Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 12 Gennaio 2022

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MERCOLEDÌ 12 GENNAIO – PRIMA SETTIMANA DEL T.O. [C]

Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Gesù è sempre e tutto, nei pensieri, nella volontà, nel corpo e nello spirito dalla volontà del Padre, a Lui comunicata sempre nella sapienza e consiglio dello Spirito Santo, alla quale Lui obbedisce con pietà, timore del Signore sempre nello Spirito Santo. Questa verità è così testimoniata da Gesù nel Vangelo secondo Giovanni: “Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” (Gv 4,31-34).

Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato (Gv 5,19-23).

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E ancora: “Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me» (Gv 12,44-50).

Gesù non è dalla sofferenza degli uomini, non è dalle loro malattie, non è dalla loro fame e non è dalla loro sete, non è dalla loro povertà, non è dai loro pensieri, non è dai loro desideri, non è dalla loro volontà, neanche è dalla loro storia complessa e difficile. Gesù è solo dalla volontà del Padre suo. Fa’ ciò che il Padre gli dice di fare. Annuncia ciò che il Padre vuole che Lui annunci, Compie le opere che il Padre gli ordina di compiere. Si reca nei luoghi dove il Padre vuole che lui vada. Si ferma in un luogo perché il Padre gli ha detto di fermarsi e se ne allontana quando il Padre gli dice di andare via. Anche se il Padre gli dovesse ordinare, mentre sta compiendo un miracolo di non compierlo, Lui mai lo compirebbe. Lascerebbe all’istante ogni cosa e si metterebbe a servizio della volontà del Padre suo. Questa stessa obbedienza Gesù chiede ad ogni suo discepolo. Per obbedire al Signore si deve essere veri poveri in spirito. Si deve veramente fare un sacrificio della nostra volontà e della nostra mente. Ma fare un sacrificio significa bruciare sull’altare del Signore la nostra mente, la nostra volontà, il nostro cuore, il nostro stesso corpo. Solo riducendo noi stessi in cenere sull’altare del Signore, il Signore può prendere la nostra cenere, infondere in essa il suo Santo Spirito perché dica e faccia, vada e si fermi in perfetta obbedienza al suo volere.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mc 1,29-39

Oggi è questa la difficoltà del discepolo di Gesù: farsi vero olocausto sull’altare del Signore, lasciandoci trasformare in cenere affinché il Signore prenda la nostra cenere, la impasti e soffi in essa il Suo Santo Spirito perché noi siamo sempre dalla sua volontà. Quando noi smettiamo ogni giorno di lasciarsi fare cenere dal fuoco dell’amore del Signore e ci riprendiamo la nostra umanità, è allora che il Signore si riprende il Suo Santo Spirito e noi lavoriamo solo per la terra e non più per il cielo.

Per il cielo si lavora nella misura in cui noi diveniamo cenere e nella misura anche in cui permettiamo alla Spirito Santo di agire in noi e per noi. Cristo Gesù è più che cenere nelle mani del Padre suo. Lui è interamente dello Spirito Santo. Non è da Pietro e dagli altri discepoli. Non è neanche dalle persone che vengono a Lui per essere guarite.  Lui lascia tutti e si reca dove il Padre vuole che lui vada. Obbedienza perfettissima perché la sua cenere è perfettissima La Madre di Gesù, anche Lei cenere nelle mani dello Spirito Santo, ci aiuti a realizzare questo grande mistero in noi.