Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 5 Novembre 2021

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Leggere questa parabola staccata dai brani successivi che piรน si concentrano sulla ricchezza e sullโ€™uso dei beni da parte del cristiano ci aiuta a non perderne la forte valenza escatologica, lโ€™urgenza di conformare il nostro comportamento alle esigenze del Regno che viene in un tempo che si รจ fatto breve con la venuta del Signore nella carne. Del resto, per Luca la problematica ricchezza-povertร  che attraversa tutto il suo vangelo ha una portata rivelativa prima e piรน ancora che etico-morale: ci sarebbe infatti poco di etico nel comportamento dellโ€™amministratore infedele.

Infatti, come giร  nella parabola del โ€œfigliol prodigoโ€, il climax, il punto culminante e illuminante dellโ€™intera vicenda giunge soltanto alla conclusione. Qui come lร  ci sono degli antefatti che non lasciano intravvedere nulla di positivo per il โ€œpeccatoreโ€ che ci rappresenta tutti: anzi, ci sono prospettive di vicolo cieco sia per il figlio minore uscito di casa che per lโ€™amministratore di iniquitร . Qui come lร  cโ€™รจ una rapida, astuta, โ€œprudenteโ€ (cioรจ accorta, scaltra) pausa di riflessione: โ€œMi alzerรฒ, andrรฒ da mio padreโ€ (Lc 15,18); โ€œSo io che cosa farรฒโ€ (v. 4). Un abile calcolo alla ricerca del male minore, di una soluzione di sopravvivenza minimale una volta percepita la perdita della vita piena. Il figlio โ€œritornรฒ in sรฉโ€ (Lc 15,17), lโ€™amministratore โ€œdisse tra sรฉโ€ (v. 3). Accortezza della disperazione, scaltrezza da cielo chiusoโ€ฆย 

Ma la conclusione, di cui il protagonista รจ il padre, il signore-padrone, รจ sconvolgente: un abbraccio e una festa, una lode pubblica anzichรฉ una punizione ancor piรน severa. Eccessiva bontร  di un padre, ingiusto verso il figlio maggiore? Dabbenaggine di un padrone due volte defraudato da un amministratore che allo sperpero aggiunge la truffa, con la complicitร  interessata di debitori a loro volta disonesti? O non piuttosto follia dellโ€™amore di Dio, scandalo di una croce vissuta in riscatto di peccatori iniqui e non di persone dabbene?

รˆ di Dio che ci parlano queste parabole, รจ del nostro rapporto con lui, di un rapporto nel presente e nel futuro o, meglio, del rapporto futuro che irrompe nel presente. E in questo tempo che si รจ fatto breve ci sono dei beni, poca cosa rispetto al molto che ci attende, ma sufficienti per determinare la qualitร  di ciรฒ che ci attende. La ricchezza, come diranno i versetti immediatamente successivi al nostro brano, รจ di per sรฉ di iniquitร  perchรฉ, letteralmente, non รจ equa, non รจ condivisa, non รจ patrimonio comune. E quanto ci viene affidato รจ sempre altrui, non รจ nostro, non possiamo diventarne i padroni, i signori. Per quanto scaltri, iniqui, accorti possiamo essere, non possiamo mai far sรฌ che la ricchezza sia nostra per sempre: il ricco colto dalla morte mentre sogna nuovi granai ce lo ricorda. Perรฒ possiamo determinare o, meglio, svelare di chi รจ la vera ricchezza, possiamo dare un volto al vero padrone delle nostre vite. La nostra condotta quotidiana dichiara chi รจ il Signore dei nostri beni piรน cari: Mammona-Denaro oppure il Dio misericordioso?

Abbiamo tra le mani dei doni che non ci appartengono e che sono figura efficace della ricchezza vera che ci attende. Se pretendiamo di disporne come nostra proprietร  privata assoluta, ci sentiremo dire dal Signore: โ€œAmico, io non ti faccio torto โ€ฆ Prendi il tuo e vatteneโ€ (cf. Mt 20,13.14). Se invece ne avremo disposto nella condivisione e nella solidarietร , come proprietร  altrui, lโ€™altro, Dio stesso ci dirร : โ€œFiglio, tutto ciรฒ che รจ mio, รจ tuo! Entra anche tu nella gioia del tuo Signore!โ€ (cf. Lc 15,31).

fratel Guido


Fonte

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