Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 10 Dicembre 2020

Il regno dei cieli subisce violenza

GIOVEDÌ 10 DICEMBRE (Mt 11,11-15)

La violenza che subisce il regno dei cieli è quella delle potenze degli inferi che vogliono estirpare dalla terra ogni uomo che crede nel suo vero Signore, Creatore, Redentore, Dio. Contro questa violenza si deve lottare fino al dono del proprio sangue. Questo insegnamento viene a noi dalla lettera agli Ebrei: “E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti; per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno! –, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra (Eb 11,32-38). È la violenza che si nutre del sangue dei martiri. Mai però essa si placa. Di ogni fedele esige il martirio.

Come si subisce questa violenza? Contemplando Cristo Crocifisso e la sua umiliazione o annientamento sul Golgota: “Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato (Eb 12,1-4). Cristo Gesù si annientò facendosi obbediente fino alla morte di croce. Satana non lo ha vinto. Lo ha crocifisso, ma non sconfitto. Gesù mai è caduto nella tentazione del diavolo.

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

L’Apostolo Paolo, nella Seconda Lettera ai Corinzi, manifesta quali sono state le violenze che si sono abbattute contro di lui. Nessuna di esse lo ha sconfitto. Lui ha perseverato nell’obbedienza a Cristo Gesù fino al dono del sangue: “Tuttavia, in quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso vantarmi anch’io. Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? (2Cor 11,21-29). Il regno di Dio si edifica sul sangue dei martiri. Il martirio è duplice: cruento e incruento. Ma sempre la propria vita va consegnata a Cristo Gesù se si vuole che il regno di Dio cresca e porti frutti sulla nostra terra. Senza martiri non c’è regno di Dio.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che perseveriamo fino al dono della vita.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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