Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 7 Ottobre 2022

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Tu porrai in essi la tua dimora

Si rallegrino quanti sperano in te, Signore
gioiscano per sempre
tu porrai in essi la tua dimora
si glorierà in te chi ama il tuo Nome.

Salmo 5 (versione LXX)

Capo dei demòni Gli interlocutori di Gesù non comprendendo il suo gesto di vicinanza nei confronti dell’uomo muto e cercano di inquadrarlo nei loro schemi. La forma più facile per non lasciarsi interrogare da Gesù è quella di relegarlo dalla parte del male, di ciò che è sbagliato. Così il suo atto di vicinanza viene inteso come opera compiuta per mezzo del capo dei demoni. Nella visione dualistica del mondo semitico antico i regni sono due: quello di Dio e quello dei demoni; quindi Gesù, che non rientra negli schemi dei suoi interlocutori, non può che appartenere al secondo. Altri chiedono un segno: a questi Gesù risponderà pochi versetti più avanti (cf. Lc 11,27-32).

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Diviso in se stesso Gesù utilizza la stessa immagine dei suoi interlocutori, se c’è un capo dei demoni allora ci deve essere un regno del quale egli è a capo. Quindi è di un regno che si sta parlando. Qual è il regno a cui appartiene Gesù? Beelzebùl, come specifica Luca, significa proprio capo dei demoni, e una delle sue caratteristiche è quella di essere anche divisore (diábolos). Il gioco sulle parole è interessante: il divisore è diviso, ma questo non è possibile. Un regno è fatto di abitanti, quindi di case. Ed è sulle case che Gesù porta l’attenzione. La divisione le porterà a cadere l’una sull’altra. E non a caso, la casa, il palazzo, l’abitare sono delle immagini che Gesù riprenderà poco dopo per approfondire il suo discorso.

I vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Mentre si sta discutendo intorno a quale regno appartenere, Gesù sposta l’attenzione su coloro che, come lui, riescono a scacciare i demoni. E loro a quale regno appartengono? Gesù li definisce “i vostri figli” quindi appartengono alla cerchia degli ascoltatori. Come è possibile che coloro che sono vicini a voi appartengano al regno del divisore? Proprio loro, che stanno conoscendo il vero regno, vi giudicheranno poiché voi non siete stati in grado di giudicare rettamente. Se non si può affermare che le persone vicine appartengono al divisore, anche l’azione di Gesù cambierà posizione e apparterrà al regno dei cieli. Il “regno di Dio è giunto a voi”, è ora di convertirsi, di cercarlo, di percorrerlo.

Ritornerò nella mia casa Gesù riprende l’immagine della casa per raccontare il luogo intimo di incontro con Dio. L’uomo forte (vv. 21-23) difende la sua casa, resta vigilante. Ma se le armi che ha a disposizione non sono adeguate, qualcun altro prenderà dimora nella sua casa. Siamo tutti chiamati a una lotta interiore, guidati dallo Spirito e sorretti dalla preghiera. Il Signore non ci lascerà lottare da soli.

L’ultima condizione … diventa peggiore della prima Siamo chiamati ad avere cura della nostra casa interiore, di quel luogo in cui accogliamo il Signore e siamo in intimità con noi stessi e con lui. La casa di cui parla Gesù è “spazzata e adorna”, ma è vuota! Non è un luogo di vita dove il Signore dimora. Trovandola pronta ma vuota, lo spirito impuro può tornare e chiamare altri inquilini con lui. Nostro impegno è mantenere questa intimità per sostenere la lotta e dimorare con gioia assieme al Signore, per far vivere il suo Regno in noi.

fratel Elia

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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