Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 18 Marzo 2022

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VENERDÌ 18  MARZO – SECONDA SETTIMANA DI QUARESIMA [C]

Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.

La storia della salvezza passa attraverso la via della grande persecuzione dei profeti. Mosè, che dal Libro dei Numeri, è celebrato come il più grande profeta dell’Antico Testamento, anche lui è passato attraverso la via della mormorazione, dell’odio, della gelosia da parte di quelli del suo popolo e anche dei suoi familiari: “Il Signore disse a un tratto a Mosè, ad Aronne e a Maria: «Uscite tutti e tre verso la tenda del convegno». Uscirono tutti e tre. Il Signore scese in una colonna di nube, si fermò all’ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I due si fecero avanti. Il Signore disse: «Ascoltate le mie parole! Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, in visione a lui mi rivelerò, in sogno parlerò con lui. Non così per il mio servo Mosè: egli è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa.

Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non per enigmi, ed egli contempla l’immagine del Signore. Perché non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?» (Num 12,1-8). “Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè, che il Signore conosceva faccia a faccia, per tutti i segni e prodigi che il Signore lo aveva mandato a compiere nella terra d’Egitto, contro il faraone, contro i suoi ministri e contro tutta la sua terra, e per la mano potente e il terrore grande con cui Mosè aveva operato davanti agli occhi di tutto Israele” (Dt 34,10-12). Eppure quest’uomo, così grande davanti agli occhi del Signore, è passato attraverso il quotidiano crogiolo della grande sofferenza. La sua sofferenza è pari alla grandezza della sua missione. La sofferenza più grande per lui è stata quella di non aver potuto poggiare i piedi sulla terra promessa a causa di un dubbio di fede.

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Ecco cosa rivela il Secondo Libro delle Cronache: “Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio” (2Cro 36,15-16). La parabola di Gesù narra questa storia. Lo Spirito Santo così attesta questa verità per bocca di Stefano: “Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo.

Come i vostri padri, così siete anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori, voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l’avete osservata» (At 7,51-53). Nel Vangelo secondo Matteo la persecuzione degli inviati da parte del Signore non riguarda solo il passato, ma anche il futuro: “Perciò ecco, io mando a voi profeti, sapienti e scribi: di questi, alcuni li ucciderete e crocifiggerete, altri li flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sulla terra, dal sangue di Abele il giusto fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che avete ucciso tra il santuario e l’altare.

In verità io vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è lasciata a voi deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più, fino a quando non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» (Mt 23,34-39). Sempre le tenebre odieranno la luce.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 21,33-43.45-46

Nelle parole di Gesù è detto con chiarezza che quanti uccidono Cristo Gesù sanno chi Lui è: “Il Figlio del padrone della vigna”. Sono gli stessi uccisori di Gesù che si danno la sentenza: “La vigna sarà tolta loro e data ad altri che daranno il frutto a suo tempo”. Gesù è la pietra scartata dai costruttori, ma posta da Dio come testata d’angolo. Anche Gesù passa attraverso la grande sofferenza, il totale annientamento di sé. La sola via perché Lui possa produrre salvezza eterna per il mondo intero. La Madre di Gesù, anche lei trafitta nell’anima, ci custodisca in questa verità.