Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 9 Febbraio 2021

In questo testo del vangelo ricorre più volte la parola “tradizione” che viene osservata in contrasto con il “comandamento” e la Parola di Dio che invece vengono trascurati, elusi fino ad essere annullati.

Farisei e scribi guardano l’esterno.

“Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno?” (Lc 11,39-40).

“Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché l’esterno diventi pulito!” (Mt 23,26).

L’esterno non ha nessun valore se non è sostenuto da un “interno” e se non mettiamo in atto l’opera di pulire l’interno. Pulire l’interno vuol dire cercare di vedere cosa ci abita, quali sentimenti, quali desideri perché saranno poi questi a muovere le nostre azioni anche se a volte mascherate dalle più buone intenzioni. Bisogna tendere a che le nostre parole siano radicate all’interno, nel profondo e non siano smentite dal nostro agire, perché la verità resta il nostro operare concreto e quotidiano e non le parole, che senza un vissuto corrispondente, perdono di valore.

Con il tempo certe azioni religiose hanno perso il contatto con la sorgente, ciò che le aveva motivate. Tradizioni che allontanano dalla fede che le aveva originate e soprattutto dalla relazione con il Signore.

“Tutta la legge nella sua pienezza è riassunta nell’unica parola: amerai!” (Gal 5,14).

“Pienezza della legge infatti è la carità” (Rm 14,10).

Questi versetti della lettera ai Galati e ai Romani riassumono bene quello che Gesù vuole dirci e insegnarci:
“Questo popolo mi onora con le labbra
ma il suo cuore è lontano da me” (v. 6).

Anche il salmista ci ricorda, proprio alla metà del libro dei salmi, la contraddizione che si può vivere, che ci abita:
“Con la bocca cercavano di sedurlo
gli mentivano con le parole della lingua
il loro cuore non era saldo in lui
alla sua alleanza non erano fedeli” (Sal 78,36-37).

Le parole possono essere vuote, se non corrispondono e non provengono dal cuore. Il Signore ci invita a un cammino di unificazione tra parola, cuore, azione. Dobbiamo rendere le nostre vite sempre più trasparenti, oneste e vere. Dobbiamo cercare di lasciare spazio nel nostro cuore al Signore per trovare in Lui saldezza e veridicità. L’esempio che Gesù evidenzia mette l’accento proprio sulla contraddizione che ci abita: eseguire un precetto che viene dalla tradizione dà la sicurezza di essere nel giusto, anche se in realtà si smentisce il comandamento che dice di avere cura e sostegno per i propri genitori. 

Gesù orienta la legge alla relazione, all’amore e cerca di tutelare chi può essere più fragile, a cui si deve rispetto e onore. La tradizione ha una dimensione statica che può dare sicurezza, ma che nella realtà non ci garantisce di seguire il Signore e il suo evangelo che ci richiede di metterci sempre in cammino e di operare quel discernimento sulle nostre azioni per vedere se sono orientate verso l’amore, verso il bene dell’altro o se invece sono un modo per metterci tranquilli e lasciarci fermi nelle nostre sicurezze e abitudini.

sorella Roberta


Fonte

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