โMentre erano in cammino โฆโ (v. 38). Gesรน e i discepoli sono in cammino. Ma ogni cammino, per quanto deciso, ha le sue tappe e le sue soste. E qui Luca ritrae un momento di sosta di Gesรน presso due sorelle, sue amiche; un momento di sosta presso la brezza lieve e rigenerante dellโamicizia.
Ciascuna delle due donne cerca un proprio modo di farsi vicina al Signore. Lโospitalitร di Marta รจ efficiente, accoglie con premurosa generositร lโospite colmandolo di quello che ritiene necessario, ma nel suo desiderio di accogliere perde di vista lโessenziale: lโincontro, la relazione. ร cosรฌ distratta, cioรจ cosรฌ tratta lontano dallโessenziale, da finire con il trascurare Gesรน, con il non incontrarlo. Marta si affanna rendendosi schiava dei โmolti serviziโ (v. 40), quelle โtroppe coseโ (v. 41) che un senso del dovere non equilibrato dal giusto primato della relazione porta a essere causa di distrazione da ciรฒ che davvero conta. Quei โmolti serviziโ parlano di un troppo che perverte un gesto dโamore โ quello dellโospitalitร โ in un dovere che imprigiona. Se lโamore impone la propria modalitร senza lasciare spazio allโaltro, allora diventa una forma di azione fine a sรฉ stessa, che non pone lโaltro come fine dellโazione stessa.
Di altro segno รจ lโospitalitร di Maria, unโospitalitร efficace perchรฉ non efficientista. Lโospitalitร di chi sa cogliere il bisogno dellโaltro e offre non cose, non servizi, ma sรฉ stessa. E lo fa nellโunica misura che la vera offerta di sรฉ conosce: la misura dellโeccedenza, che solo la gratuitร realizza. Maria osa lโinsolito, rompe le convenzioni, il modo prestabilito di agire di una donna dellโepoca. Si pone in ascolto come un discepolo: โSeduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parolaโ (v. 39). Maria si espone quindi alla ovvia reazione di giudizio e rifiuto che lโeccedenza porta sovente con sรฉ, e la sorella non tarda a far salire alle labbra le parole di giudizio nate nel proprio cuore (cf. v. 40). Ma, come bene dice Dietrich Bonhoeffer:
โA fianco del campo di grano che dร nutrimento,
che gli uomini rispettosamente coltivano e lavorano,
[โฆ] a fianco del campo del pane quotidiano
lasciano perรฒ gli uomini fiorire il bel fiordaliso.
Nessuno lo ha piantato, nessuno lo ha innaffiato,
indifeso cresce in libertร
e con serena fiducia
che la vita
sotto il vasto cielo
gli si lasci.
A fianco di ciรฒ che รจ necessario,
[โฆ] anche ciรฒ che รจ libero
vuol vivere
e crescere in faccia al sole.
[โฆ] Il piรน prezioso, il piรน raro fiore
โ nato in unโora felice
dalla libertร dello spirito che gioca,
che osa, che confida โ
รจ allโamico lโamicoโ.
Le parole di Gesรน (vv. 41-42) si collocano e possono essere lette nello stesso orizzonte vasto che Bonhoeffer evoca in questa poesia. La โparte buonaโ (v. 42) รจ la parte che sa ospitare in sรฉ con amicizia il volto carico di parole e di senso di un altro inatteso. E allora, oltre allโefficienza del necessario, della cura indispensabile per il grano che la quotidianitร richiede, oltre al ripetersi di attivitร , di servizi, di impegni che fanno il necessario della vita, la sfida รจ di lasciar spazio al fiordaliso, ovvero a quella gratuitร nellโincontro con lโaltro, a quella vicinanza attenta che della vita รจ profumo e colore.
fratel Matteo
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