Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 16 Giugno 2021

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State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.

Per comprendere l’insegnamento di Gesù ci lasceremo aiutare da una verità insegnata dall’Apostolo Paolo che è quella di fare tutto per la gloria di Dio: “Noi, che siamo i forti, abbiamo il dovere di portare le infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di piacere al prossimo nel bene, per edificarlo. Anche Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma, come sta scritto: Gli insulti di chi ti insulta ricadano su di me. Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome. E ancora: Esultate, o nazioni, insieme al suo popolo. E di nuovo: Genti tutte, lodate il Signore; i popoli tutti lo esaltino. E a sua volta Isaia dice: Spunterà il rampollo di Iesse,  colui che sorgerà a governare le nazioni: in lui le nazioni spereranno (Rm 15,1-12).

Dunque, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza (1Cor 10,31-33).

Siano rese grazie a Dio, che infonde la medesima sollecitudine per voi nel cuore di Tito! Egli infatti ha accolto il mio invito e con grande sollecitudine è partito spontaneamente per venire da voi. Con lui abbiamo inviato pure il fratello che tutte le Chiese lodano a motivo del Vangelo. Egli è stato designato dalle Chiese come nostro compagno in quest’opera di carità, alla quale ci dedichiamo per la gloria del Signore, e per dimostrare anche l’impulso del nostro cuore. Con ciò intendiamo evitare che qualcuno possa biasimarci per questa abbondanza che viene da noi amministrata. Ci preoccupiamo infatti di comportarci bene non soltanto davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini. Con loro abbiamo inviato anche il nostro fratello, di cui abbiamo più volte sperimentato la sollecitudine in molte circostanze; egli è ora più entusiasta che mai per la grande fiducia che ha in voi. Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore presso di voi; quanto ai nostri fratelli, essi sono delegati delle Chiese e gloria di Cristo. Date dunque a loro la prova del vostro amore e della legittimità del nostro vanto per voi davanti alle Chiese (2Cor 8,16-24).

Il Salmista chiede al Signore che tutto Lui faccia per la sua gloria. Chi toglie ogni gloria a Dio sono gli idoli. Dall’idolatria ogni uomo si deve guardare. L’idolatria priva il vero Dio della sua eterna ed infinita gloria e la dona a delle nullità, che sono frutto del suo cuore e della sua mente: “Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria, per il tuo amore, per la tua fedeltà. Perché le genti dovrebbero dire: «Dov’è il loro Dio?». Il nostro Dio è nei cieli: tutto ciò che vuole, egli lo compie. I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. Le loro mani non palpano, i loro piedi non camminano; dalla loro gola non escono suoni! Diventi come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida! Israele, confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. Casa di Aronne, confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. Voi che temete il Signore, confidate nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. Il Signore si ricorda di noi, ci benedice: benedice la casa d’Israele, benedice la casa di Aronne. Benedice quelli che temono il Signore, i piccoli e i grandi. Vi renda numerosi il Signore, voi e i vostri figli. Siate benedetti dal Signore, che ha fatto cielo e terra. I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo. Non i morti lodano il Signore né quelli che scendono nel silenzio, ma noi benediciamo il Signore da ora e per sempre. Alleluia” (Sal 115,1-18).

Oggi è l’uomo che è divenuto idolo di se stesso, costituendo suo Dio la sua scienza, la sua tecnologia, ogni frutto del suo pensiero. Oggi l’uomo ha la scienza e questa sostituisce Dio, il Signore, il Creatore della stessa scienza e del pensiero dell’uomo. Gli idolatri della scienza che privano Dio della sua gloria non sanno però che la scienza è cieca e sempre si rivolta contro i suoi adoratori. La scienza distrugge coloro che la adorano. Abbiamo tanta fiducia nella scienza da dichiarare nulla la stessa religione. Infatti neanche una pandemia è riuscita a condurci ad una vera conversione al Signore. A che serve convertirsi? Abbiamo la scienza. A che serve cambiare vita? Abbiamo la scienza. A che serve smettere di peccare? Abbiamo la scienza. La scienza è il nostro nuovo Dio. Con essa possiamo fare e disfare la stessa natura dell’uomo. Ma l’uomo non sa che Dio è geloso della sua gloria e mai permetterà che qualcuno gliela dichiari nulla. Infatti è bastato un invisibile virus per ridurre a nulla la nostra scienza. Ma noi ancora continuiamo nella nostra triste idolatria. Ormai il nostro redentore, il nostro salvatore, il nostro Dio è la scienza. La scienza è santissima, purché essa sia posta a servizio della gloria di Dio. Tutto ciò che l’uomo è, tutto ciò che l’uomo fa, tutto ciò che l’uomo inventa deve essere posto sempre a servizio della gloria del suo Signore.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 6,1-6.16-18

State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

Se il cristiano vuole essere persona dalla vera fede sempre deve chiedersi: quanto sto facendo a che serve per la gloria di Dio? Ma soprattutto sto facendo ogni cosa per la gloria del Signore o per la mia gloria? Se una cosa non è per la gloria di Dio mai dovrà essere fatta. Ora mai il peccato potrà essere fatto per la gloria di Dio e da esso ci si deve astenere. Nessun vizio è per la gloria di Dio e anche dai vizi ci si deve astenere. Ogni luogo dove si pecca dal cristiano dovrà essere evitato. Non si vive in quel luogo per dare gloria al Signore. Anche quando ci si reca in Chiesa ci si deve recare solo per rendere gloria a Dio. Non c’è posto per il cristiano là dove si sottrae a Dio la sua gloria. Anche la scienza si chiede a Dio ma poi va usata sempre per la più grande gloria a Dio. Di certo non la si usa per la gloria di Dio quando ce ne serviamo in disobbedienza ad ogni suo comandamento. Non a noi, non a noi, ma al tuo nome, Signore, da’ gloria. Ecco la preghiera del cristiano. Madre di Dio, Donna interamente al servizio della gloria di Dio, aiutaci. Amen.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.