Questa parabola di Gesรน suscita perplessitร , ci disturba.
Non bisogna perรฒ cercare stolti accomodamenti, per farla rientrare in uno schema morale. La questione della ricchezza, centrale in Luca, qui รจ secondaria. Gesรน non si concentra sui mezzi ai quali lโamministratore ricorre per farsi degli amici. Il vero fulcro della sua storia รจ racchiuso nel commento finale: โI figli di questo mondo sono piรน scaltri dei figli della luceโ (v. 8). La parabola non dovrebbe dunque essere intitolata โlโamministratore infedeleโ, bensรฌ โlโamministratore scaltro, accortoโ. Ancor piรน semplicemente: lโuomo furbo. Cโรจ un uomo ricco e, accanto a lui, un uomo furbo.
Ma cosa significa, in ottica evangelica, cioรจ umana dellโumanitร di Gesรน, essere furbi? Anzitutto รจ da notare il paragone istituito da Gesรน: โI figli di questo mondo piรน dei figli della luceโ. Non dobbiamo essere troppo โspiritualiโ, ma accogliere e mettere in pratica il Vangelo nella quotidianitร , osservando lโintelligenza dei nostri fratelli e sorelle in umanitร . E in questo assumere โlo stesso sentire di Cristo Gesรนโ (cf. Fil 2,5), che deve aver imparato anche dagli altri. Un sentire espresso con lโavverbio e con lโaggettivo phrรณnimos. Lo stesso presente in un famoso detto di Gesรน: โSiate phrรณnimoi come i serpenti e semplici come le colombeโ (Mt 10,16). Questo termine indica la luciditร nel comprendere la gravitร del momento, la prontezza nel cercare una soluzione, il coraggio di prendere decisioni. Significa essere astuti, accorti, furbi. Anche prudenti, in senso etimologico: pro-videntes, capaci di vedere prima, dunque di scegliere qui e ora. E cosโรจ questo se non, in una parola, il discernimento?
Come lโamministratore, cosรฌ ha agito Gesรน, con accortezza e discernimento. Come lโamministratore, come Gesรน, cosรฌ, se lo vogliamo e per quanto possiamo, anche noi. Non cโรจ ieri, non cโรจ domani, non ci sono schemi teorici nรฉ piani per il futuro: cโรจ lโoggi, nel quale la vita ci chiede di dimostrare la nostra intelligenza, la profonditร del nostro pensare quotidiano. Non possiamo prepararci eternamente, a un certo punto la vita ci chiede di agire senza piรน indugi. Anche questa รจ โvigilanzaโ (cf. Lc 12,37; 21,36), รจ โessere prontiโ (cf. Lc 12,40), per usare categorie che Gesรน riferisce altrove allโatteggiamento da tenere verso la venuta del Figlio dellโuomo, del Regno.
Per noi la vita eterna comincia qui e ora, nella misura in cui sappiamo diventare astuti, cioรจ capaci di intelligenza, accorti, furbi: non solo per noi, ma anche per coloro che ci sono stati affidati. Ce lo dice ancora Luca, nellโunico altro impiego di questo aggettivo nel suo vangelo, sulle labbra di Gesรน, in una domanda che sempre dovrebbe inquietare quanti nella comunitร cristiana hanno una responsabilitร di guida: โQual รจ lโamministratore fedele e phrรณnimos che il Signore porrร a capo dei suoi servi?โ (Lc 12,42). ร quello che conosce la volontร del Signore e agisce di conseguenza (cf. Lc 12,43-49); ma se la conosce e non la fa, non รจ nรฉ fedele, nรฉ accorto, nรฉ furbo. Sarebbe meglio se non la conoscesse affattoโฆ
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Ascoltiamo dunque Gesรน quando ci dice, altrove: โAbbiate sale in voi stessiโ (Mc 9,50). E cerchiamo di farci furbi, secondo il Vangelo.
fratel Ludwig
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