Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 15 Agosto 2021

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L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome.

Il Signore è grande. Maria vuole proclamare la sua grandezza perché il mondo intero la conosca. Non solamente Dio è grande per creazione. È grande anche per salvezza, redenzione, santificazione. Se Dio fosse grande solo per creazione, tutti gli uomini sarebbero dannati in eterno. La vera grandezza di Dio è la sua salvezza. Dio è grande per onnipotenza, misericordia, amore, pietà, redenzione, salvezza, giustificazione, giustizia, vita eterna. È una grandezza indivisibile. Se una di queste grandezze viene tolta, abolita, Dio non è più grande. Oggi il nostro Dio è stato privato della redenzione e della giustizia. Non è più il Dio grande. È un Dio che non è più il vero Dio. Sempre quando si fa del Dio vero un non vero Dio, del vero uomo si fa un uomo non vero. Dal vero Dio è il vero uomo. Dal falso Dio è il falso uomo. Poiché solo il Dio che è Padre di Cristo Gesù è il vero Dio, il vero uomo è solo da Lui. Mai potrà un Dio non vero fare il vero uomo. L’uomo è stato creato solo dal vero Dio e solo il vero Dio lo potrà fare vero. Solo Lui sa come farlo vero uomo, dopo che l’uomo ha deciso di farsi uomo non vero. È verità innegabile in eterno. Perché Dio è sommamente grande? Perché ha fatto Lei, Maria, dal primo istante del suo concepimento, quando Lei ancora non esisteva, perché neanche concepita – è questa la vera umiltà – piena di grazia, immacolata, santissima. È stato Dio a fare Lei creatura purissima, neanche sfiorata dal peccato di Adamo. È stato Dio a elevarla a Madre del Figlio suo. Lei, da creta – è questa la sua umiltà – è stata scelta per essere la Madre del Figlio dell’Altissimo. Tutte le generazioni vedranno la sua grandezza che in Lei è solo dono di Dio, opera sua, e la chiameranno beata. Beata perché scelta. Beata perché fatta Madre di Dio. Beata perché divenuta Madre del Cristo di Dio, del Salvatore. È evidente che questa profezia si compie all’interno della vera fede in Dio. La grandezza di Maria si contempla dalla fede più pura e più santa. Più si cresce nella fede e più si vede la bellezza di Maria. Meno si cresce e meno si vede. Che molti cristiani non chiamano più beata la Madre di Dio è un cattivo segno. È segno che la loro fede non è pura, vera, integra, santa. Vuoi sapere il grado della tua fede? Misurala con la tua fede nella Madre del Salvatore. Chi non ha Maria come sua vera Madre non ha Cristo Gesù come suo vero fratello e neanche ha il vero Dio come suo vero Padre. Non vive nella Verità né dello Spirito né della Chiesa. Maria misura la grandezza di Dio dalla grandezza creata da Lui in Lei. L’ha fatta immacolata, purissima, santissima fin dal suo concepimento. L’ha fatta piena di grazia. Ha scelto Lei come suo vero tempio in mezzo agli uomini. Ha voluto che Lei fosse la Madre del suo Figlio eterno. L’ha fatta insieme Vergine e Madre, Madre sempre vergine. L’ha voluta tabernacolo della sua bellezza divina. L’ha adornata di ogni virtù. L’ha posta sotto le ali dello Spirito. La santità di Dio è la gratuità del suo amore, della sua misericordia verso di Lei. Maria nulla ha fatto per meritare tutto questo. Lei è stata voluta così prima della sua stessa generazione. Anche se Dio volesse, non potrebbe fare un’altra Maria.

 

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LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 1,39-56

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».  Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Dopo aver cantato la grandezza che il Signore ha creato in Lei, Maria ora canta la verità del suo Dio e Signore. “Di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono”. Chi è che teme il Signore? Teme il Signore chi crede nella sua Parola, nei suoi Comandamenti, nella sua Legge e presta la sua piena, perenne, perfetta obbedienza. Quando un uomo obbedisce al suo Signore, la sua benedizione si riversa tutta su di lui. Oggi abbiamo abolito il timore del Signore. Vogliamo in nome dell’uomo, contro la Legge del Signore e le sue sante disposizioni, una relazione senza obbedienza alla Legge, al Vangelo. Una religione senza timore di Dio. Per quanti non temono il Signore, per quanti disobbediscono alla sua Legge, il Signore dona la misericordia della grazia della conversione. Se questa misericordia viene rifiutata, ci sarà il giudizio e l’esclusione dal Paradiso. Il braccio del Signore è la sua verità e il suo giudizio eterno e inappellabile. Dio è venuto, ha giudicato i superbi e li ha dispersi nei pensieri del loro cuore. Significa che i pensieri dei superbi sono il loro stesso carcere, nel quale essi stessi si imprigionano, giungendo poi alla prigione della perdizione eterna. Questo perché non c’è il timore di Dio nella loro vita. Vivono senza Legge. Ogni sapienza viene da Dio. Superbo è chi rifiuta la Legge del Signore come sua prima sapienza e regola di saggezza. Rifiutando la sapienza, si avvolge nella siepe della sua stoltezza. Il Signore lo disperde perché si converta.

Chi sono i potenti? Coloro che si dichiarano non bisognosi di Dio. Loro bastano a se stessi. Non hanno bisogno di alcun Dio sopra di essi. Gli umili invece sono coloro che riconoscono il loro niente e invocano Dio come loro forza e vita. I potenti vengono rovesciati dai troni. La loro stoltezza e insipienza li rende ciechi. Compiono azioni che sono la loro stessa rovina. Il potente si distrugge per le sue stesse opere. Si distrugge perché rifiuta la luce del suo Signore. Invece gli umili hanno sempre bisogno del loro Dio e Signore. Avendo bisogno, Lo invocano e Dio sempre li soccorre con la sua sapienza e ogni altra grazia. Sapienza e grazia fanno grande l’uomo. Lo elevano ad altezze divine. L’affamato è chi ha fame del suo Dio, fame di obbedienza, di vera adorazione, fame di verità, santità, misericordia, compassione, sapienza. Sempre il Signore ricolma dei suoi beni quanti glieli chiedono con vera fame e vera sete. Ricco è colui che confida solo in se stesso. Poiché l’uomo è nulla senza Dio, è una brocca vuota, vuota è e vuota rimane. Non può essere riempito di Dio chi non vuole essere da Lui soccorso, aiutato, risanato, guarito, rigenerato. Nulla può fare il Signore per coloro che non vogliono, anzi rifiutano che Lui prenda in mano la loro vita e la conduca sulla via della Verità e della giustizia, della sapienza e della pace. Dio sempre rispetta la volontà della sua creatura. Dio ha promesso che nella discendenza di Abramo avrebbe un giorno benedetto tutte le nazioni della terra e questo giorno è arrivato. La discendenza di Abramo è il Figlio dell’Altissimo che la Vergine Maria porta in grembo. In questo contesto la misericordia è la volontà di salvezza universale del nostro Dio. La salvezza è in Cristo Gesù. È data per la fede nel suo nome. Non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati. Solo uno è il nome: quello di Gesù il Nazareno. La fede in Lui è necessaria. Peccato che oggi si predica anche nella fede cattolica una salvezza senza Cristo Gesù. Si annullano così duemila anni di attesa della salvezza. Ma anche duemila anni di salvezza predicata in Cristo. La Madre di Gesù, in questo giorno santissimo, ci presti il suo cuore. Anche noi vogliamo magnificare il Signore per le grandi cose operate nella nostra vita. Ci ha redenti e salvati in Cristo. Ci ha colmati di Spirito Santo.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.