Lui solo per alcuni momenti e neanche dalla sua volontà, non è essere di Lui. Si è di se stessi. Anche la missione è da se stessi. Se è da se stessi, mai produrrà frutti di vita eterna. Mai Gesù farà sua una cosa che è nostra, fatta dalla nostra volontà. Dal momento in cui si decide di essere suoi, lo si deve essere in tutto, sempre. Il dono è irreversibile. Non si dona e poi si riprende.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il nostro dono sia pieno senza ritorno indietro.

Fonte@MonsDiBruno

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