Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 20 Ottobre 2021

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Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.

Ognuno di noi è invitato a tenersi pronto perché, nell’ora che non immaginiamo, il Figlio dell’uomo viene. L’ora non è calcolabile in anticipo, non è prevedibile neanche con altissimi calcoli di probabilità. L’ora della propria morte è singolare, unica per ogni uomo, irripetibile. Ogni momento è buono. Ogni istante è ottimo per la venuta del Figlio dell’uomo.  Se il Signore ritarda l’ora della nostra morte o della fine del mondo lo fa per un solo scopo: la nostra più grande santificazione e la conversione di quanti ancora non credono in Dio. Il Signore non vuole che alcuno si perda e per questo concede del tempo favorevole perché tutti si possano santificare e convertire. Il ritardo nell’adempiere le sue promesse è purissima carità, amore, misericordia. Per noi vale però un solo comando: vigilare, stare attenti e svegli. In qualsiasi momento il Signore verrà, dovrà trovarci con le lampade accese in attesa di aprirgli la porta.

Simon Pietro ora vuole sapere per chi Gesù dice queste cose. Le sta dicendo per loro, cioè per i soli discepoli, o le sta dicendo per ogni altro uomo? A chi esattamente sono dirette questa sue parole? L’immagine rimane sempre quella del padrone e del servo. Il servo di cui si parla questa volta è un amministratore fidato e prudente. Proviamo a leggere con attenzione le parole di Gesù e a dare loro la giusta interpretazione. Il Padrone dovrà mettere a capo della sua servitù un amministratore fidato e prudente. Questo amministratore, che dovrà essere fidato e prudente, dovrà dare a tempo debito la razione di cibo a tutti coloro che stanno sottomessi a lui. Come farà il padrone a sapere chi è fidato e prudente e chi invece è disonesto e imprudente? Se non è fidato e prudente mai lo potrà mettere a capo della sua servitù con l’ordine di dare loro a tempo dovuto la razione di cibo. Prima però dovrà sapere di chi si può fidare. Dovrà conoscere chi è prudente. Per questo c’è il tempo della prova.

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Ecco chi è il servo fidato e prudente che può essere scelto come amministratore di tutti i beni del padrone. Fidato e prudente è colui che il padrone al suo ritorno trova sveglio, attento, al suo posto di lavoro, dietro la porta pronto ad aprire subito non appena il padrone avrà bussato. Di questo servo il padrone si può fidare. Lo ha messo alla prova ed è risultato fedele. Gli ha lasciato un incarico e lui lo ha portato fedelmente a termine, a buon fine. Questo servo può dirsi veramente beato, felice, pieno di gioia. È stato scelto dal suo padrone a motivo della sua grande fedeltà e amore. Proprio questo servo il padrone sceglierà e lo porrà a capo di tutti i suoi servi. Si è dimostrato fedele, merita stima e fiducia. Di questo servo il padrone si può fidare. Lo ha dimostrato con la sua somma diligenza nel servizio ricevuto. Questa “profezia” di Gesù, che è vera rivelazione dell’agire del Padre nei nostri confronti, ci manifesta che sempre il Signore ci mette alla prova. Se noi siamo fedeli nella prova, Lui ci eleggerà, ci eleverà, ci darà compiti di fiducia e di stima. Se noi risulteremo infedeli e imprudenti, stolti ed insipienti, mai Lui ci potrà affidare compiti superiori. Distruggeremmo il suo Regno.

Siamo ancora sulla prova di fedeltà e di onestà da parte del servo del padrone.  La sapienza e l’intelligenza ci insegnano che non si conosce né il giorno e né l’ora del ritorno del padrone. In ogni momento, in ogni attimo, in ogni istante il padrone può venire, può ritornare. La stoltezza e l’insipienza sono l’inganno della vita. Lo stolto, l’insipiente pensa invece che il padrone tarda a venire e si comporta secondo questo pensiero di insipienza e di stoltezza.  La stoltezza e l’insipienza generano azioni non buone, non giuste, non opportune. Generano azioni malvagie, cattive, disoneste, mostruose. Questo servo stolto ed insipiente inizia a percuotere i servi e le serve. Comincia a mangiare, a bere, a ubriacarsi.  L’ubriacatura è figlia della stoltezza e ne è anche la madre. Nell’ubriacatura infatti lo stolto perde il controllo della sua coscienza e della sua volontà e può compiere qualsiasi misfatto, anche il più orrendo.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 12,39-48

Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

Sulla prova di fedeltà ecco un esempio tratto dalla Scrittura Santa: “Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce» (Gen 22,10-18).

Ecco ancora un altro esempio di fedeltà, tratto dal Libro del Siracide: “L’insonnia del ricco consuma il corpo, i suoi affanni gli tolgono il sonno. Le preoccupazioni dell’insonnia non lasciano dormire, come una grave malattia bandiscono il sonno. Un ricco fatica nell’accumulare ricchezze, e se riposa è per darsi ai piaceri. Un povero fatica nelle privazioni della vita, ma se si riposa cade in miseria. Chi ama l’oro non sarà esente da colpa, chi insegue il denaro ne sarà fuorviato. Molti sono andati in rovina a causa dell’oro, e la loro rovina era davanti a loro. È una trappola per quanti ne sono infatuati, e ogni insensato vi resta preso. Beato il ricco che si trova senza macchia e che non corre dietro all’oro. Chi è costui? Lo proclameremo beato, perché ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo. Chi ha subìto questa prova ed è risultato perfetto? Sarà per lui un titolo di vanto. Chi poteva trasgredire e non ha trasgredito, fare il male e non lo ha fatto? Per questo si consolideranno i suoi beni e l’assemblea celebrerà le sue beneficenze (Sir 31,1-11).

Ogni discepolo di Gesù questo deve sapere: sempre per lui verrà il momento della prova. Anche questa verità insegna il Libro del Siracide: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui.  Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadere. Voi che temete il Signore, confidate in lui, e la vostra ricompensa non verrà meno. Voi che temete il Signore, sperate nei suoi benefici, nella felicità eterna e nella misericordia, poiché la sua ricompensa è un dono eterno e gioioso (Sir 2,1-9). La Madre di Dio ci ottenga il dono della grande prudenza. Supereremo ogni prova.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.